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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

«PI FIGHETTI, ROMPIPALLE...»


Intervista. Vittorio Feltri contesta a Lucia Annunziata che il problema dell’ex leader di An siano i nuovi intellettuali alla FareFuturo: « lui che rema contro Berlusconi e impedisce di fare le riforme. Gli consiglio di frequentare le bettole della Brianza».

«Ma quale fighettismo... Io a questi suggerisco le bettole della Brianza»: Vittorio Feltri, direttore del Giornale, è scettico sulla tesi di Lucia Annunziata («Fini, liberati del fighettismo di destra»). Per lui il problema è Fini. Punto: «Rema contro e impedisce di governare e fare le riforme».
Direttore, il problema di Fini è il fighettismo di destra?
Non escludo che il problema sia il fighettismo, ma francamente questo fighettismo non l’ho notato. E non ho ben capito cosa sia. Ricordo che qualche anno fa c’erano i sanbabilini, che avevano filiali di fascistelli in ogni città in nome di un malinteso superomismo, ma il fighettismo finiano non lo vedo.
Neanche tra gli intellettuali?
Figuriamoci… Ma li ha visti bene? Ma come fa a essere fighetto uno come Filippo Rossi che come testimone di nozze aveva Teodoro Buontempo, detto ”er pecora”? Sia chiaro: a loro piacerebbe entrare nei cosiddetti salotti buoni della sinistra e prendere applausi. Ma al limite fanno qualche comparsata da Fazio: mica l’ex governatore di Bankitalia, vanno da quello delle previsioni del tempo in tv. Io suggerisco di frequentare le bettole della Brianza. Sono ambienti più sani.
Scusi ma che c’è di male nelle battaglie di Fini su laicità, cittadinanza, immigrazione?
Nulla, tanto che condivido molte di queste battaglie. Io che sono un vecchio socialista sono d’accordo sulla laicità, sul testamento biologico, sul voto amministrativo agli extracomunitari che lavorano e pagano le tasse. Quello che Fini non ha capito è che il centrodestra ha l’esigenza di governare e di fare delle cose.
E sarebbe Fini che impedisce al governo di governare?
Sì, sta facendo la politica dei dispetti. chiaro che Berlusconi gli sta antipatico ed è un sentimento ricambiato. Ma così non si può andare avanti: quando il premier dice ”c’è il sole”, l’altro risponde ”no, piove”. Ma insomma che altro va detto su un presidente della Camera che alla vigilia delle elezioni dice che il Pdl, che fino a prova contraria è il suo partito, non gli piace?
Quindi lei, diversamente da Lucia Annunziata, pensa che Fini stia già facendo politica.
Guardi che il problema non è Fini in quanto cofondatore del Pdl dove è arciminoranza. Il problema è che Fini è presidente della Camera. E quel ruolo gli consente di fare tatticismo e una politica tutta ostativa. Lo fa da due anni e continuerà a farlo. Le pare poco?
Risultato?
La gente invece di percepire un governo che decide ha l’idea che c’è un gallo potente, Berlusconi, che vuole fare delle cose e di un gallo spennacchiato, Fini, che lo impedisce. E non è un caso che la Lega sia cresciuta.
Secondo lei perché?
Perché con un governo che non riesce a far niente a causa di chi rema contro, c’è gente che non vuole votare a sinistra e si differenzia votando Lega. Guardi che la Lega è un partito presente sul territorio, attento ai bisogni della gente. Io una presenza così sul territorio non me la ricordo dai tempi del Pci. Poi aggiungo: a Berlusconi non interessa se i voti vanno alla Lega. Lui vuole governare e con la Lega si governa, con Fini meno.
A proposito di Lega, dice Bocchino che un premier potrebbe essere gay ma non leghista.
Una vera idiozia, per usare un termine scientifico. Dovrei commentare?
Certo, non è una posizione politica?
No, è una roba da matti. E questi sarebbero i fighetti? Ai tempi miei si chiamavano cretini. Dove è cresciuto questo, in oratorio? Voglio dire: nessuno ha detto nulla sui gay, se non in qualche oratorio. E non capisco perché Bocchino fa una sorta di classifica del negativo: prima c’è il gay, poi il leghista che sarebbe sinonimo di rozzezza. Questa sarebbe la destra illuminata. Ma che vadano all’asilo…
Capitolo riforme.
Vanno fatte, e senza tanti giri di parole, visto che la gente è allergica al termine. Berlusconi tiri dritto.
Sul modello francese Fini però non ha detto eresie.
No, tranne fare il gioco della sinistra cui conviene il doppio turno. Parliamoci chiaro: quello che Fini nel suo tatticismo non ha capito è che con le elezioni la manovra che qualcuno ha tentato, ovvero mandare a casa Berlusconi con un accordone parlamentare, è sepolta. E smarcarsi per rimanere il punto di riferimento della sinistra non serve a nulla.
Serve un chiarimento?
Stiamo al centesimo chiarimento oscuro. Fini e Berlusconi si incontreranno uno di questi giorni, sigleranno l’ennesima tregua. Poi tra una settimana Berlusconi dice una cosa, l’altro s’incazza e ricomincia a rompere le palle su tutto impedendo di fare le cose.
E lei ricomincerà a picconare?
Sì, ma non ho mica bisogno dell’ispirazione di Berlusconi per farlo. E poi, se non faccio io un po’ di pubblicità ai finiani con qualche titolo, chi se li fila nel paese? La gente, le assicuro, ha altro a cui pensare.
Se Fini se ne andasse dal Pdl il problema sarebbe risolto?
No, perché il problema è che è presidente della Camera. una posizione che gli dà un potere enorme sulle riforme. Soprattutto se si illude di trovare ascolto nella sinistra. Tra regolamenti e cavilli può far naufragare tutto. Ma, sulla sinistra, si illude. Certo il Pd lo usa, ma se per assurdo togliessero di mezzo Berlusconi, a quel punto la sinistra gli direbbe: ma che vuole ’sto fascista?
Secondo lei che farà Fini da grande?
Per ora continuerà a fare quello su cui si adopera da due anni a questa parte. Ma secondo me non sa neanche lui quale cosa fare.