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 2010  marzo 07 Domenica calendario

INDAGINE SULLA CUSTODE ANTICONCERTO

Per un pugno di minuti – «quattro» secondo gli organizzatori, di più «quaranta» per la vigilanza’ piovono pietre sui custodi del Pantheon.
Domani mattina ispettori del ministero dei Beni Culturali cercheranno di ricostruire le ragioni di quanto è accaduto domenica scorsa. Quando il quintetto russo Bach Consort, mentre si accingeva al finale con Vivaldi, è stato impietosamente sbaraccato per chiudere le porte della Rotonda secondo l’orario previsto. Da allora, blog, quotidiani e un filmato su YouTube gridano al paradosso e «allo scandalo». Può, ci si chiede, la città che punta al traguardo olimpico rivelarsi l’inaffidabile Roma dei tempi andati con burocrazia paleolitica e maleducazione?
«Quanto è accaduto al Pantheon, domenica 28 febbraio, è una brutta pagina che poteva essere evitata semplicemente con l’applicazione delle regole che lo stesso ministero viola costantemente. Respingiamo il linciaggio mediatico dei lavoratori» diceva ieri Gianfranco Cerasoli segretario generale Uil, accusando invece la soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici, Federica Galloni. La questione è, di fatto, racchiusa in quel pugno di minuti. Gli organizzatori infatti avevano fatto slittare il concerto di un’ora, ma la vigilanza non era stata autorizzata a gestire l’orario in modo flessibile. Ingabbiato dai ponteggi del nuovo restauro (a 3 anni dall’ultimo) ieri il Pantheon viveva il suo solito traffico. Turisti, scolaresche, visitatori singolarmente assorti. Dal gabbiotto Francesco Pagnini (il nome è sul suo cartellino) assiste al viavai di gente e s’affida al comunicato sindacale: «Il nostro lavoro credo parli per noi: il Pantheon non è precisamente un oscuro monumento di qualche paesino. Superiamo i tremila visitatori al giorno. Siamo aperti 362 giorni l’anno. Chiusi solo il 25, il 1° gennaio e il 1° maggio... Da 13 anni passo qui la Vigilia di Natale». La collega che compare sui blog mentre sbrigativamente invita i musicisti ad andarsene c’è, ma non è disposta a parlare. Pagnini la difende: «Abbiamo inviato una lettera di scuse al ministero e una relazione sull’argomento alla Soprintendenza».
Sabato, il ministro Sandro Bondi s’era detto «esterrefatto» per l’accaduto e aveva offerto a Gianni Alemanno, in quanto sindaco, le scuse per quanto avvenuto, ieri il ministro s’è scusato per lettera con i concertisti: «Per l’inqualificabile comportamento di alcuni custodi del Pantheon» e per «l’immagine insopportabilmente odiosa del nostro Paese» offerta dall’episodio. «La burocrazia uccide l’arte» aveva tuonato anche l’Adoc, associazione dei consumatori. Ma il più severo era stato il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro: «Roma ne esce a pezzi. I custodi hanno dimostrato di non avere alcuna consapevolezza del loro delicato ruolo e della loro professione». Il rettore del Pantheon, monsignor Daniele Micheletti, ha invece invitato a «non dare la croce al personale custode». Mentre un altro assistente chiedeva: «Qualcuno ha pensato a cosa sarebbe accaduto invece se, in deroga all’orario, fosse stato danneggiato il monumento? Cosa avrebbero detto allora di noi?». Chissà che l’ispezione di domani non risponda anche a questo.
Ilaria Sacchettoni