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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

NEL DUELLO TV ALL’INGLESE LA SORPRESA E’ L’OUTSIDER

Tra i due litiganti il terzo gode: basta la domanda sull’immigrazione perché Nick Clegg stacchi gli avversari spiegando al pubblico che «conservatori e laburisti si sono alternati al governo per produrre un caos alle frontiere». Mentre dal Granada di Manchester, lo studio della Itv in cui si gira il talent show Stars in Their Eyes arricchito per l’occasione di colonne gialle, rosse, blu, i tre principali candidati delle elezioni britanniche entrano ed escono dalle case del Regno Unito, il campione liberaldemocratico vola nei sondaggi, oscillando tra il 40 e il 51% dei consensi. Completo carta da zucchero e cravatta color oro, l’outsider è la sorpresa della serata, severo con le promesse di David Cameron, in posizione centrale, e ironicamente interlocutorio all’indirizzo di Gordon Brown, sul lato destro per compensare la visuale dell’occhio sinistro, perduta da ragazzo durante una partita di rugby. Il leader Tory, teso, cavalca la paura dello straniero: «Dobbiamo ridurre il numero degli ingressi». Il premier attende il turno e replica: «Continueremo a controllare le frontiere con il sistema a punti restando un paese tollerante». Alastair Stewart, moderatore del programma da 500 mila sterline, tiene d’occhio la clessidra. Clegg, il volto rilassato invidia degli altri due, si concede una risata: «Sono qui per dire che c’è una terza alternativa». Di fronte al palco ci sono 400 occhi attenti, un campione di quel Nord-Ovest che per due terzi ha già più d’un idea sul simbolo per cui votare. Al di là delle telecamere, eterei eppure pesantissimi, decine di milioni di spettatori. La maggioranza silenziosa.
La platea incalza: come fornire maggior sicurezza? Cameron, addestrato a mostrare passione, si rivolge agli interlocutori chiamandoli per nome: più polizia e pene meno blande. Troppo per Brown che sebbene attento a controllarsi non resiste: «I dati rivelano che la criminalità è calata». Poi, forte dell’endorsment dei 77 economisti che hanno promosso la sua politica economica, ammette: «Siamo pronti a far di più». Un assist a Clegg: «Sentendo i miei colleghi pare che non siano stati loro a governare finora». Da settimane le segreterie dei partiti assomigliano a studi televisivi dotati di simulatori dell’audience e personal trainer. Con il 65% degli elettori intenzionato a seguire i faccia a faccia e almeno la metà disponibile a lasciarsi persuadere dalla miglior performance, c’è poco da scherzare. Il risultato del primo match è la guida per i prossimi due. «Clegg ha mostrato stile» ammette il segretario al business Mandelson che però preferisce il suo Gordon, «ferreo sull’economica e capace di mettere in angolo Cameron». La buona prestazione del Libdem è riconosciuta anche dal ministro ombra delle finanze George Osborne, ma il premier proprio no: «Troppo aggressivo, gli elettori hanno capito chi è».
I tre leader le avevano provate tutte per rilassarsi. Cameron, il più vulnerabile perchè favorito dai sondaggi, aveva occupato il tempo lasciato libero dalle lezioni con i dibattologhi obamiani Nancy Dunn e Bill Knapp con il giardinaggio. Brown, allenatosi con l’ex capo ufficio stampa di Blair Alastair Campbell, s’era dato al pilates. Clegg aveva passeggiato in alta quota sulle Pennine ricordando forse le immersioni giovanili nella meditazione trascendentale. Ma è stato sufficiente che il dibattito virasse sull’economia perché la calma ostentata svanisse in un momento.
«Sono disgustato dallo scandalo delle spese gonfiate» carica il primo ministro. Il capo dell’opposizione concorda. Il terzo uomo con disinvolta mano in tasca ascolta: «Tory e laburisti si scusano ma quando s’è trattato di votare per cacciare i parlamentari colpevoli si son tirati indietro». Un buon punto. Di quelli che potrebbero persuadere lo studente d’ingegneria Michael De Bott che in mattinata, seduto nel parco vicino al Granada, aveva ammesso: «Voterò contro i Tory ma non so ancora per chi». A tentennare sono soprattutto i giovani e le donne come Sara Sadegha, centralinista, ex laburista che scioglierà le riserve «dopo aver ascoltato tutti i candidati». La concorrenza è il pepe della democrazia. Cameron sorride poco, ammette i meriti del rivale ma è ora di cambiare. Brown cita la ripresa: squadra che vince non si cambia. I due si beccano spesso e Clegg guarda complice la platea. Liscia, gasata o Ferrarelle? Nel media center accanto al Granada gli spin doctor pianificando il 22 aprile: secondo lo psicologo dell’Università di Plymouth Michael Thrasher la tv può influenzare elezioni incerte come queste. La partita è aperta anche perché, calcola il Financial Times, i programmi dei tre leader hanno in comune un buco di 30 miliardi di sterline che andrà riempito con tasse e tagli. Il campione Libdem si gode il successo temporaneo, consapevole che se ammaliare gli elettori è dura soddisfarli è impossibile.