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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

IL FOGLIO ARTICOLI - LE SPA DELL’HUMAN GENETICS ECONOMY - A

ovest di Londra, in un anonimo edificio, i volontari sono in fila pronti a rivelare i loro segreti più intimi, il loro Dna, entrando nel più vasto esperimento genetico, che li monitorerà fino alla tomba. Cosa li spinge? Il desiderio di partecipare a qualcosa che potrebbe in futuro aiutare i loro figli o nipoti. Il progetto Uk Biobank, sostenuto dal governo britannico e dalla global charity Wellcome Trust, ha come obiettivo il reclutamento di 500mila cittadini entro luglio (a oggi sono 450mila quelli che hanno già aderito), per stoccare in un enorme congelatorei campioni del loro sangue.
«Solo un campionamento su vasta scala permetterà ai ricercatori di correlare stili di vita e varianti genetiche per arrivare a identificare le cause dell malattie più comuni » fa sapere
il responsabile del progetto, Rory Collins. Dichiarazioni che ricordano quelle di Kári Stefánsson, a.d. della biobanca islandese DeCode Genetics, che dopo aver raccolto il genoma di oltre 300mila abitanti dell’isola, lo scorso novembre ha dichiarato bancarotta. Dai suoi laboratori avrebbero dovuto uscire le formule-chiave per correggere i difetti genetici, invece l’azienda finisce all’asta e mette il liquidazione il suo "patrimonio genetico", garantendo però la segretezza dei dati raccolti. Ma chi garantisce sui futuri proprietari che, per ragioni di business, potrebbero cambiare le regole in tema di utilizzo delle informazioni genetiche? In questa "genolandia" insomma i destini delle biotech possono cambiare improvvisamente. E non solo in termini di fallimento. Le azioni dello Human Genome Sciences, per esempio, sono cresciute improvvisamente nel momento in cui sono stati pubblicati i risultati del farmaco sperimentale Belysta. Se approvata, la molecola rappresenta la prima terapia per il lupus in più di 50 anni di ricerca. Ma tra un paio d’anni dovrebbe essere disponibile anche il test del sangue dell’oncologo Bert Vogelstein, della Johns Hopkins Uni-versity, che promette di identificare le recidive tumorali. D’altra parte i progressi della tecnologia, come le ultime macchine di aziende come Illumina, Life Technologies e Ion Torrent, possono tracciare l’intero Dna in pochi giorni per "soli" 5.000 dollari, lontano dai 13 anni e i 3 miliardi di dollari spesi per ottenere il primo genoma umano. In questo panorama, difficile capire se sono più gli investitori a essere cauti – dopotutto gli ultimi 10 anni sono stati i peggiori nella storia dei farmaci, caratterizzati da una carenza di nuove formulazionie dalla contemporanea scadenza di brevetti ”o i donatori volontari,ignari di quello che può essere il destino dei loro geni.