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 2010  marzo 07 Domenica calendario

COME SI FA UN ARAZZO - DISEGNO

1 Primo atto della fabbricazione di un arazzo era la progettazione dell’immagine, a opera di un pittore che la studiava tramite schizzi grafici, fino a comporre un modelletto definitivo: approvato dal committente, questo sarebbe stato il prototipo da ingrandire sul cartone. Nel XV e XVI secolo schizzie modelletti erano disegnati; nel secolo XVII il fiammingo Pieter Paul Rubens studiava gli arazzi tramite bozzetti e modelli dipinti a olio, in tal modo elaborandone anche i colori.
CARTONE
1 Il modelletto, quadrettato per facilitarne la copiae l’ingrandimento, era trasposto nel modello definitivo, il cartone, grande quanto l’arazzo da realizzare. Nel XV secolo i cartoni (tutti perduti) potevano essere dipinti su tela, come anche dal XVII secolo in poi. Ma in genere, soprattutto nel XVI secolo, i cartoni erano su carta (numerosi fogli giunti insieme), eseguitia carboncino e tempera. Il cartonista poteva essere l’autore dei modelletti (eventualmente coadiuvato da assistenti), o un diverso pittore: più volte, nel XVI secolo, progetti per arazzi approntati in Italia furono spediti nelle Fiandre per essere ingranditi dai cartonisti fiamminghi. Il cartonista non si limitava a copiare i disegni, ma stabiliva i colori e aggiungeva dettagli ornamentali o paesistici; per facilitare e valorizzare il lavoro degli arazzieri, rafforzava i profili e i contrasti cromatici, e moltiplicava i dettagli, evitando le campiture monocrome e non insistendo sui passaggi sfumati da tono a tono o da colorea colore: un eccesso di varietà cromatica e sfumature si manifestò in Francia nel XVIII secolo, determinando arazzi "pittorici" ma instabili nei colori. Quando gli arazzi erano fabbricati a basso liccio (vedi sotto), i cartoni dovevano proporre un’immagine specularmente capovolta rispetto a quella che si voleva sull’arazzo. I cartoni, se non erano riprodotti una sola voltae resi con gli arazzi ai committenti, restavano agli arazzieri e venivano riutilizzati per le repliche, finendo rovinati; i cartoni di successo erano restaurati o rifatti, ma infine anch’essi consunti dagli arazzieri, i quali inoltre tagliavano a strisce i modelli per il basso liccio. I cartoni sopravvissuti sono pertanto rari. I più antichi e celebri sono quelli di Raffaello per gli Atti degli Apostolia
Londra; tre cartoni fiamminghi per i Fructus Belli , copiati da perduti disegni di Giulio Romano, sopravvivono al Louvre.
ARAZZO
1 L’arazzo è una copia fedeledel cartone,eseguita da un arazziere (in realtà: più tessitori operanti affiancati su un telaio) in una manifattura specializzata: piccola impresa con due-tre telai (tali le manifatture italiane), o grande impresa con decine di telai, come le manifatture private di Bruxelles (XVI-XVII secolo), o la fabbrica "di stato" dei Gobelins a Parigi (XVII-XVIII secolo). Il termine arazzo (derivato dal nome della città di Arras) indica la tecnica tessile con la quale si eseguivanoi parati figurati: tessuti, la cui "ossatura" era costituita da una fitta serie di fili paralleli’ l’ordito – che il tessitore intersecava, con doppia passata, coni filati colorati della trama, realizzando insieme il supporto e l’immagine.La trama eradilanae seta, talora arricchita da costosissimi filati d’oro e d’argento.
Qualità e costo (comunque alto) di un arazzo variavano rispetto alla finezza dei filati d’ordito e di trama, alla qualità della trama e delle sue tinture, all’impiego o meno dei fili aurei. I telai erano costituiti fondamentalmente da due lunghi rulli paralleli distanziati – da uno si svolgeva l’ordito, nell’altro si avvolgeva l’arazzo fabbricato – posti uno sopra l’altro (telaio verticale, ad alto liccio) o uno di fianco all’altro (telaio orizzontale, a basso liccio: di uso più facile e rapido, ma che produceva arazzi con immagini invertite rispetto ai cartoni). Oltre ai grandi parati da muro, si eseguivano ad arazzo bancali e spalliere, baldacchinie copri-tavola, antependia e paliotti per altare, fodere per divani. Dal 1350 al 1750 gli arazzi ebbero enorme successo (presso i ricchissimi che potevano pagarli), in Europa come in Italia, in quanto garantivano un decoro figurato monumentalee sontuoso, ma mobile e trasportabile.