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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

2 articoli - INTER, MILAN, ROMA E I DESIGNATORI «QUEL REFERTO HA GRAZIATO TOTTI» - Le «nuove» intercettazioni di Calciopoli rappresentano il supporto sonoro alla versione di Luciano Moggi

2 articoli - INTER, MILAN, ROMA E I DESIGNATORI «QUEL REFERTO HA GRAZIATO TOTTI» - Le «nuove» intercettazioni di Calciopoli rappresentano il supporto sonoro alla versione di Luciano Moggi. Nulla di penalmente rilevante, come ammettono anche gli stessi avvocati dell’ ex direttore generale della Juventus. Le 74 telefonate che martedì verranno allegate agli atti del processo rappresentano, però, un campionario del presunto «così facevano tutti». Ed è in questa tesi che Moggi ripone le sue speranze di assoluzione. «Ayroldi ha mentito su Totti» (24 novembre 2004) Pierluigi Pairetto chiama Paolo Bergamo. I due designatori discutono di griglie e «censurano» il comportamento dell’ arbitro Ayroldi, reo di non aver messo a referto gli insulti ricevuti in pubblico da Francesco Totti durante Roma-Palermo del 24 ottobre 2004. Nel turno successivo la Roma sarà impegnata a Torino con la Juventus P: «Poi c’ è anche Ayroldi che deve uscire». B: «Ayroldi... si è comportato male. Era il quarto uomo nella partita della Roma ed è successo questo, che alla fine Totti l’ ha mandato a cagare... non solo lui ma anche Trefoloni, davanti a tutti. E lui avrebbe dovuto scriverlo. E nello spogliatoio lui ha detto davanti a tutti che se doveva scrivere questa cosa, ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato. Quando giovedì è arrivato in allenamento, questo cretino di Ayroldi parlando con gli altri che sentivano ha detto "oh meno male, eh, che non ho scritto di Totti, perché ripensandoci, ti immagini, giocavano con la Juventus e se per caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’ era Totti..." Matteo (Trefoloni, ndr) ha detto "ma c... dici", poi giustamente non ne ha voluto parlare davanti agli altri. La dobbiamo noi chiarire con lui, questa cosa. Mi sembra gravuccia, che lui di sua iniziativa... è un coglioncello». P: «No è proprio un c...». «Sono pazzi criminali» (22 maggio 2005) Il presidente del Cagliari Massimo Cellino chiama Bergamo per lamentarsi di un arbitraggio. C: «A me vedere l’ atteggiamento, la falsità, sono pazzi criminali questi, è gente pericolosa, pensano solo fottere il calcio, non hanno rispetto dell’ interesse calcistico, di chi investe». B: «Lo sa quante telefonate ho ricevuto oggi? Glielo dico per un rapporto di stima, e non immagina quanto ho sofferto per il gol che avete subito al 92’ . Lo sa? Nessuna. Solo quelle degli arbitri, che dicono che dobbiamo fare gruppo». C: «Ugolini è stato sfigato, poverino, perché la palla poteva andare fuori, invece sfiga ha voluto che non fischia il fallo quello la mette dentro e quello tira all’ incrocio dei pali. A me queste cose non piacciono. Non c’ è rispetto. Amo talmente il sistema calcio che a vedere certe porcate mi sento male». «Un mondo impazzito» (7 marzo 2005) Bergamo chiama il presidente del Bologna Renato Cipollini, ex portiere dell’ Inter. Gli confessa la sua amarezza per le critiche ricevute e gli chiede un favore: far incontrare l’ allenatore Mazzone a un suo amico che deve scrivere un libro. Dice Bergamo: «Mi sembra che il nostro sia un mondo che sta impazzendo. Non c’ è più una logica, non c’ è più un filo conduttore che dia la possibilità agli arbitri di sbagliare. Siamo umani, ma se si continua fare la guerra tra 30 telecamere e un uomo, allora ben venga la moviola in campo». «Troppo importante» (7 novembre 2004) Il presidente della Reggina Lillo Foti chiama Bergamo, raffreddato. I legali di Moggi a commento delle telefonata scrivono che i due fanno la griglia arbitrale insieme. In realtà, Bergamo comunica i «candidati» a dirigere Reggina-Parma, il sorteggio è previsto per il giorno dopo il colloquio. Foti ascolta senza interagire. B: «Le griglie sono state preparate già da sabato. Abbiamo valutato un Parma-Reggina da seconda fascia, perché in prima non ci va. In seconda ci sono un po’ di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po’ cosa ti tocca». F: «Ti raccomando è troppo importante». B: «Ti dico c’ è un esperto, De Santis, poi c’ è Morganti e poi come giovane c’ è Tagliavento che vogliamo lanciare, a meno che domani mattina non cambiamo idea. Ma sei soddisfatto?». Tutti in Turchia (17 maggio 2005) La segretaria di Galliani chiama Pierluigi Pairetto per definire i dettagli del viaggio a Istanbul offerto dal Milan all’ allora designatore arbitrale in occasione della finale di Champions tra i rossoneri e il Liverpool. S: «Sappiamo che lei verrebbe con la signora...». P: «Sì». S: «Ora se lei mi dà un fax noi le mandiamo il programma e due schede che vanno compilate con i dati...». P: «Bene...». Auguri di Natale (25 dicembre 2004) Bergamo telefona a Moratti per gli auguri di Natale. La conversazione si interrompe perché cade la linea, poi Bergamo richiama. M: «Senta io ci tenevo a incontrarla...». B: «Sì...» M: «...quando lei aveva un minuto, che passa da Milano...». B: «Sì...». M: «...magari che ci vedevamo un secondo, proprio... mi faceva piacere...». B: «Sì sì no anch’ io volevo farle, così, una confidenza...». Due tessere e una borsa (17 gennaio 2005) Paolo Bergamo è a Milano, all’ Hotel Michelangelo. Facchetti gli deve far avere qualcosa. F: «Io ho qua le due tessere con la borsa». B: «Senti ma te non puoi farmele arrivare tramite qualcuno qui?». F: «Ma stamattina?». B: «Sì, tanto poi io parto di qui...». F: «Ah, va bene, allora le due tessere le metto in una busta». B: «Sì, le può lasciare qui alla reception a nome mio». La fiducia di Facchetti (25 febbraio 2005)Bergamo parla a Facchetti della griglia di arbitri che sta preparando per il derby milanese di due giorni dopo. B: «Noi facciamo una griglia ampia, perché qualche arbitro ce l’ abbiamo in forma... A parte Paparesta che a voi vi ha arbitrato domenica, quindi per voi è precluso, poi c’ è Collina, il solito, Trefoloni, Messina e De Santis. Sono quattro buoni, insomma». F: «Va bene... io più che il nome ho fiducia nello spirito e ho fiducia in te». B: «No, ma hai visto, che le cose vanno... L’ importante, ecco, è che ci sia una disponibilità da parte di tutti nell’ accettare... Vedrai che le cose vanno bene». Fulvio Bufi Marco Imarisio DAGLI ARBITRI PILOTATI DI MOGGI A BIGLIETTI E VIAGGI REGALATI. LE DIFFERENZE DA CALCIOPOLI-UNO - Per capire la differenza fra la posizione di Luciano Moggi, figura chiave della prima parte di Calciopoli, e quella di chi viene tirato in ballo in queste ore dall’ ex d.g. della Juve e dai suoi legali, attraverso la diffusione di intercettazioni, non nuove, ma trascurate, occorre rifarsi preliminarmente alle sentenze del 2006. Luciano Moggi è stato squalificato per cinque anni con proposta di radiazione, per vari reati (sportivi). La sentenza di primo grado, confermata in appello, parla per l’ ex d.g. della Juve, come per Giraudo, Mazzini, Pairetto, Lanese, Bergamo (posizione stralciata in quanto non più tesserato dopo le dimissioni) e De Santis di condanna per «aver intrattenuto contatti realizzati anche su linee telefoniche riservate e aver partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche; condotte contrarie ai principi di lealtà, probità e correttezza e al contempo dirette a procurare un vantaggio alla Juventus». Nel caso di Moggi, la condanna comprende anche quanto fatto dopo Reggina-Juve, con il sequestro nello spogliatoio dell’ arbitro Paparesta e tre veri e propri illeciti sportivi, che hanno portato la Juve a rischiare la serie C1. Si parla infatti di atti diretti ad alterare lo svolgimento di Juve-Lazio («conosceva in anticipo gli assistenti prima della loro comunicazione ufficiale), Juve-Bologna («per essere intervenuto sull’ arbitro De Santis in occasione di Fiorentina-Bologna, perché ne uscisse indebolito l’ organico del Bologna successivo avversario della Juve») e Juve-Udinese («per aver dettato la griglia degli arbitri al designatore Paolo Bergamo»). La giustizia sportiva ha preso in esame anche la posizione di Moggi sulla questione delle schede telefoniche, per l’ utilizzo di utenze straniere. stato riconosciuto l’ uso di tre schede, ma Moggi non è stato giudicato, perché non più tesserato. Sebbene il dibattito sia più che mai aperto, non si riscontra per ora un’ analoga gravità nei fatti in questa seconda fase di Calciopoli, nemmeno nei confronti dell’ Inter e di Facchetti, che sono i veri (o unici) obiettivi della controffensiva di Moggi. E non soltanto perché, in questo e in altri casi, non esistono le sim straniere, che consentivano a Moggi di essere in costante contatto con arbitri e designatori. Le telefonate sono diverse per quantità (i pm hanno parlato di 450 chiamate in entrata e uscita con i due designatori contro le 40, compresa una dove quella ascoltata non è la voce di Facchetti), per frequenza, per argomentazioni, per modo di proporsi. Dettare la griglia per il sorteggio è molto diverso da (non) fare nemmeno il nome di Collina (pronunciato da Bergamo) e considerato da tutti come un’ assicurazione sugli errori. Senza dimenticare chi chiama chi. Nel caso dell’ Inter sono quasi sempre i designatori a chiamare e non il contrario, come avveniva per Moggi. Nelle nuove telefonate ce ne sono alcune del tutto irrilevanti, come quella dell’ allora vice-presidente della Figc, Mazzini che anticipa a Cassano la convocazione per l’ amichevole Italia-Russia (9 febbraio 2005). Ma l’ attaccante presenterà regolare certificato medico e non si presenterà mai. Quello che emerge è una diffusione ramificata in quasi tutte le società di A dell’ abitudine a parlare con i designatori, rafforzando il giudizio negativo su Bergamo (che riesce addirittura a cambiare un referto di Trefoloni, inviandone uno nuovo con la complicità di un funzionario della Lega) e Pairetto, preoccupati esclusivamente di difendere la propria remuneratissima posizione, abusando del ruolo. La diversa gravità di comportamento prescinde dal fatto che il codice di giustizia sportiva, in vigore all’ epoca, prevedeva che i termini per la prescrizione dei reati fossero di due anni per le società e di quattro per i tesserati (nel nuovo codice, la prescrizione è stata allungata a otto anni per tutti). Il presidente della Figc, Abete, ha parlato di «comportamenti morali che non si prescrivono». La segnalazione (eventuale) di illeciti verrà comunque fatta. E chi è già stato condannato potrebbe chiedere un «appello per revocazione», in presenza di fatti nuovi, che «possono modificare la loro posizione». E da molte telefonate prodotte dalla difesa di Moggi emerge la sensazione che tutti fossero a conoscenza dello strapotere dell’ ex d.g. della Juve nei confronti di designatori, arbitri e assistenti. E ne avessero paura. Fabio Monti