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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

COS LA TECNOLOGIA RIESCE A MODIFICARE I NOSTRI SENSI"

«Avatar è stato un segnale, la tridimensionalità è per sua natura appassionante. Porta a quello che il poeta Arthur Rimbaud chiamava déchainément des senses, la liberazione, lo scatenamento di ogni istinto. Per questo ha tanto successo, al cinema e ora anche in televisione». Derrick de Kerckhove, il discepolo prediletto di Marshall McLuhan, padre della massmediologia, nonché il suo successore all´università di Toronto dove dirige dal 1983 il McLuhan Institute, non è un acritico sostenitore dell´innovazione tecnologica. Però in questo caso si lascia andare a scenari dai grandi orizzonti non senza entusiasmo. «Il 3D porta ad esternalizzare il sistema nervoso centrale, regala sensazioni nuove e contribuisce a darci quella che McLuhan chiamava la "consapevolezza integrale" della nostra condizione».
Ma in tanti dicono che gli occhialini del 3D fanno venire il mal di testa...
«Bisogna usarli cum grano salis, certo. E poi, intendiamoci: parte del "trasporto" verso questa come tante altre tecnologie innovative viene dall´industria che vuole spingere verso sempre nuove forme di consumismo. Però è un avanzamento importante nella tecnologia del digitale, un ulteriore allontanamento dall´antico analogico "piatto". Gli artisti vedono sempre avanti, hanno un immaginario tecnico: questo è un passaggio in più rispetto all´antico trompe l´oeil, è l´occhio che comanda su tutti gli altri sensi. L´importante è conservare la consapevolezza sui contenuti: siamo in un rapporto cognitivo con le nostre macchine, ed è come se qualcuno stesse inserendo una matrice digitale nella nostra vita. Sta a noi trasformarci in qualcosa di migliore uscendo dalla pancia di questa balena mediatica. Siamo tanti Pinocchi digitali, però dobbiamo essere noi a tenere i fili. Un po´ quello che facciamo quando abbiamo in tasca un telefonino che contiene tutto lo scibile umano, basta che lo connettiamo in rete».
Quella che lei chiama "consapevolezza dei contenuti" è importante nel momento in cui il 3D arriva in televisione. Non è vero?
«In Italia rispetto agli altri paesi industrializzati (de Kerckhove conosce bene il nostro paese dove tiene un corso all´università Federico II di Napoli ed è consulente scientifico della rivista Media 2000, ndr) c´è una sopravvalutazione dei messaggi che arrivano dal piccolo schermo. Alla base c´è probabilmente una volontà politica che spinge nella direzione di valorizzare il medium televisivo a detrimento di altri mezzi più moderni. I ritardi nella banda larga, i vincoli anacronistici all´utilizzo del wi-fi, anche l´enfasi sul digitale terrestre quando c´erano mezzi più semplici per ampliare l´offerta, tutto sembra indicare che si vuole che la televisione resti al centro dell´informazione e dell´intrattenimento, e ci resti così com´è senza cedere all´interattività. E con il 3D diventa più pervasiva».
Dopo il 3D arriverà il 4D, cosa succederà allora?
«Si aggiungerà la sensazione tattile a rendere ancora più coinvolgente l´esperienza di contatto con il mondo della finzione. In fondo, oggi quello che si avvicina di più a quest´ulteriore passaggio è il mouse, che ci dà l´impressione di incidere con il nostro tocco sulla realtà. Ma il tatto ora non tocca niente, domani avremo la precisa sensazione invece di incidere sulla realtà. E´ solo una questione di attesa, la tecnologia ci arriverà presto».