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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

WAL-MART TORNA AL VERTICE DELLE BIG DI WALL STREET - I

grandi magazzini, almeno quelli a prezzi scontati, battono l’oro nero. questo il responso della classifica 2010 delle Fortune 500, le cinquecento principali aziende americane:
Wal-Mart torna a rivendicare lo scettro di società più grande fra le grandi, superando il colosso petrolifero ExxonMobil . Il re del «discount» ha rilanciato le sue sorti nel clima di magri consumi portato dalla crisi. Il fatturato annuale, 408 miliardi di dollari, ha distanziato nettamente i 284 miliardi di Exxon. Era già a Wal-Mart che la società energetica, forte della corsa dei prezzi del petrolio, aveva strappato il primato nella precedente edizione della classifica Fortune. Adesso Exxon deve accontentarsi del primato nei profitti, con 19,3 miliardi.
Alle spalle, per giro d’affari, si sono collocate un altro gigante dell’oro nero, Chevron, General Electric e Bank of America , la prima delle banche, salita al quinto dall’undicesimo posto. Il leader dell’auto è Ford , ottava, che ha surclassato la vecchia protagonista di Detroit, una General Motors in declino: dopo essere finita l’anno scorso in amministrazione controllata, è scivolata dal sesto al quindicesimo posto, per la prima volta estromessa dai primi dieci.
Ma è Wal-Mart a tenere banco. Non solo per le cifre esibite. L’azienda dell’Arkansas ha rilanciato la sua immagine, un’impresa difficile dopo anni passati quale bersaglio preferito di sindacati e associazioni dei diritti civili. La rivista Fortune dà credito all’ex a.d. Lee Scott, che ora ha lasciato l’incarico a Mike Duke, di aver aperto i cancelli dell’azienda a una miglior assistenza sanitaria a vantaggio dei dipendenti e ad una nuova sensibilità ambientale.
Le Fortune 500, oltre a dar vita alla consueta battaglia in classifica, quest’anno possono tuttavia vantare un successo collettivo con pochi precedenti: il ritorno in attivo. Grazie a riorganizzazioni e riduzioni dei costi, nel 2009 gli utili delle 500 si sono impennati del 335%, a 391 miliardi. Solo una volta negli ultimi 56 anni, nel 2003, la rivista aveva registrato un incremento più robusto.
Il lato oscuro della medaglia nei profitti è stato il taglio dei posti di lavoro: 821mila, un record pari al 3,2% dei dipendenti. La crisi ha lasciato tracce anche in classifica: le firme dell’edizilizia residenziale, 14 ancora nel 2007, sono sparite. Sostituite dall’ingresso di almeno nove società di servizi sanitari, apparse resistenti alla recessione. I giganti dei mutui Fannie Mae e
Freddie Mac e l’assicuratore
Aig hanno inoltre guidato un’altra graduatoria affollata, quella delle perdite.