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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

Notizie tratte da: La Marchesa Colombi, La gente per bene. Galateo, Interlinea Edizioni, a cura di Silvia Benatti, Inge Botteri, Emmanuelle Genevois, pp

Notizie tratte da: La Marchesa Colombi, La gente per bene. Galateo, Interlinea Edizioni, a cura di Silvia Benatti, Inge Botteri, Emmanuelle Genevois, pp. 272, 10,33 euro.

TU «Un uomo, anche in erba, deve essere sempre gentile e deferente verso una signora, anche se è una sorella, e se porta la gonnellina corta. Ed alle amiche delle loro sorelline debbono volgere il saluto loro per primi; debbono cedere i posti migliori, e, quando cominceranno a farsi grandicelli, a dieci, dodici anni, non le tratteranno più col tu, come si usa tra bimbi».

SERVI «I primi giudici della educazione dei padroni sono i servitori».

INVITI «Quando vien fatto ad un ragazzo un invito perché rimanga a pranzo, o a cena, o a passare qualche giorno in campagna presso una famiglia che non è la sua, non deve mai scusarsi con quei complimenti comuni e convenzionali […] Il bambino non è padrone di sé. Non può disporre da sé se accetterà o non l’invito; e però, è inutile che si dia l’aria di rifiutarlo. Dovrà limitarsi a mostrarsi molto lusingato dall’invito, rimettendosi ai genitori, o a chi per loro, perché decidano in proposito. Sia che accetti o rifiuti, non deve mai, né colle persone che lo hanno invitato, né coi ragazzi della famiglia, ripetere le discussioni avvenute in casa circa l’invito; né le osservazioni; né i commenti uditi».

ISCHIERA «Rimanendo ospite in casa d’altri, un bambino educato dovrà mettersi in ischiera coi bambini della famiglia, obbedire come loro, alzarsi, coricarsi, mangiare, studiare, giocare, passeggiare, alle ore fissate pe’ suoi piccoli compagni. Soltanto se quelli si permettono qualche piccola indisciplinatezza o qualche capriccio allora si guarderà bene dall’imitarli».

GRAVITA’ «Una sconvenienza commessa in casa d’altri acquista maggiore gravità».

MARITATA «Una signorina non dovrebbe mai dire: "Quando sarò maritata" se non dopo essere fidanzata. Allora è un fatto che si prepara; non è più una supposizione né una speranza, e potrà parlarne liberamente. Prima no. E se taluno le dicesse quella parola, dovrebbe rispondere: ”Io non so se mi mariterò. Non ci penso. Sto tanto bene in casa mia”».

OSTROGOTA «Non posso credere che esista nel mondo incivilito una signorina che sieda al suo posto a tavola prima che siano seduti il babbo e la mamma, e le altre persone vecchie, e signore maritate che fanno parte della famiglia. Ma dato il caso, tutto è possibile a questo mondo, che fra tutte le mie lettrici vi fosse una piccola ostrogota, la quale si trovi una simile macchia sulla coscienza, non lo dica a nessuno per carità; e si sorvegli bene per l’avvenire. In nessuna circostanza, in nessuna età della vita bisogna lasciar andare il proprio contegno sulle massime volgari ed egoistiche: ”In famiglia ci si deve trattare in confidenza. In famiglia non si fanno complimenti”. in famiglia che passiamo la massima parte della nostra vita, ed è là, più che altrove, che bisogna serbare inalterata quella reciprocità di riguardi, quella cortesia squisita di modi, che sono fra le migliori espressioni dell’affetto, e senza di cui non c’è gentilezza d’animo possibile».

DOTI «Gentilezza continua, inalterata, colla propria famiglia; espansione, cordialità con tutti, sono le doti essenziali d’una signora, la vera base della civiltà; e soprattutto deve saper interessarsi anche delle cose che non la riguardano personalmente, delle occupazioni, delle gioie e dei dolori degli altri».

SCONVENIENZA «Fra persone educate non si tengono mai, presente una signorina, discorsi che lei non possa ascoltare e comprendere senza arrossire. Sarebbe una sconvenienza senza nome, e nessuna padrona di casa potrebbe tollerarla».

POSTI «Ricevendo visite in casa sua una giovinetta non prende mai posto né sul divano, né ai lati del camino. Si alzerà ad incontrare tutte le signore, e si collocherà accanto a loro all’ultimo posto; se c’è una signorina le starà accosto; se sono più d’una, siederà in mezzo a loro».

CAMPANELLO «Quando una signora, o anche un visitatore, si alza per uscire, se la casa non è abbastanza ricca perché vi sia sempre qualche servitore in anticamera, la signorina suonerà il campanello perché una persona di servizio vi si trovi ad aprire l’uscio. Trattandosi d’un uomo però, dovrà lasciarsi salutare prima da seduta, e non alzarsi per suonare il campanello, se non quando lui sarà per uscir dalla sala».

MAI «Le convenzioni vogliono che una signorina non sia mai la prima ad osservare che una visita è stata breve, né insista perché si prolunghi. Questo riguarda sua madre. Non deve mai domandar conto alle visitatrici dei loro figli, dei fratelli, dei cognati, quando sono giovinotti si deve limitare ad informarsi delle signore, dei vecchi, dei mariti, dei bambini».

DESTRA «Andando a far visita una signorina, sia a piedi che in carrozza, lascerà la destra alla mamma. Se è col babbo, accetterà lei la destra, se le è offerta. Non avrà carta da visita, s’intende. Se è figlia unica, può avere un biglietto collettivo colla mamma».

SCONVENIENZA «Non dovrei supporre che una padrona di casa, dando un pranzo, possa commettere la sconvenienza di collocare una signorina accanto ad un giovanotto. […] Per carità, signorine mie, se codesto accadesse, si guardino bene dal fare la menoma osservazione e neppure un segno di meraviglia. Sarebbe rivolgere un rimprovero crudele alla signora che le ha collocate così».

TRASMODARE «[A tavola, ndr] La civiltà vieta solo di trasmodare. Ma vieta altrettanto severamente di rifiutare ogni cosa, di mangiare a fior di labbra di lasciare la roba nel piatto, di rifuggire dai vini, quasi si volesse dire ai padroni di casa: ”Io non so che farmene di tutto questo, il vostro pranzo mi mette la nausea”. Quando si è a questi estremi bisogna non accettar l’invito».

CONVENIENZE «In teatro una signorina non va mai scollata. Se l’abito ha lo scollo, lo porta con una modestina di tulle. verissimo che ora molte giovinette vanno scollate come le signore; ma la questione è di sapere se fanno bene. Ad ogni modo non sono in regola colle convenienze».

CATENELLA «Neppure la catenella dell’orologio è concessa ad una signorina che vuole osservare tutte le regole di convenienza. Ed infatti, dacchè quello è il primo dono che le deve offrire lo sposo, se l’ha già portata fin allora, non le fa più quell’impressione nuova, non è più un simbolo».

SEMPLICE «L’abbigliamento d’una giovinetta dev’essere semplice. Ma badino certe signorine e certe mamme che hanno l’abitudine di prender le parole a rigor di lettera, che semplice, quando si parla di vestiti, vuol dire appunto d’una stoffa di poco valore, adatta per fanciulle, senza trine antiche, senza ornamenti costosi».

SGUARDI «Non ci deve essere mai un giovine di cui una signorina ricambia gli sguardi. E se quel giovane c’è è un personaggio da romanzo, un errore; e la signorina pure, è un altro errore».

MANO «In teatro una signorina non porge mai la mano agli uomini che entrano a far visita in palco, e non dimostra mai di prestare più attenzione agli spettatori che allo spettacolo».

PRUDENZA «In campagna come in città, ai bagni come altrove, una giovinetta non deve mai uscire da sola, a meno di trovarsi in un paese non frequentato da colonie di villeggianti avventizi. Nel contrarre nuove relazioni deve usare la massima prudenza e lasciarsi dirigere completamente da’ suoi genitori. Alla tavola d’albergo, se non ha due persone della famiglia fra le quali sedere ed il caso la colloca da un lato un sconosciuto, non deve scambiare con lui che le parole strettamente necessarie, finchè non sia stato presentato alla signora che l’accompagna, e questa gli abbia accordato la sua relazione».

TRENT’ANNI «A trent’anni una signoria deve assolutamente rinunciare a tutti i riservi esagerati di cui si sogliono circondare le fanciulle; deve adottare nella misura delle sue finanze il vestire, le abitudini, il contegno, il linguaggio d’una signora maritata; […] Goda finchè può la benedizione di dar il braccio alla sua mamma. Ma lo faccia per godere di quella compagnia dolcissima, non per farsene guidare e proteggere come una Tortorella insidiata».

VEDOVA «Se una signorina nubile ha rendita sufficiente per fare casa da sé, perduti i genitori, si comporterà precisamente come una vedova, potrà ricevere, fare inviti a pranzo, tenere una serata fissa ongi settimana per il tè, accogliere gli ospiti in campagna. Al ballo non ci dovrebbe andare perché vi sarebbe spostata»

ZITELLONA «Il vestire d’una signora nubile (la parola zitellona non dovrebbe mai sonare sulle labbra di una persona educata), il vestire d’una signora nubile dev’essere quello stesso di una signora maritata. Potrà portare le pellicce di martora, lo scialle turco, i diamanti e le trine. E, finché l’età e il grado di conservazione della sua figura glielo permettono, nulla osta a che vada in teatro con abiti scollati come un’altra signora».

PROPOSTE « ”Signorina, il signor padrone la prega di favorire nel suo studio perché deve parlarle”. così che, per bocca d’una cameriera o d’un servitore, hanno principio la massima parte delle proposte di matrimonio”».

OBBLIGO «Dopo il consenso della signorina, i due fidanzati, che ieri non si conoscevano affatto, sono obbligati a vedersi o scriversi periodicamente e con intimità».

COSCIENZA «Si può (almeno è una cosa che accade) accettare uno sposo senza esserne innamorata; ma non si deve fingere per ingannarlo colle apparenze d’una passione che egli non ispira. Anzi, una signorina veramente per bene, dovrebbe in coscienza rivelare allo sposo che lo accetta, lo stima, non ama un altro, ma non è innamorata di lui».

DONI «La fidanzata non accetta nessun dono; tutt’al più se i genitori si tengono sicuri che tutto procederò bene, possono permettere fra i due giovani lo scambio delle fotografie».

SACRIFIZIO «E la gioia di poter vedere il fidanzato in casa sua, una signorina dovrà pagarla con una rinuncia assoluta ai balli, ai teatri, alle conversazioni numerose. Ben inteso che non si lagnerà mai di questa privazione. Non sarebbe più quella signorina educata che s’è mostrata sempre se facesse sentire al fidanzato il sacrifizio che le costa».

SOLA «Una signorina non deve ricevere il fidanzato quando è sola. […] Il loro modo di trattarsi dev’esser affettuoso, amichevole, ma non mai confidenziale. Bisogna darsi del lei, e non anticipare le espansioni reciproche, né i nomi di parentela alle future suocere, ai cognati».

INVITI «Otto giorni prima del matrimonio si mandino le circolari alle persone che si vogliono invitare, indicando l’ora in cui si andrà in municipio, alla chiesa ecc. L’invito deve essere su cartoncino lucido, diviso per metà da una linea verticale. Alla destra sarà stampato l’invito a nome dei parenti della sposa, a sinistra quello dei parenti dello sposo. Le signorine mature, che vivono sole, faranno l’invito a nome proprio; e in tal caso lo sposo, anche avendo i genitori, dovrà fare altrettanto».

BRACCIO «La sposa entra in chiesa dando il braccio a suo padre, e ne esce dando il braccio al padre dello sposo. Lo sposo entra accompagnando la suocera. Il babbo, che rimane libero, dà il braccio alla mamma che rimane libera in tutti e due i casi. E nel ritorno, la sposa entra in carrozza colla suocera, ma non prende più la destra».

PASSATO «Dal giorno in cui è diventata una signora, la parte ingenua, ridente, spensierata della sua esistenza è passata».

MISTERI «Una signora maritata, qualunque sia la sua età, assume il governo della casa, riceve il grande deposito di un nome di cui è responsabile, risponde dell’onore di quel nome, e del decoro della famiglia. I misteri che ha scoperti hanno sfrondate molte delle sue illusioni e le hanno insegnate delle verità dolci e tremende. D’allora la spensieratezza non le è più possibile».

CIVETTERIA «Una signora ammodo non deve mai trascurare il proprio vestire davanti al marito. Deve tenere gli abiti da camera per le ore mattutine o per la tarda sera in camera da letto. Ma durante il giorno deve portare abiti attillati, eleganti nella loro casalinga semplicità, oppure, il che è anche meglio, abiti da casa chiari, di forma speciale che non si possano portare fuori di casa, che non siano né il compassato costume da passeggio o da visite, né il trascurato abito da camera. Qualche cosa di speciale, che le donnine di gusto sanno immaginare tanto bene coll’aiuto d’una buona sarta, e nel quale non manca una buona dose di civetteria, a tutto beneficio del marito».

CONTEGNO «Una signora educata non deve ammettere altra differenza tra il contegno che usa in società e quello che tiene in casa fuorchè un grado maggiore di espansione».

TAVOLA «Il padrone e la padrona di casa stanno nel centro della tavola, ai due lati, uno in faccia all’altro. Alla destra della moglie si mette l’uomo che si vuol onorare di più, ed alla destra del marito la signora di maggior riguardo: i due posti alla loro sinistra sono ancora posti d’onore».

PRANZO «Se una signora riceve un invito a pranzo, risponde subito ringraziando e dicendo se accetta […] Regolerà la sua abbigliatura da pranzo sulla forma dell’invito. Se è stampato, si metterà in abito di gala. Se è manoscritto, un po’ meno».

PRESENTARE «Fuorchè nel caso in cui si balli, [la signora, ndr] non presenterà mai un giovinotto ad una signorina ed in nessun caso presenterà mai una signora ad un uomo; ma sempre l’uomo alla signora a meno che si trattasse s’un uomo tanto vecchio da poter ricevere lui quell’atto di deferenza».

SCIOGLIERE «Nel caso in cui un matrimonio si sciogliesse dopo che la sposa ha già ricevuti i doni, toccherà alla madre il rimandarli allo sposo con tutti quelli che lui avesse offerti agli altri membri della famiglia, e con un biglietto dignitoso in cui lo dispensa, per riguardi che deve comprendere, da qualunque visita o saluto».

VECCHIA «Una signora vecchia dovrebbe avere il coraggio di confessarsi vecchia, di parlare di agire come tale. Le mode non sono fatte pei capelli bianchi. Non è necessario che una vecchia si vesta come un figurino antico; no, ma non deve vestire come nessun figurino. Abiti scuri, lisci, per uscire; abiti neri o bianchi lunghissimi per casa. Nulla s’adatta meglio alla vecchiaia che la maestà dello strascico, ed il bianco non disdice a nessuna età. L’unica moda delle vecchie, sempre uguale, sempre bella, è la dignità».