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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

I SITI SU BERTOLASO

il 12/2/2010, VENERDI’

www.repubblica.it
1.
PISA - "Tutti abbiamo sentito un brivido di orrore" rispetto a "quelle brutte persone che stavano a lucrare qualcosa sulla disgrazia dell’Aquila. Nessuna di quelle persone, nessuna di quelle imprese, ha messo mai piede a l’Aquila n ha avuto un euro di lavori nella prima fase e nè l’ avrà nella seconda". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, in occasione del premio innovazione di Finmeccanica a L’Aquila, commenta così l’inchiesta che vede coinvolti i vertici della Protezione civile. Compreso il responsabile nazionale Guido Bertolaso che, però, Letta difende: "E’ una persona straordinaria alla quale mando un pensiero di solidarietà e di affetto".
E così, dopo Berlusconi, anche uno dei consiglieri più ascoltati dal cavaliere si spende per il capo della Protezione civile. Diverso, invece, il tono dell’opposizione. "E’ il momento di tirare le somme, credo che le frasi di Berlusconi siano totalmente fuori luogo" dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani ha commentato le dichiarazioni del premier, secondo cui l’operato dei magistrati è vergognoso. "Sul caso di Bertolaso, eventuali responsabilità personali saranno stabilite dalla magistratura. Nessuno si mette a fare il giudice, però esiste un fatto oggettivo, una responsabilità oggettiva. Qui c’è un andazzo che non è accettabile".
Parlando poi dei poteri assegnati alla Protezione Civile Bersani ha aggiunto: "Sono assolutamente discrezionali e danno luogo a rischi enormi. Il governo sta proponendo in questi giorni in Parlamento di triplicare queste procedure. E’ un’assurdità, noi ci batteremo contro. Bisogna che la maggioranza rifletta: non possiamo buttarci in un pozzo. E non possiamo chiamare emergenza - ha aggiunto Bersani - i campionati di nuoto piuttosto che il piano carceri".
Dalla polemica prende le distanze il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi, che coordina l’inchiesta sugli appalti: "Non rispondo a nessuno. Io faccio il mio lavoro", ha detto rispondendo ai giornalisti che gli citavano la frase di Silvio Berlusconi riguardo ai magistrati che dovrebbero vergognarsi. "Berlusconi dica le sue cose - ha risposto Quattrocchi -. Io faccio il mio lavoro".

2.
ROMA - E’ durato oltre tre ore l’interrogatorio di garanzia dell’ingegner Angelo Balducci nel carcere di Regina Coeli. Il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ascoltato dal gip, Rosario Lupo, del Tribunale di Firenze, ha respinto ogni accusa sostenendo la regolarità nell’assegnazione delle gare d’appalto per i grandi eventi e ha contestato punto per punto le accuse contenute nelle 126 pagine di custodia cautelare.
L’interrogatorio. Balducci ha rivendicato la legittimità del proprio operato, ammettendo una amicizia di lunga data con l’imprenditore Diego Anemone, ma sottolineando che questa non ha mai influito sulle sue decisioni pubbliche. A riferirlo, lasciando il carcere al termine dell’interrogatorio, è stato il suo legale, Roberto Borgogno. L’ingegnere ha sottolineato che le gare di appalto si sono svolte "non solo in modo legittimo, ma con il controllo di una molteplicità di persone e di comitati di esperti che ne hanno verificato la limpidezza", ha riferito il legale.
"Balducci - ha spiegato l’avvocato Borgogno - ha risposto punto per punto alle contestazioni che gli vengono mosse. Proprio per questo l’interrogatorio è durato a lungo". Anemone, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo hanno fatto sapere i suoi legali, che hanno lasciato il penitenziario poco dopo quelli di Balducci. "Abbiamo chiesto al giudice - ha detto il legale - la revoca delle misure cautelari per Balducci. Lui si è riservato di decidere, dopo aver sentito il pm, che oggi non era presente". Il procedimento, ha aggiunto, sarà spostato a Perugia.
Il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, nel corso dell’interrogatorio ha spiegato il rapporto che lo lega all’imprenditore Diego Anemone che conosceva da oltre vent’anni. "Ci sono stati rapporti personali con Anemone - ha aggiunto ancora l’avvocato Borgogno - che Balducci conosceva da tempo anche perché le ditte di Anemone hanno svolto numerosissimi lavori nell’ambito della pubblica amministrazione ma questi rapporti non hanno mai influito sulle scelte della pubblica amministrazione".
"Balducci ha ribadito - ha spiegato l’avvocato Francesca Coppi - che come funzionario dello Stato ha sempre distinto i due ruoli di pubblico e privato". L’ingegnere ha inoltre chiarito alcuni episodi fornendo documentazioni come l’utilizzo di autovetture sostenendo che sono state sempre pagate con propri soldi. Per quanto riguarda i viaggi in aereo, secondo la difesa di Balducci, questi rientravano "nelle condizioni contrattuali degli appalti, ovvero negli obblighi dell’impresa vincitrice degli appalti che si impegna a mettere a disposizione dell’amministrazione i mezzi per spostarsi nei cantieri".
Per quanto riguarda l’imprenditore Diego Anemone, l’avvocato ha spiegato che non è il vincitore degli appalti sui Mondiali di nuoto e sul 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, come viene contestato nelle accuse rivolte al presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. "Gli appalti che gli sono contestati - ha spiegato - sono sei. Dei primi tre, quelli relativi ai Mondiali di nuoto e alle celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, Balducci ha dichiarato che nessuna impresa di Anemone è risultata vincitrice. Anemone - ha precisato - è poi intervenuto nella fase esecutiva, in associazione con altre imprese".
La lettera di scuse. L’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli ha mandato oggi una lettera aperta al "sindaco de L’Aquila e a tutti gli abruzzesi" con riferimento ad una intercettazione che lo vede conversare con un altro imprenditore e che è venuta fuori nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi.
Piscicelli, tramite l’avvocato Marcello Melandri, dice nella lettera: "Scrivo perché sono un padre, scrivo perché sono un marito, scrivo perché sono un uomo. Non posso nemmeno pensare che l’ipotesi di un mio coinvolgimento in questa vicenda possa avere offeso persone che, come me, hanno sofferto e soffrono per i loro cari, per i loro luoghi, per la loro storia. Anche se innocente mi scuso! Innocente perché come ho già chiarito intendo ripetere non ho mai pronunciato quella terribile frase che ho solo dovuto ascoltare e che mi ha lasciato, come è chiaro dal tono della telefonata, senza parole limitandomi appunto a rispondere a monosillabi".

3.
Il 20 settembre 2008, l’imprenditore Diego Anemone (A.) ha urgenza di recuperare almeno cinquantamila euro in contanti in vista dell’incontro che ha fissato con Guido Bertolaso. Decide di bussare alla porta di don Evaldo Biasini (E.), economo del "Collegio Preziosissimo sangue" di Roma, struttura missionaria dove Anemone sta svolgendo lavori di ristrutturazione.
A. Senti don Eva’, scusa se ti scoccio... Solo per rotture di coglioni, perché stamattina devo vedere una persona verso le 10 e mezza. Tu come stai messo?
E. Di soldi? Qui ad Albano ce n’ho soltanto 10 mila (euro ndr.). Giù a Roma potrei darteli. Debbo poi portarli in Africa mercoledì. Vediamo un po’...
A. Eh, ma se io ti mando un attimo a prendere. Oppure se c’è qualcuno giù. Oggi non ce la facciamo? Va beh, domani allora. Domani mattina faccio un salto, casomai.

LA FESTA MEGAGALATTICA. LE RAGAZZE DEL "SALARIA SPORT VILLAGE".
LE "STELLINE DEL CAZZO" DEL GRITTI PALACE
Guido Bertolaso frequenta con assiduità il "Salaria sport Village" di Roma, centro riconducibile a Diego Anemone. Nella sala massaggi del centro, il capo della Protezione civile incontra almeno una dozzina di volte prostitute ingaggiate da Anemone, in particolare tali Francesca e Monica (brasiliane). In un’occasione, il 21 settembre 2008, Anemone (A.) e Simone Rossetti (R.), suo factotum, preparano una "festa mega galattica" che deve stupire il dottor Bertolaso.
R. Capo
A. Eccomi
R. Allora, domenica prossima alle 8
A. Di quello che parlavamo prima?
R. Si, sì, cosa megagalattica
A. Lì da voi?
R. Chiudo il circolo due ore prima. Festa al Centro Benessere
A. Ok
R. Tre persone con lui
A. Perfetto
R. Sicuramente ci costerà qualche soldino
A. Non mi frega un cazzo Simò
R. No, no, io ’ste cose
A. Però mi raccomando. La riservatezza tua e basta, Simò
R. Tranquillo proprio. Organizzo proprio tutto il passaggio. Vai tranquillo.
I due si risentono a ridosso dell’"evento".
R. Senti, quante situazioni devo creare? Una... Due...
A. Io penso due... lui si diverte... due
R. Tre?.. Che ne so?
A. eh la Madonna!
R. Va bene, a posto.
A. di qualità!
R. Assolutamente, sempre.
Il 27 settembre 2008, Bertolaso (B.) dovrà rinunciare all’ultimo momento all’evento. Se ne rammarica e fissa con Anemone (A.) per un’altra data.
B: Pronto.
A: Disturbo? Buongiorno.
B: Sono a Brescia nel mio lungo giro italiano.
A: Madonna! Ma torni su Roma?
B: Tornerò questa sera ma poi poi dovrei muovermi domani mattina e rimanere fuori al nord.
A: Quindi non ci sei domani sera.
B: No, ahimé non ci sono. Però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione.
A: Va bene
B: Ripeto, spero che mi consentirai di approfittarne in un’altra occasione.
Le occasioni non mancano. Il 21 novembre 2008, Bertolaso (B.) telefona a Rossetti (R.), il factotum di Anemone.
B: Sono Guido, buongiorno
R: buongiorno Guido
B: Io sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti. Se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... Io verrei volentieri... una ripassata"
R: Va bene
B: Perché so che è sempre molto occupata. Siccome oggi pomeriggio invece io sono abbastanza libero... Richiamo fra un quarto d’ora e tu mi dici
Il 10 febbraio 2009, Anemone (A.) si sincera con Bertolaso (B.) se abbia o meno intenzione di fare "un sopralluogo" (appuntamento con la escort) dove sta Simone (il Salaria sport center)
B: Eccoci
A: Disturbo? Come stai?
B: Potrebbe andare meglio.
A: Senti, volevo chiederti una cosa. Ma tu, poi, me lo fai quel sopralluogo domani?
B: Domani? Domani non faccio nessun sopralluogo.
A: Lì dove sta Simone
B: No, ho riunioni varie. Poi, se durante il pomeriggio... certamente, se riesco a ritagliarmi un paio d’ore di tranquillità caso mai, sì lo faccio. Non avevo capito....
Il 17 febbraio 2009, ancora Bertolaso (B.) con Anemone (A.)
B: Io domani pomeriggio, verso le due, di andare a fare una terapia in modo da riprendermi un pochettino, sempre se c’è ovviamente quella persona. Quella là. Capito?
A: Perfetto. Assolutamente.
L’11 marzo c’è un regalo per Francesca da Bertolaso (B.) che informa Rossetti
B: Sono Guido, Buongiorno. Senti sei al centro te? Stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo, ma poi.. una cosa e un’altra... Li intercetti te o glielo dico io di rivolgerti a te direttamente?
Il 17 ottobre del 2008, Fabio De Santis (D.), successore di Balducci quale commissario delegato dei lavori del G8 alla Maddalena, informa Anemone (A.) che sono stati accreditati i soldi alle imprese. In quell’occasione, De Santis coglie l’occasione per chiedere un ringranziamento come si deve. Due ragazze, per lui e Della Giovampaola (G.) all’hotel Gritti di Venezia.
D: Dammi un bacio in fronte.
A: Dove vuoi, sul culo pure se mi dai una buona notizia.
D: Preparati
A: Che vuol dire?
D: Eh! Ci ho i soldi in cassa!
A: Che ci hai?
D: I soldi in cassa
A: Ma che cazzo stai a dì
D: Non sto scherzando. Tu pensi di parlare... Tiè, ti passo il "lungus" (è Della Giovampaola).
La conversazione tra Della Giovampaola e Anemone si interrompe e riprende più tardi
G: Ti dico una cosa così. In vita mia, Fa’, Dani’, non l’ho mai vista. Cioè all’1 e 15 sono arrivati i soldi sul conto. All’1.18 il soggetto attuatore li aveva già mandati in Banca d’Italia. All’1 e 19 sono partiti i pagamenti. Una cosa mai vista!
A: Ma dai? Grande. Grande! Numero uno.
G: Uno, quattro, cinque e sei (si riferisce all’importo dell’accredito. 1 milione 456 mila euro ndr). Mai vista una cosa del genere. Allora, a questo punto, in virtù di questa cosa... Non è che uno, siccome la vita è così... E’ una cosa un po’ così (ride)
A (ride): Eh certo.
Della Giovampaola informa Anemone che l’indomani lui, De Santis e Balducci sono a Venezia, dove parteciperanno a una cena con il governatore della Regione Galan, organizzata dalla figlia di Pierluigi Alessandri, imprenditore che si è aggiudicato i lavori del nuovo palazzo del cinema di Venezia (appalto per i 150 anni dell’unità d’Italia).
G: Che si deve fare? Ti faccio presente che noi, domani sera, insieme a una terza persona dormiamo a Venezia
A: Uhm. Ci organizziamo... Uno? Due?, Tre... tre?
G: No, no. Due. (...) Domani sera, sì. Abbiamo già fissato anche le camere e tutto. Se fosse possibile prendere un’ulteriore camera. Poi noi, siamo a cena. Non so che ora facciamo... Quando ritorna, uno fa un numero, sa che lì è il numero e punta. Capito?
A: Ma mi devi dire l’albergo però!
Della Giovampaola lo informa che l’hotel è il Gritti. Quindi aggiunge: Siccome è roba che ha sei, quasi sette stelle, deve essere tutto equivalente. Perché non è che arrivano due stelline del cazzo che poi è una cosa che non va bene? Anche perché se no, non le fanno entrare. Lì ci sono tutti i marmi, i dipinti, i cazzi. Se no, non entrano. Capito?
A (ride): Eh no, non va bene. Adesso mi organizzo, vai.

"33, 33, 33". LA MADDALENA. COSI’ SI DIVIDE E SI GONFIA LA TORTA DEGLI APPALTI.
L’ORDINANZA PER I MONDIALI DI NUOTO
Le procedure di emergenza e i tempi impossibili per la chiusura dei cantieri della Maddalena sono un’occasione irripetibile per la lievitazione dei costi e la spartizione a tavolino dei lotti. Il 7 settembre 2008, l’architetto Marco Casamonti (C.), che sta progettando l’albergo della Maddalena, si vanta con il padre dei soldi che è riuscito a mettersi in tasca.
C: Ti volevo dire che ho fatto progetti per 70 milioni di opere. Glieli danno. Sicché, se non glieli facevo io i progetti non li pigliava. Sono piaciuti tanto, perché io gli ho presentato anche la parcella. Gli ho chiesto 2 milioni di euro. Ma lui (l’imprenditore Carducci) mi ha detto: "Tu sei caro, tu sei caro". E io ho detto: "Io sono caro, ma anche ti faccio fare 70 milioni di opere. Se non c’ero io, col cazzo che tu le facevi. Sicché... Deve un colpo al cerchio e uno alla botte (ride)
Qualche mese prima, il 17 maggio 2008, Fabio De Santis (D.), commissario delegato ai lavori della Maddalena, discute con Anemone (A.) del sistema di spartizione degli appalti.
A: Mi avevi chiamato, Fabbie’?
D: Si, si. Ero io.
A: Comandi, comandi
D: Dico. Non so se si verificherà tutto questo ben di Dio, ma comunque sappi che, insomma, un 33 per cento di azioni ce l’hai.
A: Ma vaffanculo, va (ride)
D: Eh. Perché io ho deciso che faccio 33, 33, 33.
A: Eh, va bene allora
D: E l’1 per cento lo diamo a Mauro (Della Giovampaola, il funzionario incaricato della vigilanza sulle opere ndr.). Gli ho detto a Mauro: "Testa sulle spalle e piedi per terra, perché ci aspetta un periodo di fuoco
A: Sui, no, ma dico: ormai è fatta
D: Bisogna stare. Bisogna veramente mettere la testa nel ghiaccio tutti i giorni
A: Si, si tutti i giorni, se no ci scappa
D: Sì, se no il rischio di impazzire è facile. Quindi, piedi per terra e lavorare piano piano. Un bacio e grazie di tutto
A: No, a me non mi devi dire niente. In bocca al lupo.
C’è un’altra torta, già spartita, che preoccupa la "cricca": gli appalti per i mondiali di nuoto del 2009, su cui sono intervenuti un’indagine e i sequestri della Procura di Roma. Il 26 settembre 2009, Anemone (A.), che è titolare del cantiere sequestrato del Salaria Sport village, apprende da tale Enrico Bentivoglio (E.) che i problemi sono risolti perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato un’ordinanza che sana ex post le irregolarità urbanistiche di cui gli appaltatori si sono resi responsabili insieme alla Protezione Civile e spegne l’indagine della magistratura.
E: A dimostrazione della considerazione che hanno della legalità e di coloro che cercano di farla rispettare, se la pigliano nel culo, capito? (ride) Se la pigliano nel culo.
A: Senti Enri’, ma tu il provvedimento ce l’hai sotto l’occhio?
E: Che cosa? No, è già sanata. Sanata. Non ce l’ho io, ce l’ha lui, però me l’hanno raccontata.


IL TERREMOTO DELL’AQUILA E LO SFOGO DI BALDUCCI: CHE CAZZO HO FATTO IO PER MIO FIGLIO?
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 il terremoto devasta l’Aquila e la sua provincia. L’11 aprile, Angelo Balducci (B.), ormai presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici, è al telefono con Anemone (A.). I rapporti tra i due non sembrano più quelli di un tempo. Balducci, che ha inserito il giovane imprenditore nel lotto delle aziende che lavoreranno alla ricostruzione, scalpita perché vuole avere un ritorno maggiore per i suoi servizi. Balducci parla del futuro incerto del figlio Filippo.
B: Dico che quello (Filippo) oggi ha fatto trent’anni. Io per carità, non è che mi voglio nemmeno permettere di confrontarmi con voi. Ma io dico che tu, a trent’anni, eri già a capo di un piccolo impero... Questo non c’ha manco un posto da usciere tanto per essere chiari. Permetterai che uno è un po’ incazzato.
A: Beh, fino a un certo punto. Perché comunque rimane pur sempre, come si dice, il figlio di un Dio minore... Ho recepito, Angelo, il discorso che mi hai fatto... E che cazzo! Mi fai parlare... Hai fatto una serie di osservazioni, constatazioni, alle quali io do una interpretazione....
B (riferendosi alla circostanza di essersi fatto promotore dell’inserimento di Anemone nei lavori post-terremoto): Tu ti rendi conto, ti rendi conto, oggi. Chi si sarebbe mosso al posto mio? Chi?
A: Io non credo...
B: Ti rendi conto, con le conseguenze che mi fanno pagare... A chi vado a raccontare che non sono in grado di collocare un figlio? Perché tra l’altro con tutto quello che mi è successo, che io vengo chiamato a orologeria, cioè quando serve, io proprio non lo accetto e credo di dire una cosa sacrosanta. Io che ho la coscienza da padre, dico: "Che cosa ho fatto per mio figlio? Un cazzo". Mentre per tutti gli altri... Ho fatto l’inimmaginabile. Il problema è che io, purtroppo, siccome le cose le vedo perché sono più anziano e mi faccio convincere.... Allora, quello che mi parla della figlia di quello... quell’altro... Quello sta lì, quell’altro sta là... quell’altro.. e Monorchio il figlio così. Mi permetterai che mi girano i coglioni. Comunque ricordati una cosa che le cose ingiuste non portano mai bene.
Filippo Balducci sarà assunto e stipendiato da una delle aziende di Anemone.

"MONITORA; MONITORA". I DUE TORO. PADRE E FIGLIO.
Preoccupata dalle indagini di Roma e Firenze sugli appalti della Maddalena, la "cricca" muove l’avvocato Edgardo Azzopardi perché prenda contatto e assuma informazioni da Camillo Toro, commercialista da poco entrato al ministero delle Infrastrutture e dal padre Achille, procuratore aggiunto con delega alle indagini sulla pubblica amministrazione della Procura di Roma. Il 18 settembre 2009, tale Manuel Messina (M.) racconta ad Anemone di un incontro avuto con Azzopardi e delle istruzioni che gli sono state date.
M: Senti, sono appena stato da lui e gli ho detto le cose chiaramente, esattamente come hai detto te. Ha chiamato il figlio (Camillo) e ha detto che si vuole incontrare con il padre (Achille)... eh cazzo! E poi gli ho detto anche un’altra cosa. Dico: "Ricordati che gli impegni che prendiamo noi tre, li manteniamo sempre, a qualunque costo. Anche se ci sono difficoltà oggettive". Poi ha richiamato subito quell’altro. Il figlio ha richiamato per dire che il padre c’ha un po’ di febbretta e che se era urgentissimo, va bene oggi pomeriggio.
Decine di intercettazioni documentano contatti continui tra Azzopardi e Camillo. Con il primo che raccomanda di utilizzare per le comunicazioni il sistema Skype (telefonate via internet), per non essere ascoltati. Fino alla telefonata del 1 febbraio scorso tra Azzopardi (A.) e Camillo Toro (T.)
A: Tu stai sempre monitorando?
T: Eh per forza. Compatibilmente con le mie possibilità. Quelle fisiche. Ma io sono abbastanza efficiente devo dire. Non me lo voglio dire da solo, però
A: Tu monitorizza. Monitorizza. Monitorizza il resto del mondo.

LA PERDITA. I MOBILI. LO SCIAQUONE. I DOMESTICI
Anemone è a disposizione della famiglia Balducci per qualunque tipo di incombenza domestica. Anche in piena estate. Il 25 agosto 2008, Rosanna Thau (T.), moglie di Balducci, chiama Anemone (A.) per investirlo con una serie di richieste.
R: Senti, ti volevo dire una cosa sui domestici (una coppia di rumeni custodi della villa di Montepulciano ndr.). Ci pensate voi... lo stipendio?
A: Non c’è problema gli facciamo un bel discorsetto.
R: Ti volevo anche dire una cosa. Un minuto fa, siccome nel bagno di Lorenzo (uno dei figli, l’attore ndr.) sento scolare l’acqua che sono venuti pure a vedere, non vorrei che si esaurisse
A: Mò telefono subito. Ma che scherzi, già ce n’è poca. Mò ci penso io
Il 27 novembre 2008, la Thau (R.) ha un altro problema. Lo sciacquone della villa a Montepulciano. L’interlocutore è sempre Anemone (A.)
R: Più che altro invece il discorso è quello della cassetta dell’acqua. Quella che perde acqua. A me è venuta una bolletta spaventosa. Io non so.
A: Ma non l’hanno sistemata. Ma è possibile. L’avevo detto pure a quel testa di cazzo di Aurelio
R: No, no, guarda. L’ho detto ad Aurelio... Se c’è qui vicino qualcuno che cambi il galleggiante perché a me è venuta una bolletta di 1.200 euro
A: Faccio venire Luigi. Sta lì a Monteleone.
Anemone provvede anche alle esigenze domestiche (gli arredi in falegnameria) di casa De Santis (il successore di Balducci). Ecco una conversazione tra Fabio De Santis (F.) e la moglie Silvia (S.)
F: Ma il mobile lo hanno fatto in camera tua?
S: No, no. Domani. Oggi solo la libreria.
F: Ma è bella? Come è?
S: La libreria è bellissima. Certo, bianca. Ma insomma, non è la morte sua, come dicono a Roma. Comunque vedi un po’ tu. Giudica. Soprattutto, mi fa incavolare l’unica cosa - capisco che a caval donato non si guarda in bocca - però dico e che cazzo la sedia me la potevano scurire. A me non sembra che l’abbiano scurita.

L’OMBRA DELLA MAFIA
L’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli è uomo legatissimo ad Angelo Balducci. Prima del Natale 2007 "ha dovuto contrarre un prestito di 100 mila euro con personaggi campani per "soddisfare richieste avanzate dall’ufficio di via della Ferratella" (il dipartimento di Balducci). I 100 mila euro di prestito con i napoletani diventano 140 mila. E Piscicelli si sfoga più volte al telefono con il cognato.
P. Da quella gente lì è meglio che ci stai lontano... se si sgarra è la fine... quello vanno trovando... io già l’altra volta dal 5 al mese sono passati al 10 al mese.
Chiosa il gip: "E dunque emerge l’interessamento anche di soggetti legati alla malavita organizzata di stampo mafioso che controllano cordate di imprese interessate al banchetto costituito dagli ultramilionari appalti".

MALINCONICO AL "PELLICANO"
Balducci si attiva con Anemone e con l’imprenditore Francesco Maria Piscicelli perché provvedano a sistemare, in più soggiorni vacanza, all’hotel "Pellicano" di Porto Santo Stefano, il professor Carlo Malinconico, all’epoca segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, dal luglio 2008, segretario della Federazione Italiana Editori e Giornali (Fieg). Il 28 aprile 2008, Anemone (A.) chiama Piscicelli (P.)

A: Andrebbe fatta una riservazione per l’1 il 2, il 3 e il 4. Per quel signor Carlo... Con la M il cognome, no?
P: Ci penso io. Ci penso io.
A: E poi ci vediamo e mi dici tutto
P: No, ci penso io
A: Perché l’ha chiesto a lui (Balducci ndr.) e quindi lui ci tiene, Angelo.
P: Ci penso io. Allora spetta, ripetimi i giorni
A: Lui arriva l’1 alle 2 e mezza., tre. Diciamo dall’1 notte, il 2, il 3, il 4 e il 5 riparte.
Il 30 aprile, alle 20.29, Malinconico (M.) chiama Balducci (B.)
M: Pronto
B: Professore
M: Ti chiamavo inanzitutto per il piacere di sentirti e per ringraziarti
B: Che scherzi?
M: Perché poi Lillo oggi mi ha detto che... Insomma ti aveva... E tu avevi poi dato...
B: Tutto a posto. Ci mancherebbe
M: Grazie veramente benissimo. Ottimo il tutto.

ASSUMETE ANTHONY SMIT
Angelo Balducci, sollecitato da Mauro Masi, direttore generale della Rai, chiede ad Anemone di far assumere Anthony Smit, fratello della compagna di Masi. Un tipo che vive ad Anacapri e di mestiere, dicono, fa il sommozzatore. E’ l’8 giugno 2009. Balducci (B.) tramite il centralino di Palazzo Chigi si fa passare Masi (M.)
M: Senti, quella persona lì. Se puoi fare una telefonata entro oggi. A me servirebbe, insomma.
B: Si, infatti, io ora sono uscito e fra due minuti lo chiamiamo
M: Hai tutti i riferimenti?
B: Si
M: Va bene. Perfetto. Poi, ho visto, "15 giugno", addirittura. Hai anticipato? Per il resto, tutto bene. Ho visto, tutto bene.
B: Ti ringrazio molto
M: Ma figurati, io ringrazio te
B: Se tu gli dai così... un gesto
M: Ma stai sicuro al 100 per cento
Un’ora dopo, Balducci chiede a Della Giovampaola di chiamare Smit per riferirgli a suo nome che per il "progetto" si sarà operativi dal 15 giugno. Della Giovampaola tarda a chiamare e Masi si fa di nuovo vivo dopo neppure cinque minuti. Insiste con Balducci per fare quella telefonata. Smit (S.) viene chiamato ed è assunto, dal 1 settembre 2009 al Salaria Sport Village di Anemone (A.), anche se lo stipendio lo prende dall’inizio dell’estate. Ecco come si accorda con il nuovo datore di lavoro.
S: Scusami se mi permetto, ma da quando avresti bisogno di cominciare a inquadrarmi?
A: Io l’inquadratura l’ho fatta dal 1 luglio, va bene. Quindi significa che la mensilità di luglio la prendi tutta e siccome agosto è ferie ti prendi anche quella di agosto. Se tu vedi, che hai finito tutto quanto, ci vediamo a settembre.
Lo stipendio pre-datato non basta. Il 10 settembre Smit chiede ad Anemone di trovargli una casa.
S: Volevo vedere se si poteva andare un po’ avanti con questo discorso della casa.
A: Sentiamoci tra un’ora, un’ora e mezza.
Dopo due ore, il problema è risolto. 950 euro per un appartamento a Settebagni. Naturalmente a carico di Anemone.

www.corriere.it
(ho scaricato e ho sulla scrivania, da corriere.it, l’intera ordinanza)
1.
ROMA - Si sono svolti nelle carceri di Regina Coeli e San Vittore gli interrogatori di garanzia dei quattro arrestati nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. A Roma, davanti al gip fiorentino Rosario Lupo sono comparsi il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l’ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e l’imprenditore romano Diego Anemone.
«APPALTI REGOLARI» - Gli interrogatori, fissati per le 10.30, sono cominciati con due ore di ritardo a causa della neve che ha bloccato per strada il gip e sono andati poi avanti per tutto il pomeriggio. Il primo a comparire davanti al magistrato è stato Della Giovampaola che nel corso di due ore di colloquio con il magistrato ha sostenuto la legittimità del suo operato. Al giudice, secondo quanto si è appreso, ha risposto ribadendo la regolarità nelle gare di assegnazione degli appalti dei grandi eventi. I suoi legali all’uscita dal carcere non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. L’imprenditore Diego Anemone si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. La sua versione l’ha però ribadita Angelo Balducci, evidenziando, così come Della Giovampaola, che le gare di appalto che si sono svolte «non solo in modo legittimo, ma con il controllo di una molteplicità di persone e di comitati di esperti che ne hanno verificato la limpidezza».
DE SANTIS NON PARLA - Per il quarto arrestato, l’ingegnere Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana e successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l’interrogatorio era previsto per rogatoria nel carcere milanese di San Vittore davanti al gip Vincenzo Tutinelli, ma De Santis, difeso dall’avvocato Remo Pannain, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
GLI ATTI A PERUGIA - Il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi ha spiegato che sono 28 gli indagati nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi: il G8 alla Maddalena, i Mondiali di nuoto a Roma e le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Intanto gli atti, una quarantina di faldoni, sono stati trasmessi alla procura di Perugia, competente in quanto uno degli indagati è il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio. I pm del capoluogo umbro, quelli di Roma e di Firenze stanno comunque valutando come dividersi i vari tronconi d’indagine. A occuparsi del fascicolo a Perugia sono il procuratore facente funzioni Federico Centrone insieme ai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernese. Nella procura di Firenze le bocche sono cucite: nessun rischio di sequestro dei cantieri, è l’unica cosa che dice il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi.
L’ANALISI DEI DOCUMENTI - Due giorni dopo le perquisizioni, gli arresti e gli avvisi di garanzia, i magistrati fiorentini - Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini - sono impegnati nell’analisi dei documenti («interessanti», si limitano a dire gli investigatori) sequestrati nella sessantina di perquisizioni. Fra gli indagati c’è il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che in un’intervista al Corriere della Sera si difende respingendo l’accusa di corruzione: «Non ho tradito gli italiani, sono vittima dell’invidia». I nomi più altisonanti sarebbero quelli usciti in questi giorni, ma il gip scrive che l’«insidiosità» del sistema messo in piedi dagli arrestati si comprende anche «dal coinvolgimento a vario titolo, e in gran parte ancora da definire nei suoi contorni, di personaggi di grossa levatura istituzionale».
BERSANI: ANDAZZO INACCETTABILE - Sul fronte politico, Pier Luigi Bersani sottolinea che nel caso di Bertolaso eventuali responsabilità personali saranno stabilite dalla magistratura ma c’è un «andazzo non accettabile»: «Nessuno si mette a fare il giudice, però esiste un fatto oggettivo, una responsabilità oggettiva - ha detto il segretario del Pd -. Queste procedure assolutamente discrezionali danno luogo a rischi enormi e il governo sta proponendo in questi giorni in Parlamento di triplicare queste procedure. un’assurdità, noi ci batteremo contro. Bisogna che la maggioranza rifletta: non possiamo buttarci in un pozzo. Non possiamo chiamare emergenza i campionati di nuoto piuttosto che il piano carceri». Commentando le dichiarazioni del premier, che ha definito l’operato dei magistrati vergognoso, Bersani ha aggiunto: «Bisogna tirar le somme, credo che queste frasi di Berlusconi siano totalmente fuori luogo».
MOZIONE DI SFIDUCIA DELL’IDV - L’Italia dei Valori chiede le dimissioni del capo della Protezione civile. Antonio Di Pietro ha presentato una mozione di sfiducia contro di lui: «Bertolaso dimettiti, altrimenti ti sfiduciamo noi. Sono proprio curioso di vedere se il nostro Bertolaso ha un po’ d’onore, oppure anche lui è come il sottosegretario Cosentino, il quale, nonostante un provvedimento di cattura confermato dalla Cassazione che gli pende addosso, insiste a rimanere al governo» afferma il leader Idv. Al contrario, il gruppo parlamentare di «Noi Sud» presenterà alla Camera una mozione a sostegno di Bertolaso. «Ribadiamo la nostra solidarietà, convinti come siamo della sua totale integrità morale - dice il segretario Arturo Iannaccone -. Lo invitiamo a non dimettersi e a continuare a guidare la Protezione civile». contrario alla mozione di sfiducia il leader dell’Udc Casini: «Non accettiamo la decapitazione di Bertolaso come vorrebbe l’onorevole Di Pietro, ma nel contempo riteniamo che la Protezione civile non possa essere al di sopra della legge e abbia bisogno di regole certe».
2.
Lettere a Corriere.it
a) Andate a vedere su Wikipedia chi ha prosciolto Berlusconi dall’accusa di corruzione per il Lodo Mondadori. Il Gup Rosario Lupo, come mai se prima era un bravo magistrato e’ diventato improvvisamente comunista?
b) Perchè il Corriere non parla di questo magistrato sui generis?.Lo si ritrova indagato a Perugia(poi prosciolto)per presunte soffiate durante l’indagini sulle scalate bancarie.Lo ritroviamo nelle indagini di De Magistris per gli assidui contatti diretti o mediati dal figlio con Elia Valori(uomo cardine insieme a Saladino del meccanismo clientelare sviluppatosi in Calabria).Achille Toro sequestrerà l’archivio Genchi,dove il suo nome e le sue telefonate compariranno più volte,senza che il magistrato romano dichiari la propria incompetenza a seguire il caso.Terza ragione per porsi delle domande su questo uomo dello stato è la recentissima indagine, ancora per fuga di notizie, sulla corrutela del sistema protezione civile.Parlatene, vi prego.
c) Il tritacarne mediatico è al lavoro. Tutta la mia vicinanza a Bertolaso, la cui reputazione, costruita in anni, sul campo, dimostrando ripetutamente il suo valore, è adesso nelle mani di magistrati a caccia di copertine e di giornalisti (cioè quelli che le copertine le fanno), ovvero di due delle categorie contraddistinte dal minor senso di responsabilità conosciute all’uomo (all’uomo italiano almeno). Piccolo appunto per la redazione online: nella sua intervista Bertolaso dice "se mi chiede se qualcuno può aver tradito la mia fiducia le rispondo che può pure essere, ma non ho elementi per sostenerlo". Titolo dell’intervista "Qualcuno mi ha tradito". Non vi capita mai di essere colti da un sussulto di dignità professionale quando virgolettate frasi mai dette per farci "il titolo"?. Come dicevamo....senso di responsabilità, questo sconosciuto...
3.
VENEZIA – Il 28 agosto 2008, al mattino, partecipava in qualità di ex vicecommissario di nomina governativa alla posa della prima pietra del Palazzo del Cinema del Lido di Venezia. Alla sera, in albergo, Fabio De Santis si divertiva invece con un’escort pagata da Diego Anemone, l’imprenditore che ha inguaiato il potentissimo capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Anemone – insieme allo stesso De Santis (soggetto attuatore delle opere del G8 alla Maddalena), ad Angelo Balducci (presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici) e a Mauro Della Giovampaola (membro della struttura per le opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia, di cui fa parte il Palacinema) – da mercoledì è in carcere, accusato di corruzione dalla procura della Repubblica di Firenze. Il bis il 17 e il 18 ottobre successivi: De Santis e Della Giovampaola devono venire di nuovo a Venezia per il Palacinema e questo cade, fatalità, in coincidenza con il giorno in cui annunciano ad Anemone che sono arrivati i soldi per un pagamento delle opere del G8. La «ricompensa» anche questa volta è una ragazza, della cui «qualità» però gli interessati si lamenteranno. Ma dall’ordinanza di custodia cautelare del gip fiorentino Rosario Lupo emerge anche un altro particolare: società del gruppo Anemone hanno conquistato – tra i numerosi appalti – quello per gli arredi del Palazzo del Cinema, che è in costruzione da parte della veneziana Sacaim. «Anche grazie alla intermediazione di Balducci», sottolinea il giudice.
Anemone e Venezia Il 28 agosto del 2008 Anemone è al telefono con tale Antonio Monterotti e gli riferisce che sta andando a Venezia per la posa della prima pietra del Nuovo Palazzo del Cinema, assegnato alla Sacaim, nell’ambito del programma per le celebrazioni del 150˚ anniversario dell’Unità d’Italia. «Sto andando a Venezia che c’è la posa della prima pietra... capito?... io vado a fare la all’isola della Maddalena a opera di imprese riconducibili, tra l’altro, allo stesso gruppo, immediatamente chiedono di essere premiati, mediante l’organizzazione di un incontro a carattere sessuale per entrambi».
Le intercettazioni Il 17 ottobre del 2008, De Santis chiama Anemone e gli passa Della Giovampaola, il quale esulta per aver ottenuto il pagamento (1.456.000 euro) per i lavori del G8, «una cosa così in vita mia non l’ho mai vista... cioè... all’una e quindici... sono arrivati i soldi sul conto... all’una e diciotto... il soggetto attuatore li aveva già mandati in Banca d’Italia... all’una e diciannove sono partiti i pagamenti». Ed è qui che gli chiede la ricompensa. Gli dice che l’indomani lui e De Santis e Balducci sono a Venezia: «Che si deve fare!?... ti faccio presente che domani sera dormiamo a Venezia... ». Anemone: «Abbiamo già fissato anche le camere e tutto... adesso lo vedo subito... hotel Gritti? mi devo organizzare». Della Giovampaola vuole essere chiaro: «Però... siccome è roba che è a sei quasi sette stelle... no... deve essere tutto equivalente... perché non è che arrivano due stelline del cazzo... che poi è una cosa che non va bene no?... anche perché non le fanno entrare... lì ci sono tutti i marmi... i dipinti... i cazzi... se no non entrano capito?». parte vostra... li mortacci vostri... io ci vado per la falegnameria perché... come si dice... la parte civile è un’impresa di Venezia...». La falegnameria sono gli arredi. La «parte civile» è la Sacaim, naturalmente. Il giudice Lupo non ha dubbi: «Trattasi di vicenda che denota in modo eclatante l’illecita messa a disposizione dei pubblici ufficiali Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola i quali, avendo assicurato al gruppo Anemone il pagamento di una consistente somma di denaro connesso agli appalti del G8 in corso di realizzazione.
Magistrato alle Acque Un passaggio dell’ordinanza è dedicato anche al presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta, arrivato in laguna del 2008 dopo essere stato dirigente del ministero delle Infrastrutture. Il 18 settembre 2009 Fabio De Santis è al telefono con il fratello Marco e gli racconta di aver parlato con Anemone perché – scrive il gip – «non ha mantenuto un impegno preso per conto dell’ingegner Patrizio Cuccioletta». De Santis, al telefono: «Ma Cuccioletta… eh Cuccioletta, bella figura del cazzo che avete fatto». Il 25 settembre, in un’altra telefonata al fratello, De Santis gli conferma di essersi lamentato con Anemone «del mancato rispetto degli accordi che prevedevano il coinvolgimento del fratello Marco nelle ultime opere pubbliche appaltate. «Conosco Fabio De Santis, un giovane ingegnere bravo su cui non posso dire nulla di male, e anche il fratello Marco, che ho sentito pure nei giorni scorsi – spiega Cuccioletta – Anemone invece non lo conosco. Io con questa storia non c’entro nulla».
Alberto Zorzi
Andrea Pasqualetto

4.
ROMA – «Sì, ho letto i giornali. Il dottor Guido Bertolaso è venuto a farsi una "ripassata" qui da noi con Francesca... E allora? nostro socio e noi ne siamo onorati. Ne avrà diritto, no?». Luigi Sotis è il presidente del «Salaria Sport Village». un uomo calmo, gentile, che non difetta di sense of humour. Anzi, la bufera che ha travolto il suo circolo non sembra scomporlo più di tanto. Dice: «Il mondo dei vip va matto per i massaggi del nostro centro benessere. Massaggi con le pietre, massaggi con le conchiglie... Bertolaso avrà detto "rilassata" non "ripassata" e i magistrati hanno capito male. Non lo so, mi sembra tutto un misunderstanding. Un grosso equivoco...». Poi però si fa serio: «Ma che avete scritto? Ho letto pure di un incontro che il dottor Bertolaso avrebbe avuto qui da noi con una brasiliana mandata da un’altra brasiliana, una certa Regina. Guardate che Regina esiste veramente, è Regina Profeta, ricordate le ragazze del Cacao Meravigliao? Lei lavora per noi, è una nostra dipendente, anzi è la responsabile dell’eventistica danzante, un giorno a settimana la Noche de Salsa è roba sua, con le penne all’arrabbiata a mezzanotte. Regina Profeta porta con sè ballerine di professione, soubrette di successo, altro che prostitute...».
«Salaria Sport Village», ieri pomeriggio. La cittadella è blindata, c’è diffidenza, in fondo questo è stato anche il primo circolo sportivo sequestrato a Roma dai pm che indagano sulle piscine dei Mondiali di nuoto 2009. Presunte violazioni dei vincoli ambientali: 160 mila nuovi metri cubi costruiti col Tevere a due passi. Le guardie private scortano i giornalisti fino alla reception e poi li riaccompagnano fuori con gentilezza. Simone Rossetti, colui che avrebbe concordato l’appuntamento telefonico per la «ripassata» di Bertolaso con Francesca, è il cugino di Diego Anemone, il costruttore arrestato due giorni fa. Rossetti non vuole parlare con il Corriere. Parla, però, Nicola Pietrangeli, l’indimenticato ct dell’Italia di tennis campione di Coppa Davis, che del grande circolo sulla Salaria è stato presidente onorario fino al giugno scorso. Dice Pietrangeli: «Io, giuro, Bertolaso in tre anni non l’ho mai visto. E l’unica volta che sono andato al centro-beauty mi ha massaggiato un uomo... Insomma, i miei amici del Canottieri Roma ogni tanto mi sfottevano pure: oh, chiedevano, non è che lì da te c’è movimento? Ma io, sarà l’età, roba mignottesca al Salaria non l’ho mai vista. Qualche sera, a cena, ci ho portato i miei amici Nastase, Santana e Lea Pericoli. Serate molto tranquille...». Tra i circa 3.500 abbonati e clienti, non sono pochi i vip che vengono qui innamorati dei vari trattamenti: hammam, biosauna, docce emozionali, olii, candele, relax paradisiaco nella cosiddetta «stanza dei sogni», chiamata così per la volta dipinta come un cielo stellato. Avvistati: Maria Grazia Cucinotta, Stefano Masciarelli, l’ex calciatore Sebino Nela. Questo, un tempo, era il circolo del dopolavoro del vecchio Banco di Roma, poi sono arrivati i «re di Settebagni », i costruttori Anemone, che hanno rilevato il complesso coltivando sogni di «grandeur». Una famiglia molto unita: mogli, figli, cugini, nipoti, tutti a vario titolo lavorano al circolo.
«Ripassata, ribollita, andateci piano con le parole – taglia corto il presidente Sotis ”. Io, le ragazze del centro, le conosco tutte e sulla loro moralità sono pronto a mettere la mano sul fuoco. Attenzione, però: una frase male enucleata, e penso a Bertolaso, potrebbe rivelarsi la peggiore delle bugie. già successo ».
Fabrizio Caccia

5.
MILANO - Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni. «Serate disco» in alcuni padiglioni del Salaria Sport Village di Roma, massaggiatrici «blindate» e club gradualmente svuotato, dopo l’assalto dei giornalisti e il tam tam sui rapporti del capo della Protezione civile Guido Bertolaso e alcuni imprenditori legati al club nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze.
LE SEI RAGAZZE - Al centro benessere del Salaria Sport Village, già implicato nell’inchiesta sui presunti abusi commessi per la costruzione di strutture per i Mondiali di Nuoto, lavorano sei ragazze che hanno tra i 20 e i 30 anni.
Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village» Il «Salaria Sport Village»
E tra queste c’è «Francesca del beauty», una ragazza mora - riferiscono - ma oggi blindata come le sue altre colleghe del centro benessere. A scatenare la curiosità su «Francesca» è stata proprio un’intercettazione in cui questo nome è associato da Bertolaso a «una ripassatina». Al club sono state spesso organizzate «serate disco» con la partecipazione di diversi vip. La prossima festa in programma al club, in cui per l’occasione verrà regalata una maschera a ogni partecipante, è quella prevista sabato prossimo per il carnevale ed è aperta a tutti. (Fonte: Ansa)