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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

«CINQUEMILA EURO E ORA LA MIA MINICAR FA 80 ALL’ORA»

Maglietta Abercrombie, jeans e scarpe firmati, giubbino blu di marca. Una bella faccia quella di Marco, quindici anni. Scende da una microcar arancione davanti al Liceo Giulio Cesare nel quartiere Trieste, uno dei più eleganti di Roma. I modi di un ragazzo per bene, l’aria a posto, la macchina in scala invece è pacchiana e bizzarra. Assurda e possibile. Artificiale. La musica alta, i fanali più grandi del normale, i vetri scuri. L’estetica da cartone animato che non corrisponde alla sobrietà del ragazzo. «Bisogna renderle burine, è normale averla così, fa più fico. Ci vedete tutti pariolini, ma queste auto sono giuste così» sguardo acerbo e furbo insieme. L’auto mini va vistosamente modificata per la voglia di farsi notare. Truzza ed esagerata. Come se il limite fosse spostato più in là, lungo una linea, che spesso porta a incidenti e sciagure. Possibile nella sua dismisura. La vogliono taroccata, decorata, scattante per essere diversi è la risposta un po’ di tutto il gruppetto all’ora dell’aperitivo intorno a un bar della zona. «Va di moda».
«Ciao Daniè», sciama verso i tavolini un altro minorenne scanzonato a bordo della sua supercar dopo aver fatto un’azzardata marcia indietro. Conoscenze di carrozzerie da far invidia a un meccanico del team di formula uno. Sbuca da una nuvola di fumo. Odore di chewingum e profumo che escono dal finestrino. «La mia ora va a ottanta, basta andare nei posti giusti...». Si va dai trecento ai quattromila euro per aumentare la potenza del motore. I più abili in questo tipo di operazione a sentire i giovani stanno vicino a Piazza dei Giochi Delfini e in una traversa di via Nomentana. «Lì, nun te sbagli, te lo fanno sicuro». Il mercato c’è, e rende parecchio.
Il diabolico del terzo millennio va a diesel. E’ stretto e piccolo, solo sulle dimensioni non si può fare nulla, per il resto si può cambiare tutto. «Sono per primi i genitori a chiederlo» racconta un meccanico dei Parioli. «Si possono spendere anche cinque mila euro per lanciarle a ottanta all’ora. Se servono a loro, o poi ai loro figli, io questo non posso saperlo». Ogni cambiamento però può nascondere una piccola insidia se non addirittura un’incognita. Il tutto, di contrabbando. «Le modifiche sono molto sofisticate, costano dai 1500 agli 8.000 euro. C’è da distinguere se farle sui pistoni o sui tubi, dipende se hanno carburante normale o solo a iniezione». C’è dunque un sottobosco di questi lavori, di mancate fatturazioni. Si pensa più alla velocità che alla sicurezza. «Purtroppo si pensa poco ai freni, spesso sottopotenziati, e all’assetto. L’auto così non tiene il punto di corda e la macchina sul bagnato derapa».
«Un tempo voi truccavate i ”Ciao”... ora noi lo facciamo con queste» dice la sua Daniele. «Per esempio bloccando i diaframmi, già fila di più. Se si levano, vai più più forte» cerca di spiegare. E ancora, una serie di pratiche in voga per aumentare la potenza di queste scatolette a quattro ruote. Anche se molti consigli ormai si trovano su internet, nei blog. E persino sulle aste on line fioccano occasioni e ricambi. L’importante è farla camminare. «Bisogna cambiare il filtro dell’aria e aprire la pompa del gasolio, poi si tornisce il variatore» racconta. Stargli dietro è dura. Nella conversazione ”tecnica”, come su strada. Ha lo scatto. Poi racconta di qualche serata distratta. «I carabinieri se ci fermano non dicono niente. Pure in tre a volte andiamo, ma la passiamo quasi sempre liscia» confessa una ragazza, sguardo basso, età incerta. «Ma non è pericoloso?» viene da chiedere. «Un po’ magari sì, perché sono auto che originariamente non hanno molta ripresa e scatto e spesso quindi non c’è la prontezza per spostarsi» ammette. «E’ per questo che è meglio fare qualche aggiustamento» è l’ironia.
E i segnali stradali? «Quelli un po’ li sappiamo». Un po’, già. «Ormai ci andiamo anche a scuola, le parcheggiamo dove ci stanno gli scooter» carnagione lunare e capelli lunghissimi Marta. Saggia, ma anche incosciente. «A me piace di più la minicar perché così mi posso mettere la mini gonna e non sento freddo. E poi, vabbè...lasciamo stare» sorride. L’allusione, velata appena da un’ombra di rossore, va a qualche bacio scambiato in auto. «In moto nun se po’ fa».
Ci sono poi i famosi raduni, non tanto per mettere alla prova il motore dei piccoli bolidi con gare scriteriate, ma per esporre il modello più originale. «Ci sono ogni fine settimana» spiega intorno a Piazza Caprera un sedicenne che ne mostra almeno quattro di meno. Il posto più frequentato per questo tipo di carshow è al Foro Italico di giorno. Spesso, il sabato pomeriggio dalle 18 o 20 in poi. Si vincono anche delle coppe, ci sono club apposta nati da poco che assegnano i premi. Una vera e propria giuria. «Siamo tutti minorenni, sabato io mi presento con una sorpresa sul volante, ma non lo scriva». Le ”sorprese” possono costare parecchio. «L’auto mio padre l’ha pagata diecimila euro, ma ci sono dei modelli con tutti gli optional che arrivano pure a trentamila. Se ho paura degli altri in strada? Macchè, per me è più sicura della moto».