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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

rias E’ morto Raimondo Vianello Il 7 maggio avrebbe compiuto 88 anni. Vianello, uno dei grandi protagonisti della commedia all’italiana, era nato a Roma il 7 maggio 1922

rias E’ morto Raimondo Vianello Il 7 maggio avrebbe compiuto 88 anni. Vianello, uno dei grandi protagonisti della commedia all’italiana, era nato a Roma il 7 maggio 1922. Cresciuto a Spalato, in Dalmazia, dove si era trasferito il padre, un ammiraglio nella Marina militare, si arruola come bersagliere nei reparti della Repubblica sociale italiana e viene rinchiuso dagli Alleati nel campo di concentramento di Coltano insieme al poeta statunitense Ezra Pound e ad altri giovani destinati a una grande carriera nel mondo del cinema come Walter Chiari, Enrico Maria Salerno e Luciano Salce. Nel 1962 sposa Sandra Mondaini, con la quale condividerà un sodalizio artistico che durerà cinquant’anni. Nel 1998, a 76 anni, esordisce come presentatore del Festival di Sanremo. Fonte: lastampa.it Prima con Tognazzi, poi con la moglie Sandra Mondaini, è stato un principe della risata leggera e mai volgare. Raimondo Vianello è morto - intorno alle 7 - all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato qualche giorno fa. Accanto a lui, anche se gravemente ammalata, Sandra Mondaini: la prima a piangere una scomparsa che lascia un vuoto enorme, nel mondo dello spettacolo. Finita la guerra, non sembra appassionarsi molto alle possibilità legate alla sua laurea in giurisprudenza. E coltiva già un umorismo di tipo britannico, sottile e sornione. L’inizio della carriera nello showbiz è però abbastanza casuale: alto, biondo, allampanato, viene scelto per interpretare un soldato nella rivista Cantachiaro di Garinei e Giovannini. Un debutto in sordina, il suo, ma all’insegna di un marchio di grande qualità nell’ambito dell’intrattenimento, la premiata ditta G&G. E’ il 1950, lui ha 28 anni. Nel 1954 Vianello è il mattatore, insieme a Tognazzi, del divertentissimo show Un, due, tre. I loro sketch, spesso irriverenti nei confronti dei potenti, fanno discutere, oltre che ridere. E quando, nel ’59, arriva sul piccolo schermo la parodia del presidente Gronchi che scivola a una serata col collega francese De Gaulle, la censura non perde tempo, e il programma viene sospeso. Negli anni Sessanta, però, le apparizioni televisive riprendono. Accanto alla moglie, che è attrice come lui; e che come lui è dotata di una verve comica che ne fa una partner perfetta. E dopo Mike Bongiorno, è Vianello uno dei primi divi a trasferirsi in casa del Biscione: lo ricordiamo, ad esempio, come conduttore del programma Il gioco dei Nove. I funerali di Raimondo Vianello si svolgeranno sabato alle 11, nella Chiesa di Dio Padre a Segrate (Milano). Per volontà dei congiunti, non ci sarà camera ardente. Dopo le esequie la salma verrà trasferita a Roma, per essere tumulata nella tomba di famiglia al cimitero del Verano. © (15 aprile 2010) Fonte: rep.it (Ansa) - Il padre, ammiraglio, lo voleva diplomatico e con quella prospettiva il giovane Raimondo si laureò in giurisprudenza. Mai Raimondo Vianello cade in un una battuta volgare o si permette una caduta di gusto. Nel 1959 conosce Sandra Mondaini; tre anni dopo la sposa, formando una delle più inossidabili e riuscite coppie dello spettacolo italiano. Non avranno figli, ma insieme adotteranno un’intera famiglia di filippini. Insieme attraverseranno da protagonisti tutte le evoluzioni della televisione italiana. Soprattutto da quando nel 1982 accettano un contratto in esclusiva con Silvio Berlusconi e le sue reti Finivest ancora in via di sviluppo. E’ allora che grazie allo stile e alla perfetta intesa fra i due attori nasce Casa Vianello, una delle più popolari e longeve situation-comedy italiane. moric vianello E indimenticabile rimane la chiusa finale di tutte le puntate, che ritrae la coppia a letto prima di addormentarsi, con lui che legge il giornale sportivo, mentre lei si agita sotto le coperte inanellando una sfila di lamentele. Appassionato di calcio, Vianello nel 1992 acquista nuova popolarità con la conduzione di Pressing, programma di commento al campionato di calcio di Italia 1, che condurrà per otto stagioni, guadagnado anche il Telegatto ’92, quale migliore programma sportivo dell’anno. Divenuto ormai un’icona del ’buon presentatore’, sempre capace di creare un’atmosfera cordiale e piacevole, Raimondo viene chiamato nel 1998 dalla Rai (col consenso straordinario di Mediaset) a presentare il Festival di Sanremo. Ed è sul palco di Sanremo che nel 2008 fa una delle sue ultime apparizioni tv. Fonte: dagospia Il decesso è avvenuto alle sette meno dieci all’ospedale San Raffaele di Milano per l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche. Era ricoverato dal 4 aprile. A determinarne il decesso, il progressivo aggravarsi delle condizioni fisiche. Con lui c’era la moglie Sandra. I funerali si svolgeranno sabato alle 11 nella chiesa di Milano 2, il quartiere dove viveva. SERATA VIANELLO - In ricordo di Raimondo Vianello, alle 20,30 su Rai 1 andrà in onda Dadada - Speciale Raimondo Vianello (anziché I soliti ignoti); alle 21,10 Stasera è la tua sera e poi dopo il Tg1 delle 23,15 una puntata di Porta a porta dedicata a Vianello. «Casa Vianello» (che nella definizione di Aldo Grasso «è stata una delle poche seconde case a disposizione di tutti, una sorta di multiproprietà gratuita»), «Cascina Vianello» e «Crociera Vianello». Neanche il bacio di Madonna riuscì a farlo scomporre. Redazione online 15 aprile 2010 © Fonte: corsera «La carriera di attore è incominciata nella rivista satirica Cantachiaro n.2, di Garinei e Giovannini. Nel ’98 è stato chiamato dalla Rai a condurre il suo primo Festival di Sanremo, con Eva Herzigova e Veronica Pivetti. Con Sandra Mondaini vivono alle porte di Milano con quella che da oltre dieci anni è diventata la loro nuova famiglia: una coppia di filippini e i loro due figli (Gianmarco, 11 anni, e Raimond, 6) che i coniugi Vianello considerano veri nipotini Ha lavorato a lungo in coppia con Ugo Tognazzi: ”Ci guardavamo in faccia e cominciavamo a ridere. Ci prendevamo in giro reciprocamente. All’epoca di Un, due, tre io gli dicevo: ”Guardami, io sono alto, elegante, magro. Invece tu, così tarchiato, che vuoi essere? Un villico”. Ugo mi rispondeva: ” vero, tu sei nobile, avresti dovuto nascere nell’Ottocento. Almeno saresti già morto’. Negli anni cinquanta ebbero grande successo con il programma Rai Un, due, tre: ”Sei anni di trasmissione, dal 1954 fino al giorno in cui l’ironia se la prese troppo direttamente con il potere. Il presidente Giovanni Gronchi, ospite alla Scala di Milano insieme a Charles De Gaulle, scivolò quasi, per colpa di un valletto che gli aveva messo male la sedia. ”In Un, due, tre c’era una rubrica, L’angolo della posta - racconta - di solito stavamo seduti, ma quella volta saremmo rimasti in piedi: al momento di sederci Ugo sarebbe caduto per terra come Gronchi: la cosa fu organizzata all’ultimissimo momento e nessuno, tranne noi quattro (gli altri due erano gli autori Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi ndr), ne era al corrente”. Allora non si scherzava, niente commissione di vigilanza a cui spiegare le ragioni ”politiche”, nessun appello alla tolleranza. Gronchi se la prese moltissimo; caddero molte teste dell’azienda Rai. I due persero il posto nel primo canale» (Alessandra Rota, ”la Repubblica” 13/11/2001). «Ricordo la censura. Appena finimmo lo sketch su Gronchi, trovammo subito in camerino una busta azzurra della Rai: ”Restate in attesa di provvedimenti”, c’era scritto. E delle successive e ultime quattro puntate dovemmo registrare l’audio delle prove: i censori volevano ascoltarci. Ugo e io allora ci divertivamo a dire parolacce, battute contro il clero e le istituzioni. I censori si infuriavano. E nel ”61, quando nacque il secondo canale, ci chiamarono di nuovo. Entrammo in una stanza con un tavolone circondato da funzionari. Ugo e io ci appollaiammo su due sedie. ”Avete qualcosa di già pronto?” ci chiesero. Io alzai il tiro sull’unico bersaglio più in alto di Gronchi e dissi: ”Sì, sul Papa”. Che allora era Giovanni il Buono. Ugo improvvisò una scenetta nel suo solito, maccheronico dialetto simil-bergamasco e attaccò: ”Mi sun bergamasco, orcu!’, bestemmiando fra i denti. Calò un gran gelo. I signori si alzarono e ci indicarono la porta dicendo: ”Prego”. E così, per amore di una battuta, perdemmo la scrittura» (’La Stampa” 13/11/2001). Vianello ha fatto poi coppia con la moglie Sandra Mondaini, la sit-com Casa Vianello è un piccolo classico: «Che vuole, i temi sono quelli di sempre, il problema è che io e Sandra facciamo noi stessi, non abbiamo occasione di uscire dal tran tran quotidiano, facessimo due personaggi potremmo inventarci tutto, avere anche due suocere, ma le nostre non sono più viventi. (’la Repubblica” 29/9/2001). La prima notte di nozze con Sandra Mondaini Raimondo Vianello lesse la ”Gazzetta dello Sport” Fonte: Domenica del Corriere n. 23/85 fine rias Il padre, ammiraglio, lo voleva diplomatico e con quella prospettiva il giovane Raimondo si laureò in giurisprudenza. Ma poi di quel prestigioso mestiere gli restarono solo il portamento signorile e i modi affabili. A seguito della sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana nel 1945 è detenuto nel campo di concentramento alleato di Coltano, assieme ad altri personaggi noti: il poeta americano Ezra Pound, gli attori Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, l’olimpionico di marcia Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce ed il politico Mirko Tremaglia. Poco dopo insieme al fratello Roberto, è atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. E’ allora che - quasi per caso - debutta in teatro. I suoi pigmalioni sono due giovani autori, la cui ditta diverrà con gli anni sinonimo di commedia musicale: Garinei e Giovannini. Nel 1959 conosce Sandra Mondaini; tre anni dopo la sposa, formando una delle più inossidabili e riuscite coppie dello spettacolo italiano. Non avranno figli, ma insieme adotteranno un’intera famiglia di filippini. Insieme attraverseranno da protagonisti tutte le evoluzioni della televisione italiana. Soprattutto da quando nel 1982 accettano un contratto in esclusiva con Silvio Berlusconi e le sue reti Finivest ancora in via di sviluppo. E’ allora che grazie allo stile e alla perfetta intesa fra i due attori nasce Casa Vianello, una delle più popolari e longeve situation-comedy italiane. E indimenticabile rimane la chiusa finale di tutte le puntate, che ritrae la coppia a letto prima di addormentarsi, con lui che legge il giornale sportivo, mentre lei si agita sotto le coperte inanellando una sfila di lamentele. Appassionato di calcio, Vianello nel 1992 acquista nuova popolarità con la conduzione di Pressing, programma di commento al campionato di calcio di Italia 1, che condurrà per otto stagioni, guadagnando anche il Telegatto ’92, quale migliore programma sportivo dell’anno. dagospia