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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

LIBERALIZZATI GLI STOCCAGGI DI GAS

Obbligo di cedere ai concorrenti la metà, o poco meno, del gas conservato dall’Eni nei grandi stoccaggi sotterranei. E poderosi incentivi alla creazione di nuovi " polmoni" nazionali di metano. Incentivi agli operatori, che vedaranno in questo modo allentarsi i nuovi vincoli antitrust. Ma anche alle amministrazioni locali e ai cittadini dei territori che ospiteranno i nuovi siti di stoccaggio destinati ad irrobustire per almeno 4 miliardi di metri cubi le insufficienti riserve nazionali (ora a circa 13 miliardi di metri cubi). Con un meccanismo anti-blocco delle opere di interesse pubblico che ricorda molto da vicino quello congegnato per favorire le future centrali nucleari italiane: in questo caso i comuni "ospitanti" avranno il corrispettivo dell’1% del valore del nuovo gas conservato nei depositi, con l’obbligo di girare il 60% delle royalties ai residenti e alle imprese, con modalità da stabilire.
A finanziare questa "facilitazione" saranno, con tutta probabilità, tutti i clienti nazionali del metano con una nuova voce aggiuntiva sulle bollette.
Comincerà dunque così, dagli stoccaggi metaniferi, la liberalizzazione del gas italiano che deriva proprio dallo stesso provvedimento legislativo, la legge "sviluppo" entrata in vigore lo scorso Ferragosto, che ha innescato il nostro ritorno all’atomo.
Una rivoluzione che andrà completata sugli altri due versanti strategici: l’apertura delle reti con la separazione dell’Eni dalla proprietà diretta di Snam rete Gas; il via libera al tormentato provvedimento che deve ridefinire le regole della distribuzione locale con la riforma dei meccanismi di asta, di affidamento e di suddivisine del territorio in "ambiti".
L’apertura degli stoccaggi non è comunque cosa da poco. E il decreto legislativo, praticamente pronto (11 articoli), potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri già domani, sull’onda della promessa lanciata ieri mattina dal ministro dello Sviluppo Claudio Scajola: «liberalizzazione del gas in arrivo », appunto.
La soglia antitrust delineata nel provvedimento prevede, in particolare, l’obbligo di cessione sul mercato delle quote di gas stoccate da un singolo operatore che superino il 40% del metano destinato al mercato nazionale.
Ma se si aderisce agli impegni sul potenziamento degli stoccaggi la quota viene gradualmente elevata negli anni fino al 60%, con un meccanismo di censimento e di controllo che troverà i suoi riferimenti in un rapporto curato dal Ministero dello sviluppo, che entro il 31 luglio di ogni anno dovrebbe rendere conto delle quantità di gas in gioco e dell’andamento dei progetti di potenziamento degli stoccaggi.
Potranno partecipare ai progetti per i nuovi stoccaggi non solo gli operatori ma anche investitori e consorzi di grandi consumatori, che saranno comunque selezionati con procedure concorsuali. A loro saranno riconosciuti con contratti pluriennali i diritti di utilizzo delle nuove infrastrutture dei servizi di stoccaggio in proporzione alla loro partecipazione ai progetti.
Tutto ciò con la possibilità di godere anche di meccanismi di stoccaggio virtuale sulle infrastrutture esistenti in anticipo sull’operatività delle nuove. A gestire questo servizio (altra novità) sarà il Gse, il gestore dei servizi energetici che già di occupa di energie rinnovabili. E anche il Gme (che ora manovra la borsa elettrica) farà la sua parte in maniera crescente, visto che sta già operando nella nascente borsa del gas.