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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

AURICCHIO Attilio

AURICCHIO Attilio Casoria (Napoli) 30 marzo 1970. Carabiniere. Maggiore, ex comandante del Reparto operativo di Roma, con le sue indagini fu un grande protagonista di Calciopoli e Calciopoli 2 • «[...] era un eroe, l’investigatore che ha scovato il marcio del calcio italiano. Sua la firma sotto ogni rapporto, sotto ogni intercettazione. Era quasi il coronamento di una bella carriera, per un ufficiale cresciuto nella Capitale, fama di professionista austero, malato di informatica [...] rappresenta [...] il completo capovolgimento di ruoli avvenuto in questo processo [...] gli imputati veri si sganasciano dalle risate ogni volta che si contraddice, e succede spesso. E il pubblico ministero diventa un avvocato difensore che ”cura” il suo assistito con sguardi tranquillizzanti e gesti della mano. Il controesame è una mattanza. Auricchio è in oggettiva difficoltà. L’avvocato Paolo Trofino lo incalza sui suoi rapporti con Franco Baldini, grande accusatore di Moggi, su interrogatori durati anche 20 ore che hanno poi prodotto verbali di sole cinque pagine, sull’interpretazione data dagli investigatori alla cena di Moggi e Giraudo nella casa livornese del designatore Paolo Bergamo. Le risposte sono incerte. A ogni parola del carabiniere, Moggi sorride, Pairetto commenta a voce alta, Bergamo litiga con Narducci, suo vicino di banco. Sull’onda della scena madre, ovvero l’ostensione dell’intercettazione farlocca di Giacinto Facchetti, si arriva al cuore dell’intera vicenda. Trofino urla: ”Vuole dire qual era il criterio? In base a cosa decideva la rilevanza penale delle intercettazioni? Perché non ha trascritto quelle di Facchetti e di molti altri? Se l’avesse fatto, il pm non si sarebbe mai spinto a quelle dichiarazioni”. L’invettiva rivela il cuore della strategia difensiva. Separare il ”reprobo” Auricchio dai magistrati con i quali ha lavorato, isolarlo, renderlo ancora più debole di quanto già non appaia per poter poi disegnare ombre alle sue spalle. ” importante capire il ruolo che hanno avuto alcuni grandi suggeritori in queste indagini e in questo processo”. Infine eccoci, il Grande complotto è servito. [...]» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 14/4/2010).