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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

CHI NON PAGA VA A PIEDI

Leghista doc ma non ortodosso, Flavio Tosi, 41 anni, da tre sindaco di Verona, non è nuovo alle provocazioni. Appena due mesi dopo l’elezione applicò un’ordinanza per multare i clienti delle prostitute e le persone che bivaccavano vicino ai monumenti.
Oggi bacchetta i suoi stessi elettori. Nonostante il reddito medio-alto non pagano lo scuolabus dei figli? I bambini resteranno a piedi.
La collina dei ricchi

Detto-fatto, ha sospeso il servizio di trasporto per sedici alunni della scuola materna comunale «Villa Are», perché insolventi. E non pensiate a figli di disoccupati o cassaintegrati, men che meno di extracomunitari. La scuola dell’infanzia in questione, sull’elegante collina della città, circondata da ville con parchi secolari, è frequentata solo dalla buona borghesia padana. Commercianti, medici, dirigenti aziendali. Che però non scuciono un euro né per il pullmino scolastico (retta mensile 23 euro) né per la refezione.
Non volendo emulare il collega lombardo - che ha negato la mensa agli allievi morosi - Tosi si limita a non tollerare più i furbetti dello scuolabus. «Quel che è giusto è giusto - chiosa -. Dal 2004 al 2009 è maturato un buco di bilancio di un milione e 300 mila euro per il pullmino e la mensa. Adesso basta! Un piatto caldo non lo levo a nessuno, ma per il resto che vadano a piedi o si facciano accompagnare in macchina».
E così, l’altro giorno, l’autista comunale ha impedito a due sorelline di salire sul minibus. «Il padre di quelle bimbe è un professionista che opera nel mondo della Sanità - stigmatizza il sindaco - e ha tutta la disponibilità di reddito necessaria per pagare. Eppure non lo fa da due anni!». Per chi è in difficoltà economiche, infatti, esistono l’esonero e il sostegno da parte dei servizi sociali. Ma non è questo il caso della bella scuola nell’esclusivo quartiere collinare.
Non a caso, Tosi bolla la sua operazione come «una tappa essenziale contro l’evasione fiscale». Finora ha recuperato crediti sul fronte delle multe stradali: dieci milioni all’anno, con oltre il 90 per cento delle sanzione inevase finalmente regolarizzate. Adesso tocca a chi specula sul buonismo infantile. «Sbaglia chi crede di farmi passare per un cinico che non si preoccupa dei bambini. Non gli ho tolto lo scuolabus per perseguitarli, ma perché i loro genitori, pur avendo il denaro, non pagano».
Decreto anti-bivacco
Di non essere un cuore di pietra, del resto, lo ha già dimostrato. Il decreto anti-bivacco colpì una scolara di Andria in gita con la parrocchia, «beccata» dai vigili urbani a mangiare un panino sulle scale del municipio, considerato opera monumentale. Immediata la multa di cinquanta euro. Il volto della ragazzina stravolto dalle lacrime apparse in tv. Lo videro anche in casa Tosi e il sindaco, le scrisse per spiegarle che sui monumenti non si mangia, poi chiamò il Tg2, gli diede l’esclusiva e informò l’Italia intera che quel pianto lo aveva commosso, e che pertanto la multa l’avrebbe pagata lui per lei.
Stavolta no, però. Non retrocede di un passo e aspetta che gli evasori si mettano in regola. Una famiglia ha già provveduto ieri pomeriggio, le altre sono attese al varco.
Dal sindaco, ma anche dagli altri genitori, quelli che versano regolarmente la quota. «Non è giusto che paghiamo solo noi», dicevano ieri pomeriggio davanti al cancello della scuola materna. Qualsiasi mossa, insomma, gli porta consensi. Votato dal 60% degli elettori, Flavio Tosi è un sindaco amato. E sa di esserlo. Alla sua guida Verona è diventata una città senza «vu’ cumpra’» né lavavetri, il campo nomadi di Boscomantico e il centro sociale «La Chimica» sono stati spianati con le ruspe. Su ogni taxi, da otto mesi, c’è una telecamera pronta a filmare eventuali aggressori. «Ma sono sempre di meno - osserva il tassista - perché sanno che vengono subito arrestati».
Le carte della sicurezza
E se finora il sindaco si è giocato le carte della sicurezza, delle regole e del decoro, ora passa a battere cassa a chi la scansa. Sono passati gli anni delle esibizioni giusto per far parlare di sé. Come dimenticare quando, ancora consigliere comunale, si presentò con una tigre al guinzaglio? Allo sgomento dei presenti, rispose che stava solo facendo pubblicità al circo. Naturalmente padano. Adesso il suo obiettivo è ripianare quel disavanzo causato da chi non vuole pagare. «Perché di cattiva volontà si tratta. Lo ripeto, mi dispiace per i bambini, ma è tutta colpa dei loro genitori».