Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

LA STORIA FATTA DAI CANI


Non sappiamo esattamente cosa pensano i cani di noi, però possiamo farcene un’idea osservando le loro azioni, le loro dimostrazioni di affetto, fedeltà, coraggio e altruismo. I più scettici potranno chiedersi: che cosa avranno mai fatto i cani? Hanno salvato alcuni di noi dalla morte e certamente molti di più dalla noia e dalla solitudine. E non è esagerato dire che in più di un’occasione il destino di nazioni e imperi si è trovato nelle abili zampe di un cane.
Alessandro Magno il Macedone, per esempio, visse abbastanza a lungo da guadagnarsi il titolo di Magno solo perché il suo cane soldato, Peritas, gli salvò la vita in battaglia. Napoleone non sarebbe mai arrivato a Waterloo se il terranova di un pescatore non gli avesse impedito di annegare. E Guglielmo I d’Orange, detto il Taciturno, padre della Nazione olandese e antenato di re Guglielmo III d’Inghilterra, sarebbe morto trucidato nel suo letto per mano di un sicario se non fosse stato avvertito tempestivamente dal suo carlino.
Tra i grandi successi del cinema, da Casablanca a Gioventù Bruciata, non avrebbero mai visto la luce se il pastore tedesco Rin Tin Tin non avesse salvato, con le sue sole forze (grazie agli incassi registrati al botteghino) la Warner Brothers dalla bancarotta. Richard Wagner avrebbe composto tutta un’altra musica senza l’apporto creativo dei suoi pelosi assistenti, Peps e Fips. Insomma i cani hanno avuto un ruolo di primo piano nelle conquiste politiche, culturali e artistiche più importanti dell’umanità, come scrive Sam Stall nel suo libro ”I 100 cani che hanno cambiato la storia” (edito da Sperling & Kupfer).
Come dimenticare l’illustre rappresentante della razza canina Jo-Fi, uno dei tanti chow-chow, di Sigmund Freud, padre della psicoterapia e cinofilo superlativo. Freud convinto com’era che i cani fossero ottimi giudici del carattere delle persone e contribuissero a mettere a loro agio i pazienti permetteva a Jo-Fi di assistere alle sedute di analisi. Se il paziente era calmo e tranquillo il cane gli stava sdraiato vicino, se invece era pieno di tensioni manteneva le distanze. Ma questo non era l’unico talento, si legge nel libro: Jo-Fi riusciva immancabilmente a capire se una seduta era terminata. Trascorsi i 50 minuti canonici, il grosso chow-chow si alzava, si stiracchiava e si avviava verso la porta dello studio. Così Freud sapeva sempre quand’era ora di accompagnare il paziente all’uscita senza consultare platealmente l’orologio.
Impossibile non ricordare il coraggio e l’altruismo dimostrato da Dorado, il labrador retriever di quattro anni, cane-guida di Omar Eduardo Rivera che il giorno della tragedia dell’11 settembre 2001 salvò il suo padrone. I due si trovavano al settantunesimo piano della Torre Nord nel World Trade Center. Quando uno dei due aerei dirottati si schiantò contro il grattacielo, venticinque piani sopra il suo ufficio, Rivera si trovò subito immerso in un mare di urla e di fumo. Convinto di non avere alcuna possibilità di scampo dalle fiamme nel caos generale, a causa del proprio handicap, liberò Dorado dal guinzaglio, gli diede un’ultima carezza sulla testa e gli disse addio, sperando che almeno il suo amico a quattro zampe trovasse il modo di fuggire. L’uomo immaginava che il cane si sarebbe precipitato verso la più vicina via di fuga. E invece pochi minuti dopo essere stato liberato, tornò da lui e iniziò a guidarlo verso una scala di emergenza già gremita di impiegati in fuga. E riuscirono a mettersi in salvo pochi attimi prima che la torre crollasse alle loro spalle. « stato allora che ho saputo per certo che Dorado mi voleva bene quanto io ne volevo a lui», ha detto Rivera. «Era pronto a morire per potermi salvare. Gli devo la vita, i miei occhi nel buio e il mio amico del cuore».
Per usare le parole di Alexander Pope, ”La tradizione offre più esempi della fedeltà dei cani che di quella degli amici”. Tra i migliori amici dell’uomo troviamo il Papillon di Maria Antonietta: questo minuscolo cagnetto accompagnò la regina di Francia alla ghigliottina. Dopo l’esecuzione la bestiola fu adottata da una famiglia di Parigi che abitava in una casa oggi intitolata al cane.
E ancora: Polly, si chiamava così la terrier di Charles Darwin che dormiva in una cesta vicino alla scrivania del suo padrone e che da lui fu resa immortale entrando nell’opera ”L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”. Così come Sharik, il migliore amico di Fedor Dostoevskij durante la prigionia in Siberia viene descritto in ”Memorie della casa dei morti”. E per la serie, quando si ha fiuto per la musica: Martha, il cane da pastore di Paul
McCartney ispirò la canzone ”Martha My Dear” che compare nel famoso White Album dei Beatles, mentre Mozart dedicò un’aria a Pimperl, il suo volpino di Pomerania.

SCIENZA E NATURA
Snuppy: primo cane clonato della storia Laika: viaggio di sola andata nello spazio
Titina: in dirigibile sul Polo Nord Jo-Fi, il peloso assistente di Freud
George, il cane che riusciva a «fiutare» i tumori
STORIA E POLITICA
Liline, la minuscola guardia del corpo del re di Francia
Fala, la mascotte di Roosevelt
Il terranova del pescatore permise a Na-poleone di arrivare a Waterloo
ARTE E LETTERATURA
Bounce con un balzo salvò la vita ad Alexander Pope
Peps e Fips muse ispiratrici di Wagner
CULTURA POPOLARE
Old Drum: il primo «migliore amico dell’uomo»
Rin Tin Tin: salvò la Warner Brothers
Gunther IV lo ricordiamo in panciolle nella villa di Madonna
PICCOLI GRANDI EROI
Belle, il cane che telefonò al pronto intervento
Dorado, l’eroe dell’11 settembre Peritas, il cane di Alessandro il Grand