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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

IL FOCOSO LEGHISTA CHE AMA GLI INSULTI

Se un viaggiatore trovandosi a passare in un corridoio di Montecitorio vedesse un signore con capelli e pizzetto bianchi, alto quasi due metri e dal peso indicativo di parecchi chili superiore ai cento che, trattenuto dai commessi, inveisce contro qualcuno con accento cripto-calabrese, non dovrebbe stupirsi. Probabilmente è Matteo Brigandì che fa politica: deputato nato a Messina nel ”52 e cresciuto dall’altra parte dello Stretto – patria di giuristi, di cui è orgoglioso figlio – è da lì salito a Torino a cercar fortuna trovando Umberto Bossi, che poi per lui è la stessa cosa. Il focoso Brigandì, del Senatùr, è l’av vo c a t o , diciamo il Ghedini (’quando lo difendo io si salva semp re ”) e pure l’esperto di politica giudiziaria. Sua è infatti la t ro u v a i l l e per così dire legale da cui è scaturito il ddl sul legittimo impedimento, quella leggina secondo cui per i prossimi 18 mesi i membri del governo potranno tranquillamente non recarsi davanti ai tribunali della Penisola previa esibizione di una giustifi c a z i o n e …del governo. Il legittimo impedimento d’al - tronde è fattispecie a cui Brigandì è affezionato: da avvocato di Leo Siegel, conduttore di Radio Padania accusato di diffamazione ai danni di Gad Lerner e incitamento all’odio razziale contro i rom, se n’è avvalso praticamente sempre. A gennaio, per dire, ha sostenuto di non poter partecipare al processo perché era ricoverato, solo che il giorno successivo all’udienza risultava presente alla Camera. Chissà se c’era davvero, però, visto che il nostro è uno dei pochi deputati che si rifiuta di votare col nuovo sistema delle impronte digitali: dice che è una violazione della privacy. Fu proprio durante un alato dibattito sui ”pianisti”, peraltro, che Brigandì diede in Martedì è stata una giornata complicata per la Commissione di Vigilanza: dovevano approvare la norma sulla par condicio, trovare la sintesi tra le posizioni contrastanti della maggioranza e dell’opposizione. Ci ha pensato il radicale Marco Beltrandi, eletto nelle liste del Pd alla Camera, inserendo la sua visione di par condicio all’ordine del giorno, votata in tarda serata con il sostegno della Lega e del Pdl. Il provvedimento sarà presto legge, appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, e prevede che ”le trasmissioni di informazione, con l’eccezione dei notiziari, a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione delle candidature, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica ... successivamente al decorrere dell’ultimo termine per la presentazione delle candidature, le tribune politiche sono collocate negli spazi radiotelevisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento informativo più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o in spazi di analogo ascolto”. Tradotto: o i programmi come Annozero e Ballarò diventano tribune politiche oppure vanno in vacanza dal 28 febbraio al 29 marzo. Ecco cosa dice la norma riguardo all’informazione Sopra Annozero (FOTO ANSA) sotto Brigandì e Zangrillo visti da Manolo Fucecchi PD CANORO BERSANI VA A SANREMO Forse non saprà comunicare, ma potrebbe stupirci con inedite qualità canore. ”Il Pd è un partito popolare, senza snobismi, che va dove c’è la gente. Dove la gente ha dei problemi e soffre ma anche dove si diverte”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervistato da ”A”, il settimanale diretto da Maria Latella, ha spiegato perché intende andare al Festival di Sanremo assieme alla figlia. D’altra parte, Il Pd sembra aver ”scoper to” il festival. E non fa mistero di volerne cavalcare la popolarità. Di pochi giorni fa è la notizia che la tv satellitare YouDem si trasferirà armi e bagagli a Sanremo per produrre un vero e proprio Dopofestival. Una dj farà da conduttrice alle serate e durante il giorno i giovani del Pd organizzeranno convegni. Ogni sera poi nello studio di YouDem arriveranno cantanti e ospiti direttamente dal palco dell’Ariston. ”Uno degli ultimi giorni arriverà Ber sani” conferma Lino Paganelli responsabile del Pd per gli eventi ed editore di YouDem. escandescenze la prima volta. Era l’autunno 2008 e il nostro sostenne nell’aula di Montecitorio che ”se i deputati di maggioranza votano per due possono farlo per ragioni politiche, invece quelli di opposizione lo fanno solo per intascare la diaria”. Anche allora pietra dello scandalo fu un dipietrista, Antonio Borghesi: ”Chi ha appena parlato – rispose – ha passato qualche mese nelle patrie galere” (una truffa ai danni della regione Piemonte per cui è stato assolto in appello). Non sopportando l’onta, anche allora Brigandì mosse il suo corpaccione verso l’avversario con l’in - tento di lavare l’offesa nel sangue. I commessi faticavano a tenerlo, mentre lui stentoreo scandiva: ”Infame! Fascista! Stronzo! Pezzo di merda!”. L’altroieri, il nuovo episodio. Antagonista Fabio Evangelisti (Idv): ”Non farti più vedere in giro perché appena ti incontro da solo ti spacco la faccia”, gli ha urlato – tra le altre cose – in corridoio dopo la bagarre in aula. La presidenza della Camera, ricorrendo alla prova tv, ieri ha squalificato Evangelisti (che si è scusato) per 12 giorni e rispettivamente per 10 e 5 i leghisti Rainieri e Buonanno (che non si sono scusati). Brigandì niente. Pare che non ci siano prove ufficiali delle minacce. Evidentemente alla Camera non credono ai giornali. escandescenze la prima volta. Era l’autunno 2008 e il nostro sostenne nell’aula di Montecitorio che ”se i deputati di maggioranza votano per due possono farlo per ragioni politiche, invece quelli di opposizione lo fanno solo per intascare la diaria”. Anche allora pietra dello scandalo fu un dipietrista, Antonio Borghesi: ”Chi ha appena parlato – rispose – ha passato qualche mese nelle patrie galere” (una truffa ai danni della regione Piemonte per cui è stato assolto in appello). Non sopportando l’onta, anche allora Brigandì mosse il suo corpaccione verso l’avversario con l’in - tento di lavare l’offesa nel sangue. I commessi faticavano a tenerlo, mentre lui stentoreo scandiva: ”Infame! Fascista! Stronzo! Pezzo di merda!”. L’altroieri, il nuovo episodio. Antagonista Fabio Evangelisti (Idv): ”Non farti più vedere in giro perché appena ti incontro da solo ti spacco la faccia”, gli ha urlato – tra le altre cose – in corridoio dopo la bagarre in aula. La presidenza della Camera, ricorrendo alla prova tv, ieri ha squalificato Evangelisti (che si è scusato) per 12 giorni e rispettivamente per 10 e 5 i leghisti Rainieri e Buonanno (che non si sono scusati). Brigandì niente. Pare che non ci siano prove ufficiali delle minacce. Evidentemente alla Camera non credono ai giornali.