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 2010  marzo 06 Sabato calendario

DANILO DOLCI CHI ERA?

Caro Furio Colombo, qua e là vedo riaffiorare un nome quasi dimenticato nella vita italiana: Danilo Dolci. Eppure tra gli anni Cinquanta e Settanta era il ”Gandhi italiano” conosciuto e sostenuto dagli Stati Uniti alla Svezia. Come spiegare un simile oblìo? * RICORDIAMO ai più giovani. Danilo Dolci, italiano nato in Slovenia e trapiantato in Sicilia, è stato il mite, non violento, inflessibile testimone della condizione contadina e del potere di mafia in Sicilia. Il suo libro ”Banditi A Partinico” (1955) è stata la prima denuncia clamorosa e immensamente coraggiosa contro la mafia di quest’uomo solo e senza partito, unito solo ai contadini-sudditi della mafia, e legato senza ritorno al loro destino. Ho detto il primo tratto di identificazione di Danilo Dolci, ”senza partito”, nonostante il suo impegno e la sua lotta fossero così vicini alle lotte del Pci e di Di Vittorio. Lo separa la nonviolenza e anche la decisione, di tipo mistico, di vivere con i sudditi la stessa vita dei sudditi. Oltre che ”senza partito” Danilo Dolci era anche ”senza Chiesa”, nel senso che non ha mai preteso di fare quel che faceva in nome di Dio o di una religione. Tutto ciò che era autorità (dai prefetti ai vescovo) non amava Danilo Dolci , che non accettava finzioni. Eravamo amici e a me è toccato di essere con lui a New York, visitando insieme tutti i gruppi che spontaneamente lo sostenevano. Ma prima ancora, per causa sua, ho perso il mio primo incarico giornalistico. Dirigevo il settimanale televisivo della nascente Rai-tv, ”Or izzonte”, con partecipazioni di Carlo Casalegno, Primo Levi, Norberto Bobbio (conduttore Gianni Vattimo, 1956). Abbiamo invitato Danilo Dolci nello studio di Torino, con la sua testimonianza, la sua narrazione, le sue fotografie sulla vita dei contadini di Partinico. E’ stata l’ultima trasmissione di ”Orizzonte”, primo rotocalco della Tv italiana.