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 2010  febbraio 27 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BATTISTI, CESARE"


Probattisti. Per inciso, chiediamo [a Marcelo Fleixo] anche cosa pensa della vicenda Cesare Battisti: «Non deve essere estradato», dice, perché lo ritiene un perseguitato politico.
Fonte: Carlo Grande, La Stampa 11/10/2009

Cesare Battisti […] protetto […] dalla cosiddetta "dottrina Mitterrand".
Fonte: Sergio Luzzatto, Il Sole-24 Ore 30/9/2009;

Maestro. «Arrigo Cavallina, il fondatore dei Proletari armati per il comunismo, che a differenza del suo allievo Cesare Battisti ha pagato fino in fondo il conto con la giustizia e ha cambiato vita».
Gianni Cantù
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 23/8/09

Freddo. Pare che dal Brasile pongano questa condizione: sì all’estradizione, ma solo se l’Italia cambia la pena, niente ergastolo ma trent’anni. «A me va bene anche se gli danno trent’anni - dice Alberto Torregiani [condannato sulla sedia a rotelle dopo l’omicidio del padre Pierluigi, gioielliere]- Anzi non mi interessa neanche se poi sta dentro trenta, venti o dieci anni. La mia è una battaglia di principio». Battisti con lui ha provato a farsi vivo solo negli ultimi anni, via mail, tramite un’amica giornalista: «Ho avuto l’impressione - dice Alberto - di un uomo freddo».
Fonte: Michele Brambilla, La Stampa 11/9/2009

Il Presidente. Napolitano ha pronunciato un gran discorso ieri, invitando alla riconciliazione, alla pace, all’abbandono di ogni rancore pur senza dimenticare, dato che dimenticare è impossibile. Ha fortemente criticato quegli ex terroristi che non smettono di esibirsi e giustificarsi nel tentativo di farsi passare per eroi romantici. Ha attaccato, senza far nomi, i brasiliani che non vogliono ridarci Cesare Battisti.
Fonte: sch. N.176519

«Per intenderci: lei [Dominique Manotti, scrittrice]non sarebbe mai andata da Sarkozy a perorare la causa di Cesare Battisti”». Marcello Fois in un paragone tra la Manotti e Fred Vargas
Fonte: sch. N. 170965

Rifugiato. Battisti Il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro ha concesso a Cesare Battisti lo status di rifugiato politico e ha quindi negato l’estradizione verso le carceri italiane, dove Battisti deve scontare due ergastoli.
Fonte: sch. N. 170212

Polar. Ricordiamo che alla fine degli anni Settanta, Battisti, in quanto leader dei Proletari armati per il comunismo, assassinò due persone sparando anche alle spalle e partecipò attivamente all’omicidio di altre due. Arrestato, evase in Francia, poi in Messico, poi in Francia dove divenne un famoso scrittore di ”polar” (polizieschi e noir).
Fonte: sch. N. 170212

Contumacia. Non si è presentato ai processi che lo concernevano per sua volontà. I processi si sono svolti davanti a un tribunale ordinario e secondo le normali procedure della legge italiana. […] Sarkozy e signora – che inopinatamente non mandarono in Italia Marina Petrella (assassina del generale Galvaligi) sostenendo che andava curata – si sono chiamati fuori dal caso Battisti, ma certo hanno fortemente contribuito alla formazione del clima culturale che ha reso possibile questa decisione brasiliana profondamente ingiusta.
Fonte: sch. N. 170212

Il presidente/2. Napolitano ha scritto al presidente Lula esprimendo «profondo stupore e rammarico».
Fonte: sch. N. 170212

In Brasile la decisione di Genro – che viene descritto come un convinto no global – ha diviso il mondo politico. Battisti, che a questo punto sarebbe dovuto tornare libero, resta per ora in carcere.
Fonte: sch. N. 170212

Bragaglia in brasile come Battisti. […] Un caso diverso […] da quello di Battisti, ancora detenuto nel carcere di Papuda, a 30 km da Brasilia e le cui sorti potrebbero decidersi a breve, più precisamente durante l’ultima settimana di febbraio. Secondo fonti ben informate, infatti, […] è più probabile che il governo di Lula approfitti del Carnevale, periodo in cui tutto il Brasile si ferma, per chiudere un caso che già tante polemiche ha creato in così poche settimane.

Asilo umanitario o rifugiato politico. Sul tipo di decisione che verrà presa, invece, resta ancora il mistero anche se alcuni suggeriscono la via d’uscita dell’asilo umanitario.
Fonte: Paolo Manzo, La stampa 8/2/2009

Malattia. Niente status di rifugiato politico insomma, come richiesto dal ministro Tarso Genro, […], giustificato dalle condizioni dell’ex terrorista dei Pac, ammalato di epatite e bisognoso di cure.
Fonte: Paolo Manzo, La stampa 8/2/2009

Voti. Intanto dai corridoi del Supremo Tribunal Federal (STF) cominciano a trapelare le prime indiscrezioni secondo le quali almeno cinque dei dieci ministri che parteciperanno al giudizio sul caso Battisti sarebbero inclini a votare contro Genro e per l’estradizione. Si tratterebbe del presidente Gilmar Mendes, del vicepresidente che analizza il caso Cezar Peluso e dei ministri Ricardo Lewandowski, Carlos Alberto Menezes Direito ed Ellen Gracie mentre Celso de Mello, il giudice di nomina più antica, ha anticipato che per «motivi personali» si asterrà. […]
Fonte: Paolo Manzo, La stampa 8/2/2009

A Parigi hanno applaudito l’asilo politico concesso dal Brasile a Cesare Battisti, fuggito dalla Francia nel 2004 alla volta di Copacabana.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 5/2/2009

Paola Filippi. 56 anni, padovana, «emigrata» a Parigi nel 1982, ex compagna di lotta di Battisti, condannata in via definitiva dal tribunale di Milano a 23 anni per banda armata e concorso in omicidio.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 5/2/2009

Parigi. Nella capitale francese gli ex terroristi sono una piccola comunità: […] Dunque non c’è solo il caso Battisti. […] Non rischia il rimpatrio neppure Filippi, naturalizzata francese grazie al matrimonio. Secondo la giustizia italiana, questa signora di mezza età il 16 febbraio 1979 partecipò insieme con Battisti e con l’allora fidanzato Diego Giacomini all’omicidio di Lino Sabbaclin, macellaio di Santa Afaria di Sala (Venezia) assassinato per aver ucciso un rapinatore. […] Scrisse di lei Pietro Forno, giudice istruttore nel processo ai Pac: «la Filippi si comportava da capo e dimostrava una freddezza che non aveva nemmeno il Battisti». […]
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 5/2/2009

Probattisti/2. Thomàs [Figlio della Filippi]: «Sono contento che il Brasile non abbia concesso l’estradizione per Battisti. Contro di lui ci sono solo le dichiarazioni dei pentiti». […]
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 5/2/2009

Di Marzio dice di non avere fiducia nella giustizia italiana […] Parla di Battisti, di cui ricorda le serate passate insieme con Cappelli e Villimburgo a discutere di estradizione, ma anche di politica, «magari prima delle elezioni italiane».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 5/2/2009

Arrigo Cavallina. «Sono il suo cattivo maestro. Ma quando lo arruolai era già un vero malavitoso». […] La sua autobiografia […] dedicato [a] a Cesare Battisti, il pluriomicida […], per dire che «era un malavitosetto romano dall’intelligenza vivace».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 31/1/2009

Arrigo Cavallina/2. A distanza di anni il giudizio di Arrigo Cavallina, fondatore dei Pac (Proletari armati per il comunismo), non è cambiato […] non gli va di parlare dell’ex compagno: «Mi hanno telefonato persino dal Brasile, dalla Francia, dall’Inghilterra. Su Battisti non ho nulla da dire». Si porta dietro il rimorso […]: «Sento una speciale corresponsabilità. L’ho conosciuto nel 1977 nel carcere di Udine, aveva voglia di uscire dalla sua condizione e trovare significati più profondi. Per sua disgrazia ha creduto di trovarli nella mia amicizia e nei miei orientamenti politici. Così, quando è uscito dal carcere, alle prime difficoltà è venuto da me a Verona. Mi chiedo quanto poteva essere diversa la sua vita, quanto male avrebbe evitato di fare, se non mi avesse incontrato». Qualcosa da dire, alla fine, Cavallina ce l’ha. […]
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 31/1/2009

Prime Armi. dura sentirsi indicare come colui che ha arruolato Battisti? «Arruolato per modo di dire. Battisti era già di suo l’uomo che è. Non ricordo chi di noi due uscì per primo di prigione. Ci siamo scritti per anni. Mi dispiace di non aver conservato quelle lettere. Era fuggito da Latina dopo averne combinato una delle sue, una rapina, immagino. Venne a chiedermi rifugio. Glielo trovai presso amici di Verona che poi mi hanno rimproverato duramente per anni» […]
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 31/1/2009

Badante. «La mia pena non ha avuto alcunché di riparatorio. Magari Battisti non acconsentirebbe a nessuna riparazione, non è disponibile a nulla di nulla. Ma se per ipotesi fosse possibile, io gli direi: guarda, sono passati 30 anni, hai fatto i disastri che hai fatto, da adesso in poi non ti aspetta la reclusione fino alla morte però devi donare il tuo lavoro, tre quarti di quello che guadagni come scrittore di libri gialli, al figlio di Pierluigi Torregiani (ferito nell’agguato che costò la vita al padre e ridotto in sedia a rotelle, ndr), alle famiglie di Lino Sabbadin (macellaio di Mestre ucciso in un tentativo di rapina, ndr), di Antonio Santoro (maresciallo della polizia penitenziaria assassinato a Udine, ndr), di Andrea Campagna (agente della Digos ammazzato a Milano, ndr). Va’ a sospingere Torregiani costretto in carrozzella, va’ a fargli da badante». Arrigo Cavallina
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 31/1/2009

Innocenza. «Battisti è stato condannato in contumacia all’ergastolo con sentenze passate in giudicato che lo definiscono assassino. Ma lui non dice ai francesi o ai brasiliani: sono un assassino politico, quindi accoglietemi, bensì sono un perseguitato da sentenze emesse in Italia utilizzando i pentiti e le leggi speciali. Si fa passare per innocente, sostiene che militava semplicemente in un’area rivoluzionaria ma, siccome era latitante, gli hanno scaricato addosso tutte le colpe. E fra l’altro rischia di veder aumentare il numero degli intellettuali che ci credono. Su questa sua contestazione io non mi esprimo. Tanto sa benissimo come la penso. Ma non voglio parlarne».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 31/1/2009

Torreggiani. Alberto è figlio del gioielliere Pierluigi [Torreggiani], freddato il 16 febbraio 1979 in un agguato punitivo firmato dal gruppo terroristico di sinistra ”Proletari Armati per il Comunismo”. Durante il conflitto a fuoco, l’allora 15enne Alberto fu colpito da una pallottola. Da quel giorno è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Come mandante dell’omicidio fu condannato Cesare Battisti.
Detenuto nel carcere di Frosinone, Battisti riuscì ad evadere e fuggire a Puerto Escondido, riparando poi in Francia e quindi in Brasile per evitare di finire dietro le sbarre, in Italia.
Fonte: Libero, 30/1/2009

Lettere. Torregiani ha accettato la lettera [di Battisti] che un’intermediaria, la scrittrice francese Frédérique Vargas, gli ha girato da Brasilia. Scrive la donna ad Alberto: «Perdonate di averla letta, ma era in portoghese e ho dovuto tradurla in italiano. Posso dunque garantirvi che non vi chiede nulla. Se accettate di leggerla, potete darmi il vostro indirizzo?».
Fonte: Libero, 30/1/2009

Germano Fontana. ex Prima Linea, quindi padre con Cesare Battisti dei "Proletari armati per il comunismo". […]
Fonte: Carlo Bonini, la Repubblica 30/1/2009

Fuga. nel 2007, viene catturato in Brasile, dove vive con falso nome dopo essere fuggito da Parigi la notte in cui la magistratura francese si prepara ad estradarlo. […]
Fonte: Carlo Bonini, la Repubblica 30/1/2009

Appelli. Cesare Battisti si è appellato a Parigi prima, a Brasilia poi, facendo leva sulla presunta irregolarità dei processi che lo avevano visto condannato in contumacia in Italia […].
Fonte: Carlo Bonini, la Repubblica 30/1/2009

Casa. Cesare Battisti non tornerà. Il Brasile sarà la sua nuova casa […].
Il Brasile ha concesso asilo politico a Cesare Battisti sollevando dubbi sul sistema giuridico italiano degli anni di piombo […].
Fonte: Carlo Bonini, la Repubblica 30/1/2009

Dottrina Mitterand. [Jean Musitelli]: «Mi stupisco che qualcuno possa rivendicare per lui l’applicazione della "Dottrina Mitterrand". assolutamente sbagliato. Per il dato temporale che abbiamo citato [valeva per i militanti arrivati prima del 1985 e Battisti arrivò nel 1991], e perché la magistratura francese ha già stabilito che quelli di Battisti sono crimini comuni, non politici. Vorrei sottolineare un altro equivoco». Quale? «Mitterrand aveva pubblicamente fissato limiti precisi. La Francia non ha mai inteso dare rifugio a militanti che avevano commesso crimini di sangue: loro sarebbero stati riconsegnati all´Italia»
Fonte: Carlo Bonini, la Repubblica 30/1/2009

Avvocati. La giallista Fred Vargas è convinta dell´innocenza dell´ex terrorista Cesare Battisti anche perché ci sono delle gravissime irregolarità - così afferma - nella nomina dei suoi avvocati difensori […].
Fonte: Pietro Colaprico, la Repubblica 30/1/2009

Avvocati/2. Gli avvocati che vengono citati dalla scrittrice [Fred Vargas] sono i milanesi Gabriele Fuga e Giuseppe Pelazza.
Fonte: Pietro Colaprico, la Repubblica 30/1/2009

Nomina/1: «Io - spiega il legale Gabriele Fuga, che è anche un militante anarchico di spessore - sono stato in effetti nominato da Battisti, ma non l´ho mai difeso. Per una ragione particolare, purtroppo poco dopo diventai anch´io un detenuto […] Battisti viene arrestato insieme ad altri dei Pac, i proletari armati per il comunismo, nel maggio ”79. Vado a trovarlo in carcere come difensore […]. Il 30 aprile dell´80, come dicevo, vengo arrestato io. Battisti nomina perciò Pippo Pelazza [..] Battisti l´ho visto l´ultima volta sul cellulare della polizia penitenziaria, che trasferiva me nel carcere di Firenze e lui in un altro» […].
Fonte: Pietro Colaprico, la Repubblica 30/1/2009

Nomina/2 «tornato a esercitare nel processo valido difendo - spiega Fuga - Enrica Migliorati, un´altra dei Pac, mentre il collega Pelazza difendeva Battisti, latitante. Facciamo i tre gradi del processo e anche se non ho mai difeso Battisti, dall´ultima sentenza sembrerebbe di sì. Ma è un errore materiale, forse di qualche cancelliere». E dunque? «In Francia hanno mandato la documentazione attraverso dell´Ambasciata italiana, che non aveva seguito il processo. Bastava controllare, non ho mai avuto alcuna delega per Battisti».
I giudici sanno […]che Pelazza era davvero l´avvocato di fiducia Battisti.
Fonte: Pietro Colaprico, la Repubblica 30/1/2009

Fred Vargas :«Il presidente [Sarkozy] era d´accordo con me sul fatto che il caso della Petrella e quello di Cesare erano simili. […] Nel mio impegno a favore di Battisti non c´è nulla di politico. Combatto per una verità, io penso che sia innocente».
Fonte: Omero Ciai, la Repubblica 28/1/2009

Se penso che il Brasile ha concesso lo status di prigioniero politico a Cesare Battisti, col plauso dei francesi che difendono Marina Petrella e considerano gli ex terroristi dei perseguitati, dò i numeri: sono persone che hanno ucciso e devono rispondere delle loro azioni. Questa sinistra non conosce i fatti, ha nostalgia del ”68 e della giovinezza. […] Sono stanco della ”gauche caviar” che guarda agli ex terroristi come incarnazione dell’avventura e di Corto Maltese.
Fonte: Erica Arosio, Gioia, 31/01/2009

Politici francesi a favore: Battisti era stato arrestato a Parigi all’inizio del 2004.
La sinistra francese aveva protestato e l’allora segretario generale del Partito socialista, François Hollande, era andato a far visita al carcere della Santé al «rifugiato italiano». Il sindaco socialista di Parigi, Bertrand Delanoë, […] s’era inoltre dato da fare con una campagna a favore di Battisti. Alcuni sindaci socialisti di «arrondissements» (distretti) parigini si erano impegnati a fondo contro l’estradizione dell’ex terrorista italiano.
Fonte: Alberto Toscano, Panorama, 29 gennaio 2009

La scorta. Quando, nel 2004, Battisti è stato posto in libertà vigilata, un codazzo di parlamentari socialisti e comunisti francesi ha preso l’abitudine di scortarlo al commissariato per l’obbligo di firma.
Fonte: Alberto Toscano, Panorama, 29 gennaio 2009

Lattitante. Finché ad agosto 2004 l’ex leader dei Pac è divenuto uccel di bosco, ridicolizzando il dispositivo di sicurezza francese.
Nella primavera 2007, però, agenti francesi hanno collaborato con quelli italiani nel rintracciare e fare arrestare Battisti in Brasile […].
Fonte: Alberto Toscano, Panorama, 29 gennaio 2009

Gauche Caviar. Scrittori e intellettuali come Gabriel García Márquez, Fred Vargas, Daniel Pennac e Bernard-Henri Lévy hanno fatto appelli per lui. Persino le sorelle Bruni (compresa Carla, première dame di Francia) protestano la sua innocenza.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Pietro Mutti. Manda in onda il filmino in super8 di quando uccideva con Battisti, che definisce «un opportunista». […]
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Battisti, come narrano i suoi biografi, dopo gli anni del terrorismo ha scelto una «vita picaresca» (si è rifugiato anche a Puerto Escondido, ispirando uno dei personaggi dell’omonimo film di Gabriele Salvatores) ed è stato iniziato alla letteratura da Paco Ignacio Taibo II […].
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Il Battisti snello e abbronzato, immortalato in Brasile dai fotografi con la camicia viola aperta sul petto
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Omicidio Santoro. 33 anni fa i due uomini [Battisti e Mutti], all’epoca ragazzi, sono partiti insieme su una Simca 1.300 per andare a uccidere Antonio Santoro, 52 anni, maresciallo capo, comandante delle carceri di Udine: […] il 6 giugno 1978. Il loro quartier generale è una tenda da campeggio piantata vicino a Grado. Alle 7.40 del mattino Battisti, con barba posticcia, e Migliorati, vistosa parrucca rossa, si baciano nelle vicinanze della casa di Santoro. Fanno i fidanzatini per non insospettire la vittima. E su quelle effusioni scherzeranno in seguito con i compagni. Santoro esce dalla sua abitazione e passa accanto ai due giovani. Battisti gli spara alle spalle. […].
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Milano. Battisti era approdato a Milano per i numerosi problemi con la giustizia. Teppista di Cisterna Latina, prima di finire in carcere a Udine per rapina, da 17 a 20 anni era stato segnalato dalle caserme dei carabinieri di mezzo Lazio. Mutti fu il primo ad accogliere in casa propria questo Battisti randagio, nel quartiere milanese della Barona, dove i Pac erano nati, costola dell’Autonomia operaia: «Arrivava dal carcere, quindi aveva imparato delle regole, era ordinato e pulito».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Birra e ragazze. «Io [Mutti] e gli altri compagni uscivamo spesso, si andava a bere alla birreria Stalingrado, ma lui ci seguiva raramente, non voleva rischiare i controlli della polizia, che teneva sott’occhio il locale». Alle ragazze piaceva, però non a tutte: ”Ad alcune faceva paura”».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Malefatte «Era informato di ogni cosa. Devo essere sincero, gli unici che sono stati protagonisti di tutte le malefatte dei Pac siamo io e lui, i due operativi » Mutti.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Omicidio Sabbadin e Campagna. Secondo le sentenze, il 16 febbraio 1979, lui e Diego Giacomini «abbattono» (così scrivono i giornali) il macellaio mestrino Lino Sabbadin. Battisti, però, in quell’occasione non spara. Lo farà due mesi dopo, quando ucciderà con cinque colpi calibro 357 magnum l’autista della Digos Andrea Campagna, davanti agli occhi del suocero. «In questo caso la mia testimonianza è indiretta» precisa Mutti.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Fuga dal carcere: «Due anni dopo, nel 1981, organizzai la fuga di Battisti dal carcere di Frosinone e lui, che del prigioniero politico aveva poco, fece scappare con sé un giovane camorrista». Il futuro giallista amato dai francesi viene ospitato da alcuni amici incensurati («Di questo, però, non ho mai parlato» taglia corto Mutti).
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

«Cesare dovrebbe prendersi la responsabilità delle sue azioni, come ho fatto io» Mutti.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Probattisti/4. Il fratello di Battisti, Domenico, dice a Panorama: «Quell’uomo [Mutti] si è salvato dall’ergastolo scaricando le responsabilità su mio fratello».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Probattisti/5. Adesso Battisti si definisce un capro espiatorio.
Il fratello Domenico: «Qualcuno vorrebbe chiudere i conti con gli anni di piombo incolpando piccoli delinquenti come Cesare. Meglio dare la colpa a loro che al Pci dei tempo che ci mandava in giro a fare cavolate».

Contro. Ci sono comunque altre testimonianze che confermano le parole di Mutti. Per esempio quelle della ex fidanzata e compagna di lotta di Battisti, Maria Cecilia B., oggi docente universitaria. In un interrogatorio dichiara: «Nella primavera del 1979 Battisti, nel dirmi l’effetto che faceva uccidere una persona (e ”in particolare vedere uscire il sangue da un uomo colpito”, si legge in una sentenza), fece riferimento all’omicidio Santoro, indicando se stesso come uno degli autori».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Contro/2. Cavallina: «Quando sento che Cesare fa la vittima dall’altra parte del mondo, mi viene da sorridere».
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Contro/3. Massimo T., ex militante dei Pac, «Battisti non mi era particolarmente simpatico, lo trovavo troppo sicuro di sé con pochi scrupoli. Non aveva dubbi, gli mancava il senso della tragedia che permeava quegli anni. Un giorno mi chiesero di guidare l’auto che doveva portare il gruppo a fare una gambizzazione (quella dell’agenzia di custodia Arturo Nigro, ndr). Con me c’erano Battisti e Mutti. Dopo l’azione io ero sconvolto, loro non mi sembrava. […]
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Contro/4. Gli ex compagni dei Pac ribattono: «Battisti una vittima? E’ una cosa difficile da digerire». Giacomo Amadori
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 29 gennaio 2009

Enfant gaté. Cesare Battisti, enfant gaté della Gauche caviar e campione assoluto dell’impunità: uno, per intenderci, al cui confronto Curcio fa un figurone. Battisti, non contento di avere ammazzato e fatto ammazzare, non contento di averla sfangata con un paio d’anni di galera, non contento di essere stato coccolato a Parigi spacciandosi per uno scrittore, non contento di aver usufruito della protezione - sia pure per interposta persona - perfino di un presidente conservatore come Sarkozy, non contento di aver potuto «fuggire» dalla Francia con la gentile collaborazione della gendarmeria, è riuscito a farsi riconoscere come perseguitato politico e a ottenere asilo in Brasile.
Fonte: Luca Crovi, il Giornale 20/01/2009

Renato Curcio. si è lamentato per non avere una pensione: «Eppure - ha detto - ho lavorato in vari carceri, ma risulta che non sono stati versati i contributi» […] (per l’ottenimento consigliamo a Curcio di chiedere a Battisti: con l’intercessione di una madame Carlà nulla è impossibile).
Fonte: Luca Crovi, il Giornale 20/01/2009

«Buonasera, di che cosa vuole parlare?». Della mancata estradizione di Cesare Battisti, senatore Cossiga. «Ah! Ma lo sa che in questa storia c’entro anch’io?». Sì, lo sappiamo. E’ scritto al punto 28 della decisione comunicata ieri dalle autorità brasiliane all’Italia. «Il ricorrente – si legge nel provvedimento del ministro della Giustizia verde-oro, laddove "ricorrente" significa proprio Battisti – ha presentato una lettera di Francesco Cossiga, che partecipò attivamente all’elaborazione delle leggi di emergenza italiane. Oggi, Cossiga attesta che i "sovversivi di sinistra" venivano considerati, nell’Italia degli "anni di piombo", come "semplici terroristi e talvolta come criminali comuni". L’autore della lettera sostiene, tuttavia, l’improprietà di questa classificazione attribuita al ricorrente».
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 15/01/2009

Imbarazzo. Cesare Battisti, che pure lei chiama «terrorista», tornerà libero anche grazie a questa lettera. Imbarazzato? «No - risponde Cossiga -, perché mai? Io quelle cose le ho sempre pensate e dette, e dunque non potevo fare diversamente».
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 15/01/2009

Imbarazzo/2. Un po’ d’imbarazzo per quella lettera Francesco Cossiga potrebbe provarlo, ad esempio, davanti alle vittime degli attentati per i quali Battisti è stato condannato all’ergastolo. Uno è costretto da trent’anni su una sedia a rotelle. «Mi dispiace per lui - ribatte l’ex presidente -, ma io non devo spiegargli nulla. Io avrei voluto vedere Battisti in galera, ma se non ci siamo riusciti non mi si può chiedere di sostenere tesi diverse da quello che ho sempre sostenuto.
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 15/01/2009

Processi ingiusti. Cossiga si chiama fuori: «Io non ho detto e non dico che Battisti è un perseguitato politico, ma che i suoi delitti sono politici. Quanto alle leggi, non è vero che furono antidemocratiche, e comunque non posso dirlo io che le ho scritte e firmate. Ma che ora l’Italia pensi a una protesta diplomatica mi fa ridere; se fossi il ministro brasiliano, davanti all’ambasciatore italiano che viene a chiedere conto della decisione lo prenderei a calci nel sedere...».
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 15/01/2009

Mauro Aurélio Garcia. Il consigliere personale per la politica internazionale di Luiz Inacio da Silva: «Ho seguito Sarkò e Lula in tutti gli incontri, anche quelli più privati e vi assicuro che di Battisti non s’è parlato - spiega Garcia che, tuttavia, conferma le pressioni internazionali - abbiamo ricevuto alla presidenza varie lettere affinché non sia concessa l’estradizione, dalla Francia ma anche una dall’Italia, una di Tony Negri, ma la questione è di competenza del ministro della Giustizia Tarso Genro e non di Lula».
Fonte: LA STAMPA, 7/1/2009

Dirceu e O Leg. «Sono contrario all’estradizione di Cesare Battisti», aveva affermato l’ex ministro degli Interni José «Zé» Dirceu, [… che] è stato «contattato dai famigliari del Battisti» attraverso una missiva in cui questi gli hanno chiesto di battersi contro l’estradizione del loro caro. «Ho risposto loro che non posso farci nulla», ha spiegato Dirceu al settimanale brasiliano CartaCapital, fatto salvo ammettere [..,] ha incontrato […] l’avvocato Luiz Eduardo Greenhalgh, noto ai più come «o Leg», per parlare in privato di Battisti. Anche «o Leg» oggi difende l’ex terrorista e dichiara sicuro al quotidiano Estado di San Paolo che «sia le leggi sia un trattato firmato nel 1993 tra il Brasile e l’Italia impediscono le estradizioni dal nostro Paese «per crimini politici».
Fonte: LA STAMPA, 7/1/2009

Gauche Caviar/2. Con rilievo e in esclusiva, Le Point riferisce che Sarkozy avrebbe ricevuto in via informale all’Eliseo la scrittrice Fred Vargas, sostenitrice della causa di Battisti e capofila della vasta mobilitazione di artisti e intellettuali per impedire l’estradizione dell’ex terrorista.
Fonte: M. Na., Corriere della Sera 2/11/2008

Visita di stato. Secondo il giornale, il presidente avrebbe accennato all’eventualità di affrontare il problema con il ministro della Giustizia brasiliano in occasione di una prossima visita di stato in Sud America.
Fonte: M. Na., Corriere della Sera 2/11/2008

Malattia/2. Battisti, arrestato in Brasile, si trova in carcere in attesa che la magistratura si pronunci sull’eventualità di un’estradizione. In questo caso, direttamente in Italia. Anche per Battisti, come nel caso della Petrella, si parla di problemi di salute, soprattutto di ordine psicologico.
Fonte: M. Na., Corriere della Sera 2/11/2008

Dall’incontro, pare avvenuto venerdì, la scrittrice Fred Vargas sarebbe uscita soddisfatta. Tuttavia, dall’Eliseo non arriva nessuna conferma dell’avvenuto incontro e tantomeno sui contenuti.
Fonte: M. Na., Corriere della Sera 2/11/2008

Influenze. In favore dell’ex brigatista, condannata per omicidio, sono intervenute la moglie del presidente, Carla Bruni e sua sorella, l’attrice Valeria Bruni Tedeschi. Quest’ultima, in una recente intervista, ha affermato che «Battisti è ormai una persona diversa e non dovrebbe stare in prigione» Un’opinione che non dovrebbe tuttavia influenzare il presidente. M.Na.
Fonte: M. Na., Corriere della Sera 2/11/2008

«Criminale politico» Il dossier di Cossiga che aiuta Battisti. «Il detenuto Cesare Battisti è un delinquente politico, non comune ». Firmato: l’ex presidente della Repubblica italiana. Era tutto quello che volevano i legali dell’ex terrorista. Un parere autorevole per tentare di ribaltare una sentenza che sembrava già scritta, l’assai probabile restituzione di Battisti all’Italia. «Sì, ho risposto alla richiesta arrivatami dal Brasile», conferma al Corriere Francesco Cossiga: «Come ho già affermato in altre occasioni, i delitti per i quali Battisti è stato condannato sono politici, come tutti quelli commessi dai brigatisti nella loro attività».
Fonte: Corriere della Sera 25 luglio 2008, Rocco Cotroneo

Avvocati. Passato un anno di detenzione, l’ex terrorista ha cambiato strategia, sostituendo il primo collegio difensivo con un legale di fama, l’avvocato esperto in diritti umani ed ex deputato Luiz Eduardo Greenhalgh [O leg], amico di lunga data del presidente Lula, con ottimi contatti a tutti i livelli.
Fonte: Corriere della Sera 25 luglio 2008, Rocco Cotroneo

«non importa di che partito fossero Nazario Sauro o Cesare Battisti, è il loro ruolo di irredentisti che li ha resi eroi» Pierluigi Concutelli.
Fonte: Il Giornale 21 marzo 2008, Antonio Lodetti

INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: MASSIMO PINI "CRAXI. UNA VITA, UN’ERA POLITICA" MONDADORI 2006
425 Battisti, Cesare

INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: SERGIO RIZZO - GIAN ANTONIO STELLA "LA CASTA. COSI’ I POLITICI ITALIANI SONO DIVENTATI INTOCCABILI" MONDADORI 2007
195,197,206 Battisti, Cesare

nella domanda firmata da Mastella, che Battisti «deve scontare in Italia la pena dell’ergastolo» per gli «omicidi premeditati» dell’agente di custodia Antonio Santoro (Milano, 6 giugno ’78), di Pierluigi Torreggiani e Lino Sabbadin (Milano e Mestre, 16 febbraio ’79) e di Andrea Campagna (Milano, 19 aprile ’79).
Fonte: F.Sar. Corriere della Sera 6/5/2007

quando la Francia s’era finalmente decisa a concedere l’estradizione, era scappato, tradendo anche la fiducia degli intellettuali francesi che s’erano levati in sua difesa e avevano accusato l’Italia di aver fatto un processo politico, in assenza dell’imputato e orientato in partenza.
Fonte: sch. N. 133677

In Brasile è stato preso grazie a una donna che gli stava portando novemila euro - l’ultima provvista per sopravvivere - e che è stata pedinata. Adesso hanno chiesto l’estradizione sia i francesi che gli italiani. Non è ancora detto che Battisti sconti davvero la sua pena.
Fonte: sch. N. 133677

Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato, ha chiesto in sostanza che Cesare Battisti, autore materiale di almeno due omicidi secondo sentenza definitiva, venga lasciato tranquillo.
orrado Augias, la Repubblica 21/3/2007

L’amica. Ed è stata lei, Lucie Genevieve Oles, a condurre involontariamente le polizie di Italia e Francia sulle tracce di Battisti. […] Sospettando della donna, che aveva prenotato un volo per Rio, gli uomini dell’Interpol l’hanno seguita, scoperto l’albergo di Copacabana dove alloggiava e infine localizzato luogo e ora dell’appuntamento con Battisti. La donna aveva con sé novemila euro in contanti
occo Cotroneo, Corriere della Sera 19/3/2007

Latitante/2. Il processo si terrà a febbraio. Cesare Battisti. Il governo francese ha concesso l’estradizione per Cesare Battisti, condannato in Italia in via definitiva per quattro omicidi, divenuto famoso nel suo rifugio francese come scrittore di gialli. Battisti è però irreperibile dal 14 agosto.
Fonte: sch. N. 96907

L’ex terrorista Cesare Battisti, condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi ed ormai prossimo all’estradizione dopo essersi rifatto una vita in Francia come scrittore di successo, non si è presentato alla polizia per l’obbligatoria firma settimanale: il suo avvocato ha rassicurato che si tratta di una "defaillance momentanea" ed ha spiegato che le ultime vicende lo avevano fatto cadere in una forte depressione, ma sembra chiaro a tutti che è scappato.
Fonte: sch. N. 94893

Martinet [Gilles ha scritto] una prefazione a un libro su Cesare Battisti, uscito pochi mesi fa.
Fonte: g.m., ”la Repubblica” 30/3/2006

Cesare Battisti. La magistratura francese ha scarcerato Cesare Battisti, un italiano di 51 anni, responsabile di quattro omicidi, condannato in Italia con sentenza definitiva a due ergastoli, fuggito in Messico e poi in Francia, dove ha trovato rifugio, comprensione e solidarietà anche istituzionale grazie alla vecchia dottrina Mitterrand, secondo la quale i terroristi dei cosiddetti anni di piombo (1975-1981) hanno combattuto una guerra civile contro uno Stato dittatoriale (l’Italia), che li ha condannati con procedure tiranniche. Battisti è diventato nel frattempo uno scrittore famoso di gialli e inveisce adesso contro chiunque non lo considera un perseguitato. L’Italia ha chiesto l’estradizione. Una vasta area della società intellettuale francese si è mobilitata in difesa di Battisti, proclamando che mai come adesso l’Italia è un regime dittatoriale, governato da un despota e dove non ci sono garanzie per gli imputati. Battisti è stato condannato nel 1982 e nel 1984 in processi normalissimi dove sono state prodotte tonnellate di prove scritte e decine di testimonianze. L’organizzazione terroristica di cui faceva parte era il Pac (Proletari Armati per il Comunismo). Le sue vittime: un agente, un maresciallo di polizia, un gioielliere, un macellaio. I francesi decideranno sull’estradizione il 7 aprile.
Fonte Sch. N. 87882

"Rispondo a un’emozione e il mio vecchio principio, quasi volterriano, è che dopo un certo numero di anni la giustizia si trasforma in vendetta" (Lo scrittore francese Philippe Sollers a proposito dell’estradizione di Cesare Battisti).
Fonte: Cesare Martinetti, ”La Stampa” 9/3/2003, pagina 9.

FAZZUOLI Federico. Entrato in Rai nel 1978 come sceneggiatore, ha firmato tra l’altro Alto Tradimento - Un’indagine su cesare Battisti
(Enciclopedia della Televisione Garzanti, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 1996).