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 2010  febbraio 13 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 15 FEBBRAIO 2010

Preventivi gonfiati con l’avallo di alti funzionari per drenare soldi dalle casse dello Stato e spartirsi i miliardi dei lavori pubblici: è lo scenario tratteggiato dalle carte dell’inchiesta di Firenze che la settimana scorsa ha travolto la Protezione civile. [1] Accusati di corruzione continuata, sono stati arrestati l’ingegner Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, fino al 13 giugno 2008 «soggetto attuatore» delle opere del G8 alla Maddalena; Fabio De Santis, suo successore alla Maddalena; Mauro Della Giovampaola, ex componente tecnico della struttura di missione guidata da Balducci per il G8, poi coordinatore dell’unità tecnica di missione per le opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia; l’imprenditore Diego Anemone, vincitore tra l’altro di tre appalti per il G8. Il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per corruzione. [2]

«Questo è un emendamento scritto dalle Procure al decreto legge sulla protezione civile», ha commentato un anonimo ministro. La tesi largamente prevalente dentro l’esecutivo è che «il vero obiettivo dell’inchiesta della Procura di Firenze è la riorganizzazione della macchina della protezione civile voluta da Guido Bertolaso e contenuta nel decreto legge votato martedì dal Senato» (Giorgio Santilli). [3] L’iter del decreto riprende domani a Montecitorio. L’opposizione ha chiesto di fermare il varo della cosidetta ”Protezione civile spa”. Dario Franceschini (Pd): «I commissari all’emergenza non potranno essere indagati»; Anna Finocchiaro (Pd): «Il decreto dà a un soggetto privato il potere di deroga a tutte le leggi dello Stato»; Luigi De Magistris (Idv): «La corruzione sarà ulteriormente più facile». [4]

Nelle ore immediatamente successive agli arresti, è girata voce che Bertolaso fosse protetto da un apposito ”scudo” già approvato dal parlamento. [5] Il Fatto Quotidiano: «L’art. 3 del decreto legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2009 in discussione alla Camera, che di fatto sancisce la privatizzazione della Protezione civile, al comma 4 dice: ”Dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 gennaio 2011, non possono essere intraprese azioni giudiziarie e arbitrali nei confronti delle strutture commissariali e della unità stralcio e quelle pendenti sono sospese…”. Dunque, Dario Franceschini è stato impreciso nel ribattezzarlo ”Lodo Bertolaso”. Idem per ciò che ha detto Bersani, che lo ha definito ”scudo Bertolaso”. La sospensione infatti non è prevista per i procedimenti penali contro le persone, ma per le cause civili e i ricorsi giudiziari al Tar contro la struttura. E di conseguenza non sospende i procedimenti penali a cui vengono sottoposte le persone. Serve solo per ribadire il solito concetto: non intralciate il premier ”del fare come non importa” e la sua ombra Guido Bertolaso». [6]

A Giuseppe Zamberletti, «il papà della Protezione civile in Italia» («Con la divisione delle competenze nei ministeri, prevaleva ora l’aspetto dei soccorsi, ora quello della ricostruzione. Decidemmo per il dipartimento funzionale presso la presidenza del consiglio, come fosse una direzione d’orchestra»), l’idea della Spa non piace: « stata immaginata per creare una struttura permanente, perché oggi ogni volta ci si trova ad improvvisare. Io preferirei una struttura interna al dipartimento. Perché non mi piace la Spa? Non ne vedo la indispensabilità, mi sembra che ci sia il rischio di una nuova Italstat, una società pubblica. Inoltre i poteri straordinari rimangono alla protezione civile, non si trasmettono alla Spa. La protezione civile, così come pianifica i soccorsi, deve pianificare anche i manufatti e i costi delle fasi successive alla prima emergenza». [7]

Nel progetto di Bertolaso, la Spa (Protezione civile servizi) garantirebbe un salto di qualità in termini di autonomia organizzativa rispetto all’attuale dipartimento. Santilli: «Senza contare la possibilità per la nuova spa di allargare il raggio delle collaborazioni ai commissari straordinari di ogni ordine e grado sparsi sul territorio nazionale, per far fronte con il proprio supporto tecnico a qualunque ”stato di emergenza”. vero che al Senato il disegno originario è stato parzialmente ridimensionato ed è passato in votazione (con il sostegno della maggioranza) un paletto posto dal Pd che limita l’attività della nuova ”esclusivamente” ai servizi prestati al dipartimento. Questa norma viene però contraddetta in almeno tre punti dallo stesso decreto legge: con la previsione di eccezioni alla ”esclusività” che possono essere disposte per legge, con la possibilità di inserire nello statuto della spa attività diverse da quelle fornite al dipartimento e con il riferimento diretto alla collaborazione della nuova spa con il commissario straordinario per il piano carceri». [3]

Da Palazzo Madama è uscito un testo, equilibrato per la maggioranza, che dà seguito al disegno di Bertolaso ma lo ridimensiona in alcuni punti come volevano diversi settori del centro-destra. Santilli: «A questo punto di sintesi il governo non rinuncia, fa quadrato di fronte alle inchieste della magistratura». [2] Tra le poche voci discordanti della maggioranza c’è Mario Baldassarri (Pdl), presidente della commissione Finanze del Senato, unico nel centro-destra a opporsi con i fatti (astenendosi dal voto) alla trasformazione della Protezione civile in società per azioni: «Mi posso fidare di Guido Bertolaso anche al 110 per cento, ma facendo leggi mi devo preoccupare anche di chi verrà dopo di lui, nella girandola delle nomine. Le persone passano, le istituzioni restano, e non si possono creare poteri senza controlli. Come liberale, dico che non è così che si fa funzionare il mercato. Come cattolico, dico che è meglio non creare occasioni per peccare». [9]

«’Protezione civile Spa” esiste già, al suo peggio, con il capitale delle nostre tasse interamente versato», ha scritto Furio Colombo sul Fatto di sabato. [9] Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del Pd: «Dal 2002 ad oggi Berlusconi ha definito a sua discrezione cosa deve essere considerato stato di eccezione ben 500 volte. L’ordinanza di Protezione Civile è diventata lo strumento ordinario dell’azione del suo governo». [5] Manuela Bonaccorsi: «Come il ruolo del Parlamento viene svuotato da decreti e voti di fiducia, l’atto di governo si riduce a un’ordinanza. La parola dice tutto: un ordine imperativo, in deroga alle norme vigenti, eseguito da un commissario straordinario. Che non necessita dell’approvazione delle Camere, per fare qualsiasi cosa. Costruire strade, piscine, fogne, case, alberghi, inceneritori. Per assumere illustri consulenti, collaboratori a progetto e precari a tempo determinato. Per finanziare la Chiesa cattolica e i potentati locali, di ogni segno politico». [10]

Il sistema emerso dalle carte dell’inchiesta di Firenze mostra la disinvoltura nei rapporti tra chi affida gli appalti e chi ottiene i lavori, illumina le relazioni tra chi controlla e chi dovrebbe essere controllato. Fiorenza Sarzanini: «Ma soprattutto evidenzia i rischi connessi alla decisione di procedere a trattativa privata in materie così complesse come l’organizzazione di Grandi Eventi quali possono essere il G8 oppure i Mondiali di Nuoto. l’iter dell’emergenza che può favorire pericolose commistioni tra l’istituzione che distribuisce i soldi e i privati che li incassano. Se è indispensabile affidarsi a procedure d’urgenza quando c’è un terremoto o un’inondazione, risulta difficilmente comprensibile’ pur sapendo quanti ostacoli e vincoli in Italia rendono difficoltosa ogni iniziativa – che esse debbano essere seguite per occasioni programmate da anni e dunque avendo a disposizione il tempo necessario per bandire le gare d’appalto. Una scelta di questo tipo alimenta il sospetto che l’opacità serva a sottrarsi ai controlli e alle verifiche che la magistratura deve fare per stabilire se il denaro pubblico sia stato speso correttamente». [11]

Al centro delle contestazioni non c’è soltanto la società per azioni voluta da Guido Bertolaso, l’origine di tutti i mali sarebbe la definizione di emergenza: nel 2009 Berlusconi ha firmato 78 decreti e 79 ordinanze di protezione civile per far fronte a calamità ed eventi speciali. Paolo Buzzetti, presidente dei costruttori dell’Ance: «Che cos’è l’emergenza? Vogliamo definirla una volta per tutte? Possiamo farlo all’interno di questo decreto legge, è una buona occasione. Tutte le distorsioni non nascono dal riconoscere poteri straordinari e strumenti eccezionali alla protezione civile quando c’è un terremoto o un’alluvione. Nascono invece dal fatto che questi strumenti eccezionali vengono oggi usati in situazioni che con le emergenze non hanno nulla a che fare. Questa distorsione gravissima, che modifica le regole di mercato e di competizione essenziali per il settore, deve cessare». [12]

«Quando vuole realizzare opere pubbliche e si scontra con le esasperanti lentezze di un Paese invecchiato, Berlusconi cede spesso alla tentazione di aggirarle creando, volta per volta, percorsi speciali e autorità straordinarie», ha scritto Sergio Romano sul Corriere della Sera. [13] Ai costruttori quest’approccio non piace. Buzzetti: «Non si può risolvere un problema – la lentezza per l’apertura dei cantieri, il non fare – creandone un altro, istituendo cioè un’organizzazione che passa sopra alle esigenze della tutela della concorrenza, con una struttura e con poteri tali da attirare inevitabilmente i sospetti». [14] Giorgio Dell’Arti: «C’è anche da considerare il fatto che, con questo sistema, il vecchio metodo degli appalti spartiti tra i vari partiti è andato a farsi benedire. La cupola di costruttori che governava quel mondo prima, e si spartiva la torta, è furibonda. I tanti che ci campavano sopra grazie a un sistema infinito di bustarelle maledicono l’efficientismo del premier». [15]

Dall’approvazione del decreto legge la Protezione civile dovrebbe uscire più forte e più articolata che mai. Santilli: «Non c’è soltanto la società per azioni nella riorganizzazione complessiva del settore. Due altre strutture nasceranno per portare al termine la gestione straordinaria dei rifiuti in Campania». [3] Per qualcuno sarebbe però opportuno che, in attesa di sviluppi nell’inchiesta fiorentina, il decreto conoscesse una pausa di riflessione. Stefano Folli: «Si tratta di un progetto giusto nelle intenzioni, ma assai controverso nella forma assunta. E sebbene non esista, almeno così sembra, alcun nesso tra l’inchiesta in corso e i tempi di approvazione parlamentare della nuova legge, un certo senso di opportunità consiglierebbe di rinviare il voto finale». [16]