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 2010  febbraio 13 Sabato calendario

LE BANCONOTE, PER VOCE ARANCIO


Gli euro di carta non sono di carta ma di stoffa. Sono fatti con fibre provenienti da cascami di cotone che sono un prodotto di scarto delle filande. Nel corso di un complicato processo vengono frantumati, schiacciati, mischiati a carica, colla e coloranti e arrotolati in nastri. Un bagno chimico li rende adatti alle stampe. Poi le altre caratteristiche di sicurezza: la filigrana, la stampa calcografica, i fili di sicurezza (che non sono più metallici, non si tirano più via dal biglietto e sono microscritti), inchiostri cangianti, oleogrammi e chinegrammi. L’inchiostro è resistente a una ventina di sostanze chimiche. Difatti i biglietti devono poter superare indenni un ciclo in lavatrice a novanta gradi.

Monete da cinque centesimi nuove di zeccaLa banconota è stata inventata dai cinesi che facevano girare moneta cartacea già nel VII secolo. Dei racconti di Marco Polo al ritorno dal suo viaggio in Oriente alla fine del XIII secolo, alcuni tra i più mirabolanti, nessuno volle credere a quello che ne raccontava l’uso.

All’inizio del 1995 l’Istituto monetario europeo incaricò un comitato di esperti di scegliere i temi da rappresentare sulle future eurobanconote. Non trovando pieno consenso neanche sui nomi di Mozart, Shakespeare e Leonardo, per evitare risentimenti nazionalistici di qualsiasi tipo, si preferì puntare su elementi architettonici mitteleuropei. Fu dunque bandito un concorso internazionale, al quale parteciparono 29 artisti di tutta Europa. Una serie conquistò subito la giuria, quella dell’italiano Giovanni Pino. Il disegno era accattivante, e la scelta di teste di statue antiche o di ritratti d’epoca sembrava azzeccata. Bei volti, ma non riconoscibili e dunque non contestabili: europei. Aveva quasi convinto tutti. Finché si arrivò alla banconota da 500 euro, sulla quale era raffigurato il volto di un bambino. L’idea era felice ma il volto del bambino non piacque («non sembra neanche europeo», dissero) e alla fine vinse, come si sa, la serie un po’ piatta dell’austriaco Kalina. Ma perché un esperto disegnatore come Pino, già autore dei biglietti da 5.000 e da 10.000 lire, aveva commesso quell’errore estetico? Perché quel bambino era suo figlio.

Le banconote in euro sono emesse per l’otto per cento dalla Bce e per il restante 92 per cento dalle varie banche centrali nazionali, sulla base delle rispettive quote di partecipazione al capitale della Bce. La stampa viene assegnata in base al principio di pooling decentrato, che prevede l’assegnazione a ogni stamperia dell’Eurosistema di una produzione limitata a determinati tagli. La Banca d’Italia per esempio, nello stabilimento di via Tuscolana a Roma, stampa le banconote da 20, 50 e soprattutto da 100. Qualche centinaio di milioni di pezzi l’anno.

La produzione di monete è gestita autonomamente dagli stati membri visto che ognuno vi ha impressi i suoi disegni nazionali. Dall’entrata in vigore dell’euro sono state utilizzate 380 mila tonnellate di metallo per coniare circa 80 miliardi di monete, per un totale di oltre 20 miliardi di euro. Queste, ovviamente, durano anche decine di anni. Le poche reperite tra quelle danneggiate vengono restituite alla banca centrale nazionale o alle zecche nazionali, che le lavorano in macchinari speciali dove vengono marchiate in modo che non possano più essere utilizzate. Dopo di che vengono vendute come rottami metallici.

Due centesimi e mezzo più l’Iva del 20% che fanno tre. il costo vivo di un centesimo di euro. I due centesimi: 2,8 centesimi più Iva al pezzo. Per i cinque centesimi il costo è di 3,3 centesimi e con l’Iva sfiora ma non supera il valore della moneta.

Le banconote di euro circolano generalmente per un anno e mezzo, due anni al massimo. Quando non sono più utilizzabili perché troppo consumate o danneggiate vengono restituite in mazzette da cento alle banche centrali nazionali da organizzazioni che maneggiano molto contante, ad esempio le banche o le poste (oggi più che altro le sale contazione a cui queste si appoggiano). Le quantità e i tagli vengono comunicati alla Banca centrale europea che ne predispone la sostituzione. Intanto quelle vecchie finiscono in impianti di smaltimento e ridotte in cenere (in Italia è sempre in via Tuscolana che le bruciano). Riciclarle non è possibile, la quantità è troppo esigua per renderlo ecologicamente conveniente.

Da una valutazione della Bce è emerso che l’impatto ambientale di ogni banconota nel corso del suo intero ciclo di vita equivale a quello derivante da 1 km percorso in automobile o da una lampadina da 60 watt tenuta accesa per mezza giornata da ciascun cittadino europeo.

Carte di credito, denaro elettronico e telefonini sono gli strumenti che stanno erodendo l’uso del contante. Secondo i dati più recenti diffusi dalla Banca centrale europea, dal 2002 le transazioni cashless sono cresciute a un ritmo del 7 per cento annuo, sfiorando il totale di 74 miliardi. La parte del leone la fanno le carte di credito, con il 37 per cento del totale, seguite dai bonifici e dagli addebiti diretti. La vera sfida è convincere i consumatori ad abbandonare la praticità delle monete anche nelle piccole spese quotidiane. La soluzione, giurano gli esperti, si chiama contactless: nel bancomat o nella carta di credito viene inserito un chip che, passato nei pressi di un apposito lettore, se la transazione è di pochi euro, la fa scattare immediatamente.I pezzi da 500 coprono il 36% del valore degli euro in circolazione. In una ventiquattrore standard, in tagli da 500, possono entrare dai 5 ai 6 milioni di euro.

Siccome quando paghiamo in contanti la transazione avviene praticamente sempre faccia a faccia, alcuni la considerano tra le principali modalità di trasmissione dei virus, fra tutti quello influenzale. Allora per prevedere e analizzare la diffusione di un contagio negli Stati Uniti si sono messi a seguire il percorso delle banconote da un dollaro. Il modello, messo a punto da Dirk Brokmann della Northwestern University, utilizza i dati forniti dal sito online Where’s George? (quel George Washington il cui volto è stampato sulle banconote da un dollaro). Lanciato nel 1998 da un programmatore, Hank Eskin, che chiedeva di inserire di ogni banconota il numero di serie e il proprio codice postale nel sito in modo da sommare i diversi avvistamenti e segnare la distanza compiuta da un unico biglietto. Brokman ha inserito queste informazioni in un modello matematico in grado di offrire previsioni dettagliate sulla probabile rotta dei virus.

Ogni anno nell’area euro vengono stampate dai 5 ai 6 miliardi di banconote per circa 260 miliardi di euro. A circolare, oggi, sono 13 miliardi di eurobanconote per un valore di 760 miliardi di euro. Di queste, due miliardi e mezzo (150 miliardi di euro) girano in Italia (il 20% dell’intero eurosistema).

I tagli delle eurobanconote:

550 milioni di pezzi da 500 (275 miliardi di euro, 36,2% de totale)
150 milioni di pezzi da 200 (30 miliardi di euro, 3,9%)
1.400 milioni di pezzi da 100 (140 miliardi di euro, 18,4%)
4.800 milioni di pezzi da 50 (240 miliardi di euro, 31,6%)
2.500 milioni di pezzi da 20 (50 miliardi di euro, 6,6%)
2.000 milioni di pezzi da 10 (20 miliardi di euro, 2,6%)
1.000 milioni di pezzi da 5 (5 miliardi di euro, 0,7%)
Totale, come sopra: 13.000 milioni pezzi per una valore di 760 miliardi di euro.

Eppure in una filiale di banca medio/grande, ogni giorno passano per le mani dei cassieri queste pezzature:

5/20 pezzi da 500 (media 6.250 euro, 3,6% del totale)
5/10 da 200 (1.500 euro, 0,9%)
100/200 da 100 (15.000 euro, 8,9%)
1.500/3.000 da 50 (112.500 euro, 66,2%)
1.000/2.000 da 20 (30.000 euro, 17,6%)
300/500 da 10 (4.000 euro, 2,4%)
100/200 da 5 (750 euro, 0,4%)

 evidente che c’è un problema con le banconote da 500. Per chi non le avesse mai viste hanno un colore violetto, raffigurano architetture moderne e misurano 160 x 82 millimetri. C’è un rapporto riservato della Banca d’Italia-Unità di informazione finanziaria (Uif) che a un certo punto dice: «… si consideri che una valigetta ventiquattrore standard può contenere tra i 10mila e i 12mila biglietti da 500 euro, per un valore compreso fra i 5 e i 6 milioni; una cassetta di sicurezza di dimensioni medie (ad esempio 4537x18 centimetri) ne può contenere un quantitativo pari a un valore di circa 10 milioni di euro». Il titolo del rapporto è un’’Analisi sull’utilizzo delle banconote di taglio elevato come potenziale strumento di riciclaggio”. E il riciclaggio è quel fenomeno (e reato) con cui si ripulisce il denaro frutto di attività criminali.

A Bankitalia risultano ancora non rientrate 311 milioni di banconote in lire, per un valore di oltre 2.600 miliardi, quasi 1,3 miliardi di euro. Dividendo la cifra totale per i 22 milioni di nuclei familiari censiti in Italia, senza tenere conto delle monete, fanno 118 mila lire a famiglia. Sarà possibile cambiarle presso gli sportelli della Banca d’Italia fino al 1° marzo 2012. Ma anche qui il sospetto è che il grosso, con l’arrivo dell’euro, sia rimasto sepolto in qualche fondo nero.

Il Terzo Reich puntava a mandare in tilt l’economia inglese stampando quantità enormi di sterline false da lanciare sulla Gran Bretagna.

I falsari di ultima generazione si sono molto raffinati. Le banconote sono quasi perfette, realizzate con strumentazioni di livello, stampa in off-set e inchiostro magnetico. Nel mercato criminale italiano si possono comprare a un quinto del loro valore nominale (4 euro per i venti, otto per i cinquanta ecc.). Nel 2009 la Finanza ha sequestrato, attraverso irruzioni in stamperie e zecche clandestine e operazioni di altro tipo, 372 mila biglietti, per un valore nominale di 32,8 milioni di euro.Per avere idea dello spazio che occupano i soldi. Qui un maxi sequestro della polizia messicana a un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga in uno scantinato 250 milioni di dollari.

Di fronte a un dubbio la regola è:
1 – Toccare le banconote per sentire gli elementi in rilievo;
2 - Guardare le banconote in controluce per individuare la filigrana, ossia il filo di sicurezza e il numero in trasparenza;
3 - Muovere le banconote per verificare l’immagine dell’ologramma e, sul retro, la striscia brillante (sulle banconote di taglio basso) o il numero di colore cangiante (sulle banconote di taglio elevato).

A dare retta a uno studio della Psychological Science, toccare le banconote aiuta anche a migliorare la tolleranza al dolore: «Ha il potere di abbassare la percezione dello