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 2010  marzo 09 Martedì calendario

PASOLINI, IL CAPITOLO PER ORA NON C’


Se il capitolo annunciato da Marcello Dell’Utri fosse davvero un dattiloscritto originale e sconosciuto di Petrolio, sarebbe una grande notizia per tutti. Per i lettori e per gli studiosi, perché il ritrovamento di un testo inedito di Pier Paolo Pasolini è comunque un evento letterario clamoroso. Per il Paese, perché un documento così rilevante nella biografia dello scrittore potrebbe addirittura aiutarci a capire meglio uno dei momenti più oscuri della storia d’Italia. Per gli eredi, perché offrirebbe l’occasione di ripubblicare una nuova edizione più completa del romanzo. E naturalmente per la Mostra del libro antico, che esibendo il testo venerdì prossimo a Milano metterebbe a segno un colpo memorabile.
Tutti insomma sperano che quello recuperato da Dell’Utri sia veramente il famoso Appunto 21, il capitolo intitolato ”Lampi sull’Eni”, il presunto capitolo rubato o trafugato, di cui da anni si parla ma che nessuno finora ha mai visto. Ora, a quanto pare, la presentazione delle preziose pagine sembra quantomeno rimandata. altamente improbabile che vengano mostrate venerdì a Milano, come spiega il senatore nell’intervista qui accanto. Il capitolo per ora non c’è. E se anche più avanti venisse fuori, ci vorrebbe poi del tempo prima di stabilire se quelle pagine sono realmente attribuibili a Pasolini. Perché c’è sempre il rischio che si tratti di un falso.
In attesa di avere qualche prima risposta, si possono intanto fissare alcuni punti fermi nella vicenda del capitolo (forse) scomparso.
Il furto.
Dell’esistenza di un capitolo segreto che sarebbe stato sottratto dal dattiloscritto originale di Petrolio, si parla da anni. Alla vicenda sono stati dedicati libri, inchieste giornalistiche, se ne è interessato persino qualche magistrato. In quelle pagine mancanti Pasolini avrebbe scritto dell’Eni, del suo presidente Eugenio Cefis, dei suoi rapporti con i servizi segreti, delle stragi degli anni Sessanta e Settanta. Il testo sostiene chi crede alla tesi del complotto conteneva notizie scottanti che potrebbero essere state anche il vero movente del suo omicidio. E per impedirne la pubblicazione il testo sarebbe stato rubato da sconosciuti che si sarebbero introdotti nell’abitazione dello scrittore nei giorni successivi alla sua morte. Ebbene, almeno su quest’ultimo punto si può arrivare a una certezza: il furto non è mai avvenuto. Lo ha ribadito una volta per tutte Graziella Chiarcossi, la cugina del poeta, che viveva con lui nella casa di via Eufrate e che ha custodito tutte le carte pasoliniane dal 2 novembre 1975 in poi.
I testimoni.
La notizia del furto è stata diffusa anni fa da un altro cugino, Guido Mazzon, che non ha mai frequentato la casa romana dello scrittore. Secondo la sua testimonianza, avrebbe saputo del furto da sua madre, che a sua volta lo avrebbe saputo al telefono dalla Chiarcossi. Insomma si tratta di una fonte molto indiretta e scarsamente attendibile. Probabilmente all’origine della leggenda c’è un equivoco. Il ricordo potrebbe essersi confuso con quello di un altro furto, avvenuto prima della morte di Pasolini: un topo d’appartamento entrò da una finestra aperta, si fermò nella stanza di Susanna (la madre del poeta), rubò la sua pensione da un cassetto e scappò via. Lo studio dello scrittore non fu mai violato dai ladri, né Pasolini ha mai lamentato con nessuno la sparizione di qualche suo testo.
L’Appunto 21.
Un altro elemento a sostegno delle tesi complottistiche è arrivato con la pubblicazione postuma di Petrolio (avvenuta nel 1992 con Einaudi, e successivamente con una nuova edizione di Mondadori). Nel libro c’è un capitolo intitolato ”Appunto 21 - Lampi sull’Eni” che però risulta completamente vuoto. Sarebbe questo dunque il capitolo scomparso? O forse è arrivato a ipotizzare qualcuno i curatori lo hanno intenzionalmente censurato? Una parziale risposta a questa domanda può arrivare dalla consultazione dei dattiloscritti originali conservati dal Gabinetto Vieusseux di Firenze. Nelle carte lasciate dallo scrittore l’Appunto 21 appare esattamente come è stato pubblicato nel libro: un titolo, e sotto una pagina bianca. Né può essere un indizio rilevante il fatto che nell’Appunto 22 Pasolini scriva: « ne ho fatto già cenno nel paragrafo intitolato ”Lampi sull’Eni” e ad esso rimando chi volesse rinfrescarsi la memoria». Un autore di romanzi in genere non procede in linea retta, ma a zig zag, e in un’opera incompiuta come Petrolio sono tanti i capitoli lasciati in bianco.