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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

SCHEDA SUGLI EVASORI FISCALI ITALIANI

(tre articoli) -

NEL MIRINO 10 MILA CONTI IN SVIZZERA -

MERIO SENSINI PER IL CORRIERE DELLA SERA DEL 14/04/2010 -

Altri diecimila sospetti evasori fiscali. La Procura della Repubblica di Torino sta per mettere le mani sull’elenco dei circa 10 mila italiani titolari di un conto corrente nella filiale ginevrina della banca britannica HSBC messo a disposizione dei magistrati francesi da un ex dipendente dell’istituto. Eric de Montgolfier, Procuratore generale a Nizza, ha detto ieri di aver ricevuto, per rogatoria, la richiesta dei colleghi italiani ed ha fatto intendere che non ci saranno problemi ad esaudirla. La lista potrebbe arrivare già tra una ventina di giorni e subito dopo partiranno le verifiche della Guardia di finanza.
I sospetti più forti ricadono su un migliaio di nomi. Buona parte dei conti nella filiale svizzera di HSBC attribuiti agli italiani da quei documenti sarebbe già estinta, ma a questo punto bisognerà vedere l’esito delle verifiche. Mille nomi che si aggiungono agli altri mille settecento, anche questi comparsi nel turbinio di liste ed elenchi che corrono per mezz’Europa, sui quali le Fiamme Gialle stanno già conducendo gli accertamenti. Ci sono i trecento nomi della cosiddetta "Lista Ubs", anche quella partita dalla Svizzera, i 576 della "Lista Pessina", ritrovata a Chiasso nell’automobile dell’avvocato Fabrizio Pessina, fino ai circa 700 nominativi di persone fisiche e società che avevano residenza presso il Consolato della Repubblica di San Marino a Rimini.
A caccia di grandi evasori c’è anche l’Agenzia delle Entrate, che sta spulciando l’elenco di tutti gli italiani residenti a San Marino, e i quasi 5mila questionari cui hanno risposto i contribuenti "a rischio" selezionati dall’Agenzia, a cominciare da quelli che hanno da poco riportato la residenza in Italia. E non è tutto, perché la collaborazione tra i Paesi europei sulla lotta all’evasione internazionale sta dando risultati, e lo scambio di liste di "sospetti" sta diventando ormai una prassi diffusa tra le capitali europee, dove ormai presso le sedi dell nostra ambasciate la rete di esperti della Guardia di finanza lavora a pieno ritmo. Una sorta di task force che sta cominciando a produrre i primi risultati.
Le informazioni circolano, e per gli 007 del fisco è una manna anche se, a meno che non siano quelle acquisite per rogatoria o sequestrate dalle autorità italiane, sulle altre "liste", spiegano all’Agenzia delle Entrate, bisogna muoversi con i piedi di piombo. Impossibile acquistare quelle rubate, ad esempio, ameno di non incorrere in un reato. L’unica entità in grado di muoversi con disinvoltura in questo contesto è il servizio segreto, ma resterebbe il problema di come utilizzare le informazioni acquisite in modo non del tutto trasparente. Quei dati non potranno mai essere fatti valere in sede legale, anche se le informazioni resterebbero validissime. Non possono essere usate come prova in un processo, ma possono comunque attivare tutte le altre verifiche degli ispettori del fisco. Possono essere trasmesse come segnalazioni alle procure, ma anche determinare l’avvio di ispezioni mirate da parte dell’Agenzia delle Entrate sui contribuenti sospetti. «Che se sono evasori – spiegano all’Agenzia’ verrebbero comunque stanati».

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ROGATORIA IN PORTO

GABRIELE FRONTONI PER ITALIAOGGI DEL 14/04/2010
Arriveranno a Torino entro fine mese i dati relativi ai 10mila conti correnti nelle mani della magistratura francese, riconducibili a cittadini italiani sospettati di evasione fiscale. La conferma è arrivata ieri dal procuratore generale di Nizza, Eric de Montgolfier, titolare dell’inchiesta sulla famosa lista Falciani, un elenco di ben 127 mila conti correnti sottratto da un ex dipendente ginevrino del colosso bancario Hsbc, Hervé Falciani per l’appunto, e consegnato dallo stesso nelle mani degli agenti del Fisco transalpino. Il numero uno della procura di Nizza ha confermato di aver appena ricevuto una rogatoria internazionale inviata dal Tribunale di Torino a cui darà immediatamente seguito inviando in Italia, nel termine presumibile di una ventina di giorni, i nominativi dei cittadini della Penisola potenzialmente implicati nel reato di evasione fiscale. «Ho appreso questa mattina che il Tribunale di Torino ha avanzato una richiesta di rogatoria in merito agli italiani sospettati di evasione, presenti nella lista di nomi sottratta da Hervé Falciani alla divisione svizzera di Hsbc», ha spiegato de Montgolfier. «La rogatoria sarà di certo soddisfatta. Ci sono più di 180 paesi interessati e circa 127 mila conti correnti. Effettivamente ci sono italiani, alcune migliaia di correntisti italiani», ha confermato il Procuratore di Nizza. La lista Falciani, secondo quanto si apprende dalle autorità francesi, risulta dunque ben più corposa rispetto a quanto ipotizzato inizialmente. All’indomani dello scoppio della querelle diplomatica tra Francia e Svizzera sulla questione dei dati bancari sottratti a Ginevra, infatti, si erano rincorse voci inesatte secondo cui l’elenco Falciani avrebbe riguardato 24 mila conti correnti, 9 mila dei quali non più attivi. Tenendo anche per buono quest’ultimo dato, il numero dei titolari di conti segreti nelle mani delle autorità fiscali francesi risulterebbe ben più cospicuo: 116 mila identità potenzialmente legate a operazioni di elusione del fisco a livello internazionale con una ramificazione capillare che si estenderebbe ben oltre i confini del Vecchio continente. Basti pensare alla rivelazione del Procuratore di Nizza secondo cui i nominativi della lista Falciani sarebbero dislocati in oltre 180 Paesi del mondo. quindi lecito pensare alla presenza di cittadini americani, insieme a quelli francesi e italiani di cui si è già avuta conferma. E questo avvalorerebbe la tesi dell’Irs, l’Agenzia delle entrate a stelle e strisce che soltanto pochi giorni fa aveva fatto sapere di essere pronta a scagliare una nuova offensiva contro un altro colosso del sistema finanziario svizzero. Senza tuttavia rivelare l’identità della banca nel mirino del Fisco. Al di là di queste congetture, una cosa sembra ormai certa. Hervé Falciani deve aver ricevuto dei soldi per consegnare un elenco tanto scottante alle autorità francesi. E questo, nonostante le rassicurazioni elargite a mani larghe dai membri del governo secondo cui l’ex dipendente di Hsbc avrebbe agito soltanto per questioni morali, non potendo più tollerare di essere parte di un sistema internazionale incentrato sull’evasione fiscale e sulla sottrazione di risorse alle casse dello Stato. Levatura morale che per il momento è costata a Falciani l’esilio dorato della Provenza. Quanto, invece, sia costato alle autorità francesi, ancora non è dato da sapere.

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FALCIANI, LA TALPA FUGGITA A BEIRUT CHE ADESSO FA TREMATE GLI EVASORI -

FEDERICO FUBINI PER IL CORRIERE DELLA SERA DEL 14/04/2010

C’è un dettaglio nella rocambolesca vicenda della lista della HSBC di Ginevra che, in superficie, appare bizzarro come l’intero viaggio di quei dati rubati. I nomi di decine di migliaia di sospetti evasori vengono dalla Svizzera, anzi sono stati sottratti illegalmente da Hervé Falciani, un impiegato infedele, presso banca della Confederazione. Eppure, la rogatoria della italiana è stata indirizzata a un giudice francese: il procuratore di Nizza Eric de Montgolfier.
In fondo è un’anomalia perfettamente logica: è Montgolfier che il 20 gennaio del 2009 fece arrestare Hervé Falciani nel suo appartamento di Mentone e ne sequestrò computer, chiavette elettroniche, agende, telefonini. Nel materiale di Falciani, un italo-francese che gestiva i computer di Hsbc a Ginevra, c’era tutto quello che le autorità fiscali di mezza Europa cercano. Quasi 130 mila conti bancari, nomi di sospetti evasori, i loro movimenti e indirizzi. Il 37enne Falciani, consapevole del potenziale tesoro che aveva sottratto, era partito per il Libano con la valigetta dei dati e la (presunta) amante Georgina Mickhael per cercare di monetizzare i suoi segreti vendendoli a qualche altra banca. Missione fallita. Li aveva poi offerti clandestinamente al Bnd, il servizio segreto civile tedesco. Anche lì, apparentemente, un buco nell’acqua (ma c’è chi si chiede da dove vengano i dati di evasori tedeschi in Svizzera oggi in mano a vari Länder). Infine, ormai braccato, Falciani era fuggito presso i suoi familiari a in Costa Azzurra, dove la sua storia ha preso un’altra accelerazione. Dal procuratore di Nizza che indaga sul caso, il governo di Parigi ha avuto i nomi di almeno tremila sospetti evasori transalpini.
 qui che il cerchio con l’Italia si chiude e anche i dettagli possono comportare conseguenze politiche notevoli. Perché a dicembre scorso Hans-Rudolf Merz, presidente svizzero, ha fatto sapere che avrebbe sospeso l’accordo di cooperazione fiscale con la Francia per protesta per l’uso di dati rubati da parte di Parigi. Fra i due Paesi è calato il gelo, che persiste. Visto da Merz, il fatto che la Francia ora tratti con l’Italia quei dossier rubati da Falciani a Ginevra deve apparire poco meno che ricettazione. Come ai tempi degli autovelox fiscali alle frontiere, sulla convivenza fra vicini di Italia e Svizzera si addensano nuovi nuvoloni.

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A FINE MESE LA SCADENZA DELLO SCUDO -
DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 14/04/2010 -
Ultima chiamata: il 30 aprile. questo il termine fissato dal governo per aderire allo scudo fiscale, l’operazione che permette il rimpatrio o la regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero e finora nascosti al Fisco, pagando un’aliquota che vale il 7% del patrimonio «scudato». Possono rientrare nella sanatoria capitali che vanno dai semplici contanti ai pacchetti azionari fino a immobili, barche e quadri. L’operazione, all’inizio tassata al 5%, è partita nel 2009.