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 2010  aprile 20 Martedì calendario

LA GUERRA CIVILE DENTRO INTESA ARRIVA A MILANO

Ormai i contrasti dentro Intesa Sanpaolo sono diventati una piccola guerra civile. La posta in gioco, si sa, è la poltrona di presidente del consiglio di gestione, ora occupata da Enrico Salza. Ma l’occasione è ghiotta per scatenare una resa dei conti multipla: torinesi contro torinesi (dentro la Compagnia San Paolo); torinesi contro milanesi (Sanpaolo contro Intesa); ”politici” con - tro ”banchier i” (Sergio Chiamparino contro Giuseppe Guzzetti); destra contro sinistra... In attesa che i fronti si ricompongano per lo scontro finale, ieri si sono incontrati, faccia a faccia, due dei protagonisti della guerra, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il presidente della Fondazione Cariplo, Guzzetti. Colazione di lavoro, consueto pranzo mensile del ministro con i banchieri. A tavola, nella sede milanese dell’Agenzia delle entrate, c’erano infatti anche Alessandro Profumo e Fabrizio Palenzona, amministratore delegato e vicepresidente di Unicredit, e Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi di Siena. ”Non abbiamo parlato di argomenti che riguardavano soltanto alcuni dei presenti”, garantisce uno dei banchieri. Ma se di Intesa Sanpaolo non si è parlato tutti insieme a tavola, questo non esclude che Guzzetti e Tremonti non si siano confrontati sull’argomento faccia a faccia. Visto che il candidato alla presidenza del consiglio di gestione destinato a sostituire Salza è proprio quel Domenico Siniscalco che è tornato nella cerchia dei fedeli del ministro dell’Econo - mia. La guerra civile è nata a Torino, dentro la Compagnia San Paolo, primo azionista della banca Intesa Sanpaolo. Tutti uniti, in Compagnia, nel mostrarsi scontenti di Salza, torinese ma ritenuto troppo vicino ai milanesi di Intesa. Ma poi divisi su come sostituirlo. Da una parte, l’ala guidata dal presidente della Compagnia, Angelo Benessia, che ha trovato in Siniscalco il suo candidato forte. Dall’altra, l’ala di quella Torino di tradizione azionista (di cui è rappresentante Elsa Fornero) che, dopo aver rifiutato le prime proposte avanzate da Benessia (Alfonso Iozzo, Emilio Ottolenghi), ho giocato la carta di Andrea Beltratti, professore torinese con cattedra alla Bocconi. A questo punto, è entrata in campo la politica. Prima Umberto Bossi ha lanciato il suo ”prendia - moci le banche, la gente ce lo ch i e d e ”, urlo raccapricciante ma generico. Poi ci si è messo anche Chiamparino, con la sua niente affatto generica intervista a Repub - blica. ”Ho provato a salvare Salza”, diceva il sindaco di Torino. Ma questi ha diversi conti da pagare. Una fusione Sanpaolo-Intesa, innanzitutto, che ha mortificato i torinesi e premiato i milanesi (il presidente Giovanni Bazoli e l’amministratore delegato Corrado Passera). E poi un dissidio con Benessia maturato nella primavera 2008: ”Salza indicò Benessia come candidato torinese al vertice della banca, ma poi, secondo quanto riferisce Guzzetti, avrebbe cambiato cavallo, indicando Gustavo Zagrebelsky”. Risultato: Chiamparino rivendica un accordo su Siniscalco, uomo con ”i quarti di professionalità e di torinesità utili per non lasciare la palla in mano ai milanesi”. Certo, così il sindaco di Torino, lasciato fuori dai giochi del Partito democratico, ha voluto dimostrare di essere ancora il kingmaker della sua città, capace di giocare una partita che è insieme politica e finanziaria. Ma così ha rivelato anche un intervento a gamba tesa della politica da far impallidire, da una parte, l’’abbiamo una banca” di Piero Fassino e, dall’altra, le pretese di Bossi, urlate ma impotenti. I nuovi equilibri politici appena usciti dalle urne, infatti, peseranno nelle banche, ma solo quando saranno rinnovati i consigli delle fondazioni, che poi nomineranno i consigli delle banche, che sceglieranno il management: molti filtri, organizzativi e temporali, sono riusciti, almeno finora, a diluire gli appetiti di partito e a far volare quegli strani calabroni inzeppati di politica che sono le fondazioni bancarie. Il consiglio di Cariplo si rinnoverà nel 2013. E poi, quanto pesa davvero la Lega? In Cariverona, per esempio, ci sono anche i rappresentanti delle province di Mantova e di Ancona, entrambe governate dal centrosinistra. Alle parole di Chiamparino ha comunque reagito a muso duro Guzzetti, che – secondo le parole del sindaco – avrebbe accettato di discutere per Intesa Sanpaolo il passaggio ”a una guida composta da un presidente e un ad: uno dei quali, diciamo il presidente, avrebbe dovuto essere torinese”. Come a dire: tra un anno e mezzo fuori Bazoli. A questo punto, la guerra partita da Torino si è allargata a Milano e sta per arrivare a Roma, dove Tremonti aspetta la vittoria di Siniscalco. Ma ci sono ancora molti passaggi. Il 30 aprile ci sarà l’as - semblea degli azionisti (Compagnia San Paolo, Cariplo, Fondazioni di Padova e Rovigo, Bologna, Firenze; e poi Generali, Credit agricole, Carlo Tassara). Questi eleggeranno il nuovo Consiglio di sorveglianza. Poi sarà il comitato nomine, presieduto da Bazoli, a indicare i nomi del comitato di gestione, che saranno infine votati dal consiglio di sorveglianza. Questo sceglierà infine il suo presidente tra Siniscalco e Beltratti. Vedremo se il calabrone, alla fine, anche questa volta volerà.