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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

« LA CHIESA NON PUO ESSERE DEMOCRATICA»

«La Chiesa non può diventare una democrazia, sebbene diversi movimenti ne reclamino la ”democratizzazione” per passare da una Chiesa considerata paternalistica a una Chiesa-comunità». il cuore della lectio magistralis tenuta dal segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla Pontificia Facoltà di Teologia dell’Università di Wroclaw, in Polonia, da cui il cardinale ha ricevuto la laurea honoris causa. Nel suo intervento dal titolo ”Democrazia e Chiesa”, Bertone evidenzia come «la Chiesa si costituisca attraverso discussioni, accordi, decisioni: un processo al quale non sfugge neanche la liturgia, che non deve corrispondere a uno schema già stabilito, ma sorgere ad opera della comunità per la quale viene celebrata». Il porporato nega però l’equivalenza fra l’organizzazione religiosa e il parlamentarismo delle realtà politiche democratiche, e, confermando una radicale differenza rispetto alla prospettiva liberale classica, mette in risalto come «il pluralismo ecclesiale non possa essere concepito come pluralismo di individui, bensì come pluralismo di chiese particolari e di comunità». Quindi pone l’accento sul concetto di testimonianza, che «traduce in sede ecclesiale e religiosa l’idea della rappresentanza, poiché le forme di controllo introdotte nel corso della storia per contenere gli abusi di potere da parte della gerarchia raramente hanno generato un’autentica esperienza di comunione cristiana». Bertone esprime il suo scetticismo e contrarietà verso «ogni forma di attivismo associazionistico», confermando la necessità di «edificare la Chiesa, attraverso cui il cristiano costruisce, anima, trasforma e redime il mondo».
Traendo spunto dalle critiche di chi chiede una maggiore partecipazione dei fedeli alla vita delle istituzioni ecclesiastiche, il segretario di Stato vaticano sottolinea che «una Chiesa frutto di autodeterminazione democratica pone precise domande: A chi spetta il diritto di prendere decisioni? Su quale base ciò avviene?». Secondo Bertone, «una Chiesa che riposi solo sulle decisioni della maggioranza diventa una realtà puramente umana, dove l’opinione sostituisce la fede». La strada per sciogliere questa contraddizione è, per il cardinale, quella della «comunione ecclesiale, facendo e decidendo assieme, puntando sulla testimonianza piuttosto che sulla rappresentanza, e improntando il rapporto tra vescovi e fedeli non in termini di controllo, di potere, e di sottomissione, ma di condivisione e collaborazione tra vescovi e fedeli». E al laicato, osserva Bertone, «devono essere riconosciuti nuovi spazi e maggiori responsabilità da parte della Chiesa, in linea con l’orientamento espresso dal Concilio Vaticano II e con le indicazioni di Papa Wojtyla». Il coinvolgimento dei fedeli deve essere favorito, secondo il cardinale, da uno «stile nuovo, quello presente nei sinodi ecclesiastici: un metodo che ha il pregio di coinvolgere tutte le comunità, chiamandole alla partecipazione attiva e responsabile, che esige ricerca, dialogo, e ascolto di tutti».