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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

FOTOSINTESI

Qualcuno che produce una sterminata quantità di energia pulita, sul pianeta terra, esiste da un pezzo: sono le piante, che attraverso la fotosintesi clorofilliana utilizzano la luce del sole e l´anidride carbonica presente nell´aria per fabbricare glucosio, fonte del loro sostentamento. Per molto tempo la scienza ha cercato di replicare questo perfetto processo della natura, che in teoria, se riprodotto artificialmente, potrebbe dare al genere umano una risorsa illimitata di energia sostenibile, senza provocare danni all´ambiente. E ora, per la prima volta, ricercatori del Massachussets Institute of Technology, universalmente noto con il suo acronimo, "Mit", simbolo di eccellenza assoluta nel campo del progresso tecnologico, sono riusciti a compiere un importante passo in questa direzione. Una svolta che promette di giungere, forse già entro un paio d´anni secondo i suoi autori, alla creazione di una fotosintesi artificiale; ovvero al "miracolo" di produrre energia "verde" usando due soli elementi naturali, l´acqua e la luce solare.
Annunciato da un articolo sulla rivista scientifica Nature Nanotechnology, e ripreso ieri dalla stampa britannica, l´esperimento realizza, almeno in parte, quello che è stato a lungo un sogno del movimento ecologista. Tutti i tentativi di emulare in laboratorio la fotosintesi erano finora falliti. Ma gli studiosi del Mit, anziché utilizzare le stesse componenti usate dalle piante si sono limitati a copiarne il metodo. Con un virus geneticamente modificato chiamato M13, che normalmente infetta i batteri, gli scienziati sono riusciti a riprodurre delle strutture che mettono in moto il processo della fotosintesi dividendo l´ossigeno dalle molecole d´acqua. «Il virus agisce come un raccoglitore di luce, un raccoglitore molto efficiente», dichiara la dottoressa Angela Belcher, una delle autrici della ricerca, al quotidiano Independent di Londra. «Con l´aiuto della biotecnologia abbiamo potuto raggiungere un risultato senza precedenti».
L´esperimento ha risolto la parte più complessa del processo della fotosintesi, ma deve superare altri ostacoli per andare del tutto a compimento: diviso l´ossigeno occorre fare lo stesso con l´idrogeno, in modo da raccogliere i gas separatamente. Ma la dottoressa Belcher predice che dovrebbe essere possibile sviluppare il test in un prototipo commerciale "entro due anni". Le prime reazioni della comunità scientifica internazionale sono di grande interesse e entusiasmo. « una procedura di estrema sofisticazione e intelligenza», commenta il professor Thomas Mallouk della Penssylvania State University. Naturalmente è solo il primo passo e i problemi sono ancora numerosi: la fotosintesi artificiale, per permettere un utilizzo di massa, dovrebbe essere almeno dieci volte più efficiente di quella naturale, usare materiali meno costosi ed essere in grado di ripetere le stesse reazioni chimiche per miliardi di volte. «Ma i pezzi del puzzle cominciano ad apparire», osserva il professor Mallouk. Forse, in un futuro non troppo lontano, tutto funzionerà così. Un futuro in cui l´energia di cui ha bisogno l´uomo sarà pulita come quella di Madre Natura.