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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "AGONI

SERGIO"

Sergio Agoni, leghista, votò per Cesarino Monti e, colto sul fatto, si giustificò: «Cesarino stava leggendo il giornale». Embè? «Ma leggeva un argomento che gli stava a cuore». Embè? «Ma non voto mai per gli assenti, solo per quelli in altro affaccendati, che scrivono, telefonano o leggono». Embè? «C’è una differenza politica rispetto a quelli che lo fanno per... Mi sto un po’ arrampicando sui vetri?». (Mattia Feltri, La Stampa 11/6/2008)

Nella XIV legislatura, quella del governo Berlusconi 2001-2006, la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse era presieduta da Paolo Russo (Forza Italia) e tra i suoi componenti figurava l’allevatore bresciano Sergio Agoni (Lega) che partecipò con continuità alle attività dell’organismo bicamerale. [...] Oggi, a quattro anni di distanza, l’ex senatore Agoni, rientrato stabilmente nel suo allevamento di mucche da latte di Offlaga, ricorda a stento quella relazione. Anzi, ha proprio dimenticato di aver votato il documento parlamentare in cui venivano citate le indagini del Ros dei carabinieri, del Comando dell’Arma Tutela dell’Ambiente, delle procure di Larino e di Napoli («Re Mida») che in qualche modo giungevano tutte alle stesse conclusioni: «Le rotte del traffico illegale si muovono sull’asse nordsud in direzione del Mezzogiorno, dove i rifiuti vengono smaltiti in discariche non autorizzate, costituite da cave, da specchi d’acqua (si pensi ai laghetti della Camorra del litorale Domiziano), da grandi buche scavate in fondi anche agricoli sulle quali, una volta ricoperte vengono praticate, non di rado, colture di vario genere...».
Agoni, ora, ha difficoltà a mettere a fuoco il quadro drammatico descritto dalla sua commissione solo quattro anni fa: «Guardi, a dire la verità non sempre andavo alla "Rifiuti" perché ero anche impegnato che con la commissione Agricoltura ». Alle trasferte, invece, il parlamentare leghista diceva spesso di sì: «Con la commissione Rifiuti e il presidente Russo abbiamo sorvolato in elicottero il Tavoliere delle Puglie, siamo andati in Calabria e in altre regioni del sud». E in Campania? «No, quella volta purtroppo non c’ero...». Eppure oggi, anche davanti alle osservazioni del Quirinale che raccomanda ai dirigenti della Lega un’attenta lettura di quegli atti parlamentari, l’ex commissario si fa interprete di un convincimento molto diffuso a Brescia, «la provincia più industrializzata d’Italia». Si spiega Agoni: «Da noi gli imprenditori pagano l’ira di Dio per consegnare i rifiuti speciali e nocivi a ditte regolari con tutti i crismi di legge. Se poi la camorra e la mafia dirottano i camion altrove questo non riguarda l’imprenditore ». Dunque, il nord se ne lava le mani? «Credo che questa sia una polemica sterile. Anzi, penso che il capo dello Stato stia preparando il terreno per un un’azione successiva: quella magari di avere l’argomentazione per dire: "Cari signori del nord, adesso riprendetevi i vostri rifiuti". Ma io dico che se gli industriali del nord hanno pagato e hanno tutti i documenti in regola non devono riprendersi proprio niente».L’ex senatore Agoni, dunque, intravede un disegno contro il nord dietro le parole di Napolitano. E quindi spiega: «Se gli imprenditori hanno pagato in nero e hanno consegnato i rifiuti senza documentazione, ci sono gli organi competenti che devono approfondire le indagini. Ci mancherebbe altro». (Dino Martirano, Corriere della Sera 6/6/2008)