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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRAIBANTI

Aldo"

2010
• Il processo. 13 luglio Roma [1968]: si conclude il controverso processo all’intellettuale Aldo Braibanti, condannato a 9 anni di reclusione per plagio.
Fonte: Sch. N.149605

2008.
«Luciana cara mi girano i cosi, e come eliche. La condanna a Bellocchio mi ha fatto furibondo. Dopo Tolin, Bellocchio; prima di tutti e due, Braibanti. E guarda che il caso Braibanti fu vergognoso. Lo misero in galera non ho ancora capito bene perché. Forse perché è omosessuale (eppure l’omosessualità, secondo il codice italiano, non è un reato. Figurarsi, Sua Eccellenza Rocco, autore di quel codice, non poteva ammettere che nell’Italia fascista e virile ci fossero anche quelli. O forse perché studiava le formiche».
Fonte: Il Caffé illustrato, Luciano Bianciardi, Due lettere alla figlia Luciana. Il Caffé illustrato Rapallo, 4 marzo 1970

• Franco Bernini. Verona 1954. Regista. Per la tv Il caso Braibanti (1995)
Fonte: Sch. N. 125171

2006
• Il caso. Ippolito Sanfratello denuncia Aldo Braibanti per plagio nei confronti del figlio diciottenne Giovanni. L’accusa è di aver ridotto il giovane (e l’elettricista diciannovenne Piercarlo Toscani) in stato di schiavitù mentale per costringerlo alla convivenza. Braibanti, intellettuale dai molteplici interessi, comunista e omosessuale, aveva vissuto a Roma con Giovanni Sanfratello dal 1962. Al termine del processo nel 1968, Braibanti sarà condannato a sei anni di carcere, ridotti a quattro grazie alla sua condizione di ex partigiano. La condanna suscita sdegno nella comunità intellettuale e scrittori come Moravia, Elsa Morante, Eco si mobilitano con appelli in favore di Braibanti insieme a Marco Pannella e altri esponenti radicali. Il 23 Novembre 2006 il Governo Prodi ha concesso a Aldo Braibanti un sostegno economico secondo la legge Bacchelli.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 25/01/2007, Aldo Grasso

1997
• Omosessuali. 1968: il caso Braibanti scuote l’opinione pubblica. La comunità gay scopre, una volta di più, che si può perfino finire in galera. Magari con l’accusa di plagio, come capita all’intellettuale nato nel ’22 in provincia di Piacenza, ex partigiano, accusato dal padre di un ragazzo di 18 anni con il quale aveva una relazione (il ragazzo venne poi rapito, ricoverato in una clinica provata, sottoposto a elettrochoch e a choc insulinici). Braibanti viene condannato a 9 anni, pena ridotta a 6 in appello, ne trascorre 2 in prigione.
Fonte: Angelo Pezzana, "Dentro & Fuori", Sperling&Kupfer, 1997