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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

LE DUE VERITA’ SU TOLSTOJ E LA MOGLIE: LUI NON FU UN MOSTRO NE’ LEI UNA SANTA

La maggior parte dei manoscritti della moglie di Lev Tolstoj è custodita a Mosca nel Museo di Stato che porta il nome dello scrittore. In Russia i Diari di Sofja Andreevna sono stati pubblicati due volte, l’ultima nel 1978 (in Italia sono appena usciti presso le edizioni La Tartaruga, con prefazione di Doris Lessing, ndr). La moglie di Tolstoj iniziò a tenere un diario fin dai primi giorni della vita coniugale. Nei Diari troviamo molte pagine felici, illuminate dalla poesia dell’amore coniugale e materno. Ma non sono soltanto descrizioni dei propri sentimenti, è una vera autoanalisi dell’essenza stessa della natura femminile. I Diari sono scritti da una creatura che aveva sperimentato su di sé il potere di questa natura, aveva attraversato gli abissi della gelosia e del desiderio egoistico di dominare le persone amate.
Le discussioni sui coniugi Tolstoj sono state sempre accese e ancora oggi si contrappongono due schieramenti. Da un lato stanno coloro che prendono le parti di Sofja Andreevna, convinti che vivere accanto a Tolstoj fosse difficile, a tratti insopportabile. La logica di questi ragionamenti è pienamente comprensibile: Tolstoj, assorbito dall’attività di scrittore, cambiava continuamente passando da un eccesso all’altro. Alla fine giunse a rinnegare la ricchezza e prese la via dell’ascesi, rifiutò i compensi per le proprie opere, smise di preoccuparsi di mantenere la famiglia. Per di più aveva un pessimo carattere estremamente irritabile, sempre insoddisfatto di sé, con smisurate pretese nei confronti dei membri della famiglia. Sofja Andreevna, che pure aveva molte qualità e talenti, era sempre oppressa dalle preoccupazioni della vita domestica, dall’estenuante compito di copiare e pubblicare le opere del marito, dal ricevere gli ospiti e soprattutto dal suo dovere di madre. Tredici figli. E lo spinoso problema di mantenere la famiglia. Le pareva che i denari non bastassero mai e intanto il suo maritino se ne stava con la testa fra le nuvole.
Nell’altro schieramento non sono mai stati teneri con Sofja Andreevna. Per esempio il segretario dello scrittore la considerava una borghesuccia, che non avrebbe mai potuto levarsi all’altezza del grande artista che era suo marito. E le pretese di essere che, vivendo all’ombra del grande uomo, ella temesse di perdere quel dono irripetibile e che anch’essa desiderasse la fama. La sua natura esuberante e appassionata le faceva desiderare l’amore, quell’amore poetico che non trovava in Tolstoj. Lo scrittore provava amore per lei ed ella se ne rendeva conto, ma non si trattava di quell’amore eccelso, e rivolto a lei sola, che aveva sognato in gioventù.
Ma, facendo la conoscenza con i diari della moglie, il lettore vede solo una faccia della medaglia. Lev Tolstoj non fu mai un mascalzone, ad eccezione di 3-4 casi, ammessi da lui stesso. Non era neanche dissoluto. Nei 48 anni di vita coniugale non tradì mai la moglie. Le quasi 900 lettere alla moglie dimostrano il suo amore per lei. Appena si trovava separato dalla sua Sofja, ecco che veniva preso da un senso di nostalgia e iniziava ad attendere tormentosamente le sue lettere. Le lettere di Tolstoj sono commoventi, geniale quanto lui e le accuse di egoismo, autocompiacimento, vanità e l’insoddisfazione per le decisioni da lui prese a proposito della proprietà e le continue scenate per delle sciocchezze e le ingiuste accuse di avarizia e disinteresse nei confronti dei figli, di crudeltà e indifferenza verso di lei. La persona da compatire non è lei ma lui, Lev Tolstoj.
Chi ha ragione? Chi ha torto? Dov’è la verità? Le solite domande che si pongono a chi voglia capire la vita familiare. Ma il nodo gordiano è così stretto che difficilmente qualcuno potrà tagliarlo. Il lettore dei Diari involontariamente compatirà Sofja Andreevna e gli sembrerà che questa donna, moglie fedele e aiutante di suo marito, madre virtuosa, sia stata vittima della tirannia di un genio che, a quanto ci dice, non amò mai nessuno oltre a se stesso e alla fama. Il lettore dei diari sicuramente coglierà il talento naturale di Sofja Andreevna. Ed è comprensibile tenere, colpiscono per la loro sincerità. Vi si sente una profonda comprensione dei conflitti familiari e il desiderio di stare vicino alla moglie e ai figli. Era un padre attento e amoroso, come testimoniano gli stessi figli. Fece molto per elevare il modo di vivere della famiglia. Quando decise di rinunciare al compenso per le opere scritte dopo il 1880, lasciò a Sofja i diritti delle opere scritte prima. Con gli anni giunse alla convinzione che fosse necessario vivere modestamente. Alcuni membri della famiglia, guidati da Sofja Andreevna, erano di diverso parere. I ricavati dei diritti non bastavano mai a soddisfare le esigenze della famiglia. Ma a lavorare in sostanza era solo lui, lo scrittore di fama mondiale.
Una delle caratteristiche più importanti di Tolstoj è la capacità di vedere il mondo in modo essenzialmente morale. Naturalmente vedeva gli orrori della vita, ma era sempre convinto che il bene fosse incomparabilmente più forte del male. Ed è per questo che Tolstoj è un genio schietto e buono, non solo nell’arte, ma anche nella vita. Da ufficiale difende i soldati, fonda una scuola per i figli dei contadini, durante la carestia passa due anni in continui viaggi per salvare centinaia di migliaia di vite, protesta contro la pena di morte. Decine di persone furono liberate di prigione per sua intercessione.
Con amore e comprensione Tolstoj trattava anche la moglie. Sapeva che fin da bambina aveva sofferto di paranoia (mania suicida). Negli ultimi vent’anni Tolstoj sopportò con coraggio le sue quasi quotidiane crisi isteriche. Sonja gli faceva capire di essere lui stesso la causa della sua continua irritazione ed egli sopportò con pazienza tutti i tormenti e le accuse immotivate che lo investivano.
Non c’è dubbio che anch’ella lo amasse, ma si trattava di un amore altamente egoistico, tutto basato sulla gelosia. La gelosia ebbe origine fin dai loro primi incontri, quando Tolstoj le fece leggere i suoi diari di gioventù, in cui descriveva, con sobrietà, i propri sentimenti per le donne che aveva conosciuto prima del matrimonio. Il passato del marito la tormentava, non le dette pace fino alla fine dei suoi giorni. da lì ebbero origine le illazioni assurde, le accuse di rapporti particolari, la gelosia per tutti e tutto. Le giustificazioni di Tolstoj la indignavano ancor di più. Il conflitto aumentava. Ad esso vennero ad aggiungersi problemi di carattere economico, legati alla lotta per il testamento. L’incrinatura nei rapporti che era sorta fin dai primi anni del matrimonio divenne una frattura insanabile. L’allontanamento da casa di Tolstoj era inevitabile.
Della sua vita con Sofja Andreevna Tolstoj dirà: «Stavamo insieme-divisi». Sonja stessa ammetterà: «Per quarantotto anni ho vissuto con Lev Nikolaevic, ma non ho mica capito che uomo fosse». Leggendo i diari di Sofja Andreevna sarebbe del tutto sterile volere accusare uno dei due. I rapporti tra i due coniugi furono un dramma che terminò in tragedia. importante comprendere le cause di ciò che avvenne, per evitare di commettere noi stessi errori fatali.
Vitalij Remizov