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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

CONTI ESTERI, TASK FORCE IN AMBASCIATA

Sono almeno 7.094 gli italiani compresi nell’elenco dei clienti della filiale ginevrina della banca Hsbc chiesto per rogatoria alla Francia dalla Procura di Torino. La lista dei correntisti italiani, con depositi in Hsbc per alcuni miliardi di euro, dovrebbe arrivare tra qualche settimana e, nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza affilano le armi. L’Agenzia è pronta a recuperare le somme evase, e sottolinea che con l’inversione dell’onere della prova spetterà ai contribuenti dimostrare che i capitali detenuti all’estero non sono frutto di evasione fiscale. La Guardia di Finanza, che già collabora all’inchiesta torinese, ha intanto avviato le procedure per estendere la "rete" dei suoi esperti all’estero che, grazie alla collaborazione avviata con i governi dei paesi ospitanti, sta già raccogliendo una quantità impressionante di informazioni utili per la lotta contro l’evasione.

La struttura, affidata da pochi giorni al generale di brigata Michele Carbone, tre lauree e un master alla Bocconi, iscritto all’Albo dei revisori e docente di diritto tributario all’Università di Foggia, e che proprio oggi insieme al Comandante Generale Cosimo D’Arrigo firmerà a Washington un’intesa con gli Usa sullo scambio di informazioni, allungherà i suoi tentacoli nei Caraibi, nel Nord Africa, nell’Europa Centrale e nel sud est asiatico. Altri quattro esperti che si aggiungeranno, dunque, ai dodici militari delle Fiamme Gialle già inseriti presso le ambasciate italiane a Washington, New York (Onu), Parigi (Ocse), Londra, Bruxelles, Belgrado, Vienna, Mosca, Pechino, Brasilia, Buenos Aires e Nuova Delhi. A Roma, intanto, i finanzieri continuano a lavorare sulle altre liste di contribuenti italiani che avrebbero beni non dichiarati all’estero. All’esame della Guardia di Finanza ci sono già almeno 1.700 dossier.
Al lavoro sugli evasori internazionali c’è anche l’Agenzia delle Entrate. Il direttore, Attilio Befera, ha parlato ieri di «centinaia di casi» finiti sotto esame. E l’Agenzia è pronta a sfruttare tutte le informazioni disponibili, non solo quelle che arrivano per canali ufficiali. Queste ultime, come è il caso della lista Hsbc che sarebbe acquisita per rogatoria, potrebbero essere usate direttamente nei processi, «ma tutto ciò che arriva fuori da questi canali è qualcosa che possiamo comunque utilizzare come spunto per acquisire nuove prove secondo le regole» ha detto ieri il direttore del servizio Accertamento, Luigi Magistro.
Se gli italiani, i francesi e soprattutto i tedeschi sono pronti a chiudere un occhio sulla forma pur di stanare gli evasori, il turbinio delle liste dei contribuenti infedeli, spesso trafugate dalle banche, sta creando parecchi problemi nei paradisi bancari come Svizzera e Lichtenstein. Il Granducato, ad esempio, ha fatto sapere ieri che non darà a Berlino nessuna notizia sui conti bancari dei cittadini tedeschi che figurano in una lista di 300 nomi, proprio perché quell’elenco fu rubato.
Difficile, tuttavia, che simili resistenze arrestino l’offensiva dei governi europei contro l’evasione internazionale. La collaborazione tra ministri, magistrati e 007 del fisco si sta sviluppando a passo di corsa. Italia e Spagna si scambiano già tutte le informazioni fiscali, ed altri accordi di questo genere sono in via di definizione con altre capitali europee. «I primi passi», dicono al ministero dell’Economia, «di un vero e proprio accertamento fiscale europeo».
Mario Sensini