Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 06 Sabato calendario

VASSALLI PADRE E FIGLIO, UN’UNICA PASSIONE

Milano, casa Vassalli. Su una parete foto in bianconero di Giuliano Vassalli, l’illustre padre morto in ottobre (per sua volontà niente funerali di Stato: «Non voleva dare fastidio») ritratto nel 1968, durante la campagna elettorale per il Psi, a Cinecittà con Vittorio De Sica, Faye Dunaway e Marcello Mastroianni. Altre elezioni, altro fascino della politica.
Il padrone di casa, Alessandro Vassalli, 57 anni, penultimo dei 6 figli dell’eroico partigiano torturato in via Tasso dalle SS, avvocato (fu anche il difensore della famiglia Moro durante il rapimento) e insigne giurista, ministro della Giustizia in tre governi della Prima Repubblica, presidente della Corte Costituzionale, non sembra aver seguito le tracce paterne. Psicoanalista, Alessandro, si occupa da anni di bambini maltrattati, vittime di abusi e violenze. «Quando m’iscrissi all’università a Torino - facoltà di filosofia, indirizzo psicologico- papà era spaventato per la precarietà che la mia professione aveva allora in Italia. Insisteva per farmi fare giurisprudenza; mi portò persino una settimana a Parigi per cercare di convincermi. Era un vero ”papà chioccia”», ricorda con tenerezza Alessandro. Niente scelte da bamboccio dal papà tanto influente, per due volte candidato al Quirinale. «Far politica? Ci ho pensato solo negli anni Novanta. Mi rivoltava il sangue nel veder sparire il partito socialista, liquidato come se fosse stato solo il partito delle tangenti. E, però, non mi ritrovavo in nessuno dei nuovi schieramenti».
A Chicago nel 1979 ricercatore al Tribunale dei minori (creato nel 1879, il primo nella storia dell’umanità) Alessandro Vassalli aveva scoperto il drammatico problema degli abusi sui minori; nella Milano anni Ottanta ha diretto i primi centri (Caf e Cbm) per bambini maltrattati e le loro famiglie. «Siamo stati dei pionieri. Allora si pensava fossero casi estremi; il solo parlare di maltrattamenti ai bambini dava fastidio, era un vero tabù». Da allora molti passi avanti sono stati fatti; più esperienze, più preparazione e, anche, nuove scoperte scientifiche sul tragico impatto delle violenze nell’intera vita delle vittime impongono però, secondo Vassalli, una strategia politica in difesa dei nostri bambini.
«I casi che finiscono sui giornali sono solo la punta dell’iceberg: i bambini maltratti e abusati in Italia sono decine di migliaia. Parlo di bambini che subiscono maltrattamenti fisici o psicologici continuativi non episodici, trascuratezze gravi, abusi sessuali. Ogni Tribunale dei minori ha in carico un numero enorme di bambini vittime di violenze; i servizi sociali sono ormai sopraffatti dalle segnalazioni senza avere maggiori possibilità d’intervento».
In concreto, Vassalli, già presidente del Cismai (Coordinamento dei servizi per il maltrattamento e l’abuso all’infanzia) dal Governo si aspetta 3 cose: la nomina del «Garante nazionale dei minori» («Figura prevista dalle convenzioni internazionali; dovrà garantire livelli di tutela adeguati e uniformi ai bambini, vivano in Sicilia o in Lombardia); la creazione di un "Registro nazionale" («Solo raccogliendo tutti i dati il Governo avrà una foto chiara di ciò che sta succedendo»); infine, una legge quadro: «La tutela dell’infanzia oggi è affidata a una miriade di norme; occorre più chiarezza».
In questi mesi di lutto con i suoi fratelli Alessandro, sposato con due figli, ha cominciato a immergersi nell’immenso archivio paterno. Roma, casa Vassalli. La fittissima corrispondenza con Pietro Nenni; il caso Moro; gli ultimi scritti sul diritto tra pace e guerra (vedi Guantanamo). Tra migliaia di lettere, testi giuridici e politici Alessandro ha trovato un lungo racconto scritto da Giuliano Vassalli su otto generazioni della sua famiglia. Percorsi diversi, stessi valori. Fil rouge dei Vassalli: la difesa dei diritti civili e umani; tale tempra di padre, tale figlio.