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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

JESSICA E IL MERCATO DEI BABY-VELISTI: UNA FOLLE REGATA SENZA REGOLE

Adesso che Jessica, con lo spinnaker gonfio dei suoi portentosi 16 anni e 11 mesi, si sta avvicinando alle coste della Tasmania, i saldi possono cominciare. Il cappellino è sceso a 19 dollari australiani (scorte limitate); il poster con la rotta del viaggio del 10 metri Pink Lady è in offerta a 28,60 $, «perfetto per essere appeso in classe» (sic) e, magari, impreziosito da un autografo della giovane navigatrice solitaria, sempre che riusciate ad accaparrarvi un biglietto per la tournée (Sydney-Melbourne-Brisbane) della piccola diva sul sito dello sponsor parigino, che vende cosmetici e reliquie dell’impresa che sta per concludersi. importante, però, che Jessica Watson completi il suo giro del mondo a vela entro il 18 maggio. Quel giorno compirà 17 anni: il mercato dei baby-velisti impone giovinezza sfrontata perché i record siano validi e, soprattutto, monetizzabili. Toccando terra dopo 20 mila miglia di Oceano (è partita da Sydney il 18 ottobre 2009, arriverà a giorni), Jessica, infatti, diventerà la più giovane velista a completare quel girotondo di mare e di vento che da secoli attrae imarinai come il canto delle sirene, polverizzando così il primato del teenager inglese Mike Perham, 17 anni e 164 giorni il 27 agosto 2009, quando toccò terra a Portsmouth cancellando il risultato dell’americano Zac Sunderland, che a 17 anni e 7 mesi nel luglio scorso si era illuso di aver lasciato una scia indelebile. E in viaggio, da qualche parte tra Capo Horn e Cabo San Lucas, c’è anche Abby Sunderland, 16enne sorella di Zac, 5 mesi più giovane di Jessica: a decidere chi delle due entrerà nel Guinness dei primati sarà davvero una questione di giorni. Sempre che, nel frattempo, risolti i problemi con il tribunale dei minori che l’ha in affidamento dopo la separazione dei genitori e la fuga da casa, la 14enne olandese Laura Dekker non riesca a realizzare il sogno della sua vita: diventare, guarda caso, la più giovane velista di sempre a chiudere un giro del mondo in solitario a vela.
Passione, certo. Perché non c’è uno di questi mini-marinai che disertano la scuola per inventarsi la rotta che non dica di avere l’Oceano nel sangue e il gusto per l’avventura nell’anima. Ma anche business: gadget, documentari, spot, improbabili autobiografie. Dai tempi di Joshua Slocum, il primo solitario (24 aprile 1895-27 giugno 1898), è cambiato tutto. Le barche sono più facili da gestire, la tecnologia aiuta, i ragazzi sono più intraprendenti, gli sponsor sempre più alla ricerca di sfide estreme: nella dinamica e nell’età dei protagonisti. la natura a non essere cambiata: «Il rischio è che un ragazzino si trovi impreparato davanti a una tempesta o sottovaluti il pericolo», spiega Giovanni Soldini.
Con i suoi 21 anni e 56 giorni Robin Lee Graham, il cui giro del mondo nel ”74 ispirò il film «The Dove» prodotto da Gregory Peck, oggi sembra un matusalemme un po’ sfigato. Non aveva il Gps. E nemmeno il merchandising.
Gaia Piccardi