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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

LA NUOVA VITA DI ANNA FALCHI

Regina del gossip; Valchiria- volendo Falchiria - d’Italia; signora della finanza.

Sono solo alcuni degli appellativi attribuiti ad Anna Falchi nei 38 anni di vita e venti di attività nel campo dello spettacolo e dintorni, ma con discese e risalite in settori diversi. «Ho un temperamento nordico, determinato, femminista da sempre, non sono una che si arrende. Cresciuta a Rimini ma nata in Finlandia, paese moderno, non a caso il primo ad avere eletto una donna presidente», dice lei, la bellezza perentoria di sempre, gli occhi azzurri che s’illuminano nell’allegria del sorriso.

Tutto è cominciato con la moda... «E tutto per caso, le cose in genere mi cadono addosso. A Rimini facevo la modella part-time per guadagnare qualcosa poi è uscito un servizio su di me, "Anna dei miracoli". Era di Fabrizio Corona. Mai più incontrato. Il servizio è stato utile, ero diversa dalle modelle anemiche in voga, sono entrata in quel mondo, che però non mi piace: è effimero, crudele, il peggiore che abbia conosciuto.

Poi, da brava provinciale, ho partecipato a miss Italia (era il 1989, ndr ), sono stata eletta Miss Cinema». E Fellini la notò.

«Mi scelse per la pubblicità di una banca, dovevo "tentare" Paolo Villaggio. Fu una scelta strana, non somigliavo alle donne prosperose che piacevano a lui, io allora non avevo seno. Però avevamo in comune la Romagna, sul set scherzavamo in dialetto, con me si divertiva. Fu una bella esperienza». Già, il seno...

«Avevo 19 anni, sui set mi capitava di captare commenti sulla mia piattezza, così ho preso la decisione. stata una sciocchezza, che oggi non rifarei. Venivo citata come esempio, mia madre mi spinse a chiamare La vita in diretta per sconsigliare le ragazze e lo feci volentieri».

Nel cinema aveva cominciato bene, con registi come Dino Risi o Lizzani. Poi che è successo? «Non ho avuto pazienza, e oggi mi dispiace. Mi hanno chiamato in tv e ho accettato. Un po’ per ragioni economiche. E poi perché non mi considero un grande talento: sono più che altro un’artistoide». Con fidanzati come Fiorello e Max Biaggi è stata spesso protagonista della stampa pettegola.

Erano amori veri? «Sono stati incontri brevi, a volte intensi, molto chiacchierati. L’invadenza della stampa è stata deleteria, ha inciso sui rapporti. Non ho rimpianti nella carriera, ma in certe scelte sì. Se potessi cancellerei qualche periodo dalla mia vita».

Cancellerebbe anche il matrimonio con Stefano Ricucci? «Il lato positivo è che durante il matrimonio ho avuto tempo per riflettere, ho ripreso a studiare, ho fatto teatro. Ma è stato traumatico scoprire di non aver compreso fino in fondo chi era la persona che avevo sposato. E non è stato piacevole finire sulle pagine della cronaca economica o giudiziaria. Non sapevo come uscirne, ho dovuto aspettare che finisse la tempesta mediatica».

C’è qualcuno che l’ha aiutataa uscirne? «Mamma e mio fratello Sauro.

Anche il carattere nordico mi ha aiutata, ho faticato per ritrovare un equilibrio che in certi momenti era appeso ad un filo, ho imparato la precarietà dell’esistenza. La spinta per ricominciare l’ho avuta dalla tv, da "Ballando con le stelle". Le prime puntate furono un disastro d’ascolti.

Non mi si perdonava di aver sposato un uomo ricco, ero come Cenerentola: la madre straniera, il principe, ma la favola finiva male.

Hanno faticato a riaccettarmi».

Ed è rinata come produttrice... «Essere imprenditrice è sempre stato un sogno, lo sto realizzando con mio fratello. Provo un senso di potere che non proverei da attrice: mi piace scegliere un soggetto, decidere come svilupparlo, come trasformare le parole in immagini. Ho ottenuto credibilità nel mondo della finanza, ho imparato i meccanismi, so che non bisogna comprare azioni né giocare in borsa. Almeno in questo il matrimonio è servito».

Due vite per caso di Alessandro Aronadio, l’ultimo film che ha prodotto e che uscirà con Lucky Red è a Berlino nella sezione Panorama. il suo primo festival? «Sì ed è inutile dire che ne sono entusiasta. un’opera prima con Lorenzo Balducci e Isabella Ragonese su due possibili destini di un uomo. Una storia alla Sliding doors: se non fossi andata in quel luogo, se non avessi fatto quell’incontro...». Continuerà a fare l’attrice? «Perché no? Recitare mi diverte, è stato bello lavorare con Sergio Rubini in L’uomo nero. Ora sto girando per la tv Roma nuda di Giuseppe Ferrara, la storia di Sergio Maccarelli, «er moretto de Tor Marancia», protagonista di quella criminalità "nobile" che ha preceduto la banda della Magliana. Lui è Francesco Venditti, Tomas Milian è il poliziotto, c’è anche Califano. Per sfondare come produttrice ho bisogno di guadagnare. Il sogno più grande? Scoprire un nuovo Paolo Sorrentino o un Gabriele Muccino».