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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

[2 articoli] PI GOLF PER TUTTI- Più golf per tutti. Sarà probabilmente il provvedimento di maggior peso del prossimo consiglio dei ministri

[2 articoli] PI GOLF PER TUTTI- Più golf per tutti. Sarà probabilmente il provvedimento di maggior peso del prossimo consiglio dei ministri. Il golf non più sport elitario, ma sociale, aperto a chiunque, leva per il turismo. E poi sfida aperta alla concorrenza internazionale, a cominciare da Spagna e Portogallo. Un testo che apre alle famiglie, che va incontro alle loro esigenze. Si tratta di un disegno di legge preparato da Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, e che punta proprio a dare un nuovo impulso allo sport che ha reso famoso Tiger Woods. Disegno che potrebbe essere approvato dal governo già dalla prossima riunione di domani. Il testo in effetti si propone di incentivare il golf in Italia, rendendolo più «sociale». In che modo? Anzitutto costruendo nuovi impianti anche «in aree naturali protette previo il nulla osta dell’ente parco nazionale e dell’ente gestore delle aree marine protette». E poi anche consentendo la costruzione di strutture ricettive per «garantire i servizi e il pernottamento per i turisti». Anzi, ad essere più precisi sarà possibile edificare nuovi resort solo se prima sarà completato il nuovo campo. Naturalmente il ddl è solo una cornice nazionale visto che molte delle decisioni sono demandate alle Regioni e agli enti locali. Il business del golf, nella relazione tecnica, è considerato «uno dei settori strategici» per il turismo anche se «purtroppo è oggi interpretato in Italia come attività per pochi soggetti abbienti». In realtà, si sottolinea nel documento, questa considerazione si ha solo in Italia a causa di «una seria politica volta a incentivare e diffondere la pratica del golf e allo sviluppo di questo business, legata alla scarsa consapevolezza delle opportunità che il golf offre allo sviluppo economico del nostro Paese». Si accenna anche a possibili incentivi affinché l’imprenditoria italiana sia motivata a investire. «Il golf - è scritto nella relazione che accompagna il disegno di legge - non è, contrariamente all’opinione generale, uno sport d’elite, adatto solamente ad una cerchia di persone con reddito elevato: è un’attività sportivo-ricreativa a diffusione mondiale che offre l’opportunità di svolgere un’attività all’aria aperta e quindi trovare una sana evasione alla vita quotidiana mantenendosi in forma». Non solo, ma a giudizio del governo «il gioco, accompagnato dal piacere di godere della bellezza della natura, permette di superare barriere di età, di sesso e di abilità individuali. Inoltre il gioco rappresenta una straordinaria occasione per la riconversione di aree industrialmente dismesse, nonché per aree agricole, anch’esse in situazioni di abbandono o di scarso utilizzo». Oggi, spiega la relazione, in Italia ci sono soprattutto campi senza servizi annessi e questo diventa un disincentivo a coloro che pensano a week end con famigliola annessa. «Ben diversa è la situazione nei Paese, anche vicini al nostro, dove, in molti campi da golf, esiste un albergo annesso (golfresort)». Insomma, il torneo diventa un’occasione per un evento di turismo non solo per i player ma anche per quelli che lo accompagnano che magari sfruttano l’occasione per visite turistiche, storiche, culturali, enogastronomiche. In Italia questo mercato in pratica non esiste. E questo fa sì che «molti giocatori italiani e moltissimi giocatori stranieri preferiscano disputare le loro competizioni in campi situati in altre nazioni europee». L’iniziativa della Brambilla si muove proprio in questa direzione. «Si rende necessario, per far concorrere l’Italia nella competizione internazionale, di creare sul territorio impianti golfistici dotati di percorsi a 18 buche e di includere, nel pacchetto dei servizi turistici offerti, anche altri prodotti e strutture ricettive turistiche, largamente disponibili nelle località concorrenti come Spagna, Portogallo e Nord Africa». Il golf così diventa il traino per promuovere un’intera area turistica. A costo zero, Tremonti può stare tranquillo. Nel testo si assicura il «pieno rispetto ambientale» anche se lo stesso ddl prevede alcune deroghe per la costruzione degli impianti, tra cui viene prevista la possibilità di costruirli presso le aree protette. Ma non solo. Un capitolo infine è dedicato agli incentivi per la costruzione delle strutture ricettive per il pernottamento e i servizi dei turisti. Una volta edificati i resort però non potranno essere venduti per «i successivi cinque anni alla messa in esercizio del campo da golf, fatto salvo il caso - recita il secondo comma dell’articolo 3 - in cui l’acquirente compartecipi finanziariamente alla gestione e al corretto funzionamento dell’impianto golfistico». E ora per Berlusconi non resta che andare in buca. Fabrizio dell’Orefice, Il Tempo 15/04/2010 I SEGUACI DI TIGER SONO GI CENTOMILA- Il golf italiano nasce con la costituzione del Circolo del Golf Roma Acquasanta nel 12 gennaio del 1903 nella sede del consolato inglese di via Condotti , 20 in Roma e fu realizzato nella proprietà del Principe Torlonia, sulla via Appia, a tre chilometri da Porta Maggiore. In quella occasione venne dato incarico al capitano Arthur Falch, di reperire un’area - Where the links re - per realizzare un percorso di golf al quale erano vivamente interessati i funzionari dei consolati delle ambasciate inglesi e americane di Roma. La strada che il golf ha percorso per diventare lo sport popolare è stata lunga e faticosa perché con grande difficoltà le amministrazione locali hanno favorito la crescita dei campi e la conquista di un onorevole posto nella graduatoria dello sport italiano. Negli anni ’90 il golf comincia a fare interessanti progressi. Nel nord e al centro Italia nascono nuove strutture e, accanto alle strutture, grandi centri residenziali. L’Italia, oggi, può vantare professionisti di grande spessore, i due fratelli Francesco ed Edoardo Molinari, che , per la prima volta nella storia del golf italiano, hanno conquistato la Coppa del Mondo. Da citare il giovanissimo Matteo Manassero, che ha vinto in Inghilterra l’Amateur Championship e ha onorato la presenza del golf italiano nel primo grande major americano della settimana scorsa, e che passerà al professionismo poco prima dell’Open d’Italia del 2010. Il golf italiano ha fatto anche grandi progressi in campo femminile, grazie alle vittorie della romana Diana Luna che ha conquistato tre vittorie in campo professionistico che le hanno aperto la porta alla convocazione per la Solheim Cup (l’incontro tra le squadre europee e quelle statunitensi). Con Diana ad occupare grande spazio nel professionismo femminile internazionale ci sono veronica Zorzi, Stefania Croce, Silvia Cavalleri, Federica Piovano, Anna Rossi, Sophie sandolo, Margherita Rigon. Attualmente, grazie anche al lancio del tesseramento libero, la Federazione italiana ha raggiunto il traguardo dei centomila iscritti (sono centotredicimila), dei quali undicimila sono della categoria juniores e gli altri sono iscritti sono della categoria femminile [Attenzione mancano il numero degli iscritti della categoria maschile]. Momo Mungano, Il Tempo 15/4/2010 I percorsi , secondo i dati della fine del 2009, sono 269 più 109 Campi Pratica o Promozionali.