Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 12/02/2010, 12 febbraio 2010
LETTERE – I METODI DI CADORNA
Caro Romano, la vicenda dell’intitolazione di una via a Bettino Craxi mi rimanda alle vie e piazze dedicate a Luigi Cadorna, comandante dell’esercito italiano dal 1915 al 1917 nella Grande guerra. Cadorna conduceva le operazioni con la tattica ottocentesca dell’attacco frontale. I costi umani spaventosi di questo metodo, a fronte di risultati insignificanti, non mutarono la sua convinzione. A ciò si aggiungano il sostanziale disprezzo che nutriva per i soldati, le disumane condizioni in cui teneva la fanteria, le esecuzioni sommarie, la barbara pratica della decimazione che nessuna nazione in guerra attuava. Ci volle il disastro di Caporetto per liberare l’esercito da questo signore che, a mio personalissimo giudizio, è stato fra i peggiori criminali della storia d’Italia. Al confronto il povero Bettino era una educanda.
Luciano Crestan
Zimella (Vr)
Credo che il giudizio storico su Cadorna debba tenere conto del fatto che i suoi metodi furono, almeno sino al 1917, quelli di tutti i generali della Grande guerra.