Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 15 Giovedì calendario

I VICINI DI CORONA


Adesso è anche il vicino di casa da non augurarsi mai. Fabrizio Corona ha convinto gli italiani: su 1.000 persone intervistate dall’istituto demoscopico TNS Italia per il portale immobiliare.it, quasi la metà, 470, hanno raccontato di farsi segno della croce e scongiuri vari, al pensiero di ritrovarsi a dividere il pianerottolo con Fabrizio. «La tranquillità domestica, con uno così dall’altra parte del muro, sarebbe certo violata», hanno motivato. Ebbene: nel condominio di Corona, quello vero, che a Milano è nella zona di Corso Como, i veri vicini di Fabrizio sono anziani. Vivono nei 30 e rotti appartamenti divisi in tre scale che guardano al cortile interno. E giurano che, dal balcone del secondo piano dove lui abita con Belen Rodriguez, non volano piatti, né mozziconi di sigaretta, né urla, come un certo pregiudizio vorrebbe. E, soprattutto, come potrebbe far temere il cartello all’ingresso che segnala la videosorveglianza. Invece, anche l’unico condomino "infastidito dichiarato" dice che, «a essere onesti, quello c’era già da prima che arrivasse lui, per via dei furti». Ma, riguardo al resto, gliele manda a dire (nel senso che vuole restare anonimo...): «Corona è un maleducato incivile. Un giorno o l’altro farà prendere un infarto ai miei suoceri. Alle tre di notte è capitato cantasse a squarcia gola con la sua ciurma d’amici. Sotto Sanremo, poi, Belen provava la canzone di Cutugno». Non starà esagerando? «No, dico sul serio: c’è sempre un viavai, su e giù, su e giù». Alla signora dell’altra scala, sarà perché lavora da mattina a sera e a fine giornata è stremata, gli è «indifferente... Tranne che per le macchine: ne ha tante, troppe, e le mette come gli pare e piace. I nostri marciapiedi sono diventati i suoi parcheggi personali». Se invece chiedete alla signora Basi, la proprietaria del bar, che sopra la bottega ha pure casa, la musica cambia; lei sì che gliele perdona tutte. «Per me», dice, «è come un figliolo: viene, mi chiede l’acqua, mica sempre per piacere. Secondo 1’umore. Gli porto il pollo, il tacchino e la bresaola in studio, che è al civico dopo. Non si siede mai, sta sempre al telefono. Quando è con Belen, si baciano al bancone. Ma mica dà fastidio. Con mio marito, poi, si fa certe chiacchierate in siciliano che si capiscono solo loro: battute su battute, e giù a ridere». Per lei, insomma, il problema sarebbero gli altri: «Stanno sempre dietro le finestre, col telefono in mano, pronti a chiamare la polizia per la minima sciocchezza. Così, ormai, gli basta un passo falso ed è perduto. Per esempio, nel suo palazzo c’era una bionda che lo odiava, non lo poteva proprio vedere, gliene diceva di tutti i colori. Quella viveva sempre all’erta». Ma perché ne parliamo al passato? «Ora si è trasferita. Avrà finito di avvelenarsi il fegato».

Avrà anche cominciato a girare tranquillamente per strada, a giudicare da quello che racconta la custode del palazzo, la signora Pereira: «Una volta è andato in contromano per tutta la strada qui davanti, che è un senso unico. C’erano le mamme coi passeggini terrorizzate. Però, secondo me, quel ragazzo lì, il cuore ce l’ha tenero: quando in tutta fretta passa davanti alla guardiola e io gli dico "Ci sono le raccomandate, le multe”, lui si volta appena. "Dopo", mi dice. Io allora sono chiara: "Vanno ritirate, e pagate". Allora mi ascolta, torna indietro e se le prende».

Chissà se poi le paga, però. «Ah, non so, dicono che non paghi neanche le spese condominiali», confida alzando il sopracciglio il signor Renato. Non depone a suo favore la testimonianza della signora che sta dietro la ricevitoria del tabaccaio dove Fabrizio compra le sigarette, anzi, dove «manda a comprarle i suoi "servetti". Lascia sempre i conti in sospeso. Guardi qui», continua squadernando il blocchetto, «mi deve 21 euro. Da un mese». E la raccolta differenziata, la farà? «Credo sia l’ultimo dei suoi problemi», dice una ragazzina di 16 anni che arriva al portone carica di buste della spesa assieme alla madre. «Lasciamo perdere ’sto discorso. Mi prendono in giro a scuola, perché ho Corona come vicino…».
Rob de mat! Ma non dovrebbero essere i giovani, quelli tolleranti, e gli adulti i rompiscatole? Qui invece è tutto il contrario. Per Maria Antonietta, «la gente ha pregiudizi ingiusti: Corona è un gentiluomo cortese che saluta sempre», mentre secondo Roberta, che non ha neanche trent’anni e lavora nel palazzo in uno studio di architettura, «si comporta come se gli altri non esistessero: mai una volta che mi abbia salutata, o che mi abbia tenuto aperto il portone, o abbia fatto un gesto galante».

Paradosso per paradosso: scorrendo la ricerca da cui siamo partiti, la sua dolce metà è tra i cinque vicini più desiderati. Per gli italiani, infatti, avere Belen come vicina di casa aumenterebbe il lustro del palazzo. Anche se, il massimo, sarebbe poter dividere il condominio con Fiorello (infonde buonumore) o Gerry Scotti (il tipo ideale a cui lasciare le chiavi di casa) o Claudio Bisio (per sfidarlo alla Playstation) o Alessia Marcuzzi (per il sorriso). Invece, insieme a Corona nel girone degli indesiderati, ci sono Loredana Lecciso per la sua imbranataggine, Marina Ripa di Meana per l’ira un po’ troppo facile, Maria De Filippi per il decisionismo inumano, Bruno Vespa per la voce sgradevole. Senza contare il rischio che finisca per presentarsi alle riunioni del condominio con un bel plastico in puro stile Porta a porta.