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 2010  marzo 08 Lunedì calendario

Le cinque giornate di Milano sono state uno dei maggiori episodi della storia risorgimentale italiana del XIX secolo

Le cinque giornate di Milano sono state uno dei maggiori episodi della storia risorgimentale italiana del XIX secolo. Quasi contemporaneamente ai moti popolari del 1848 che si sollevarono nel Regno Lombardo-Veneto, insorgeva, il 18 marzo di quell’anno la città di Milano. Fu questo il primo episodio a testimonianza dell’efficacia dell’iniziativa popolare che, guidata da uomini consapevoli degli obiettivi della lotta, poteva rivelarsi in grado di influenzare le decisioni dello stesso Re di Sardegna. Il presidio dell’Impero austriaco a Milano era munitissimo e comandato da un generale di lungo corso, Josef Radetzky, il quale, sebbene più che ottantenne, era energico e rigido: la vera espressione della severa mentalità militare austriaca che non aveva alcuna intenzione di cedere. Ma la città intera combatteva per le vie innalzando barricate, sparando dalle finestre e dai tetti, inviando messaggi per mezzo di palloni alle popolazioni delle campagne per esortarle a prendere parte alla lotta. Si formarono un Governo provvisorio di Milano presieduto dal podestà, Gabrio Casati, e un Consiglio di guerra, di cui era anima Carlo Cattaneo. La resistenza fu organizzata con intelligenza e decisione; eroici furono i Martinitt, i fanciulli dell’orfanotrofio, che si offrirono come portaordini per collegare i vari punti della città col consiglio di guerra. Radetzky vista la difficoltà di resistere nel centro della città, l´assediò con le forze di cui disponeva, ma timoroso d´essere attaccato alle spalle dall’esercito piemontese e dai contadini provenienti dalla campagna, preferì ritirarsi. La sera del 22 marzo 1848, gli Austriaci si ritiravano verso il "Quadrilatero", trascinando con sé numerosi ostaggi arrestati all’inizio della sommossa. "Quadrilatero" era chiamata la zona fortificata compresa fra le quattro città di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera del Garda. Fratta