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 2010  febbraio 12 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "AGNOLIN

LUIGI"

Luigi Agnolin sugli arbitri italiani: «Dicono: non c’è uniformita di giudizio. Vero. Ma pure fra i giornali non esiste. A Milano si valuta in un modo, a Torino in un altro, a Roma in un altro ancora. Per tacere delle moviole: in base alle emittenti e ai bacini di utenza, versione scaccia versione. Chi dirige una partita non può non risentirne. Specialmente se non ha le spalle coperte. La sudditanza? Se entra il papa, ci si alza in piedi. Se entra, un cardinale si solleva il capo. Se entra un parroco di campagna, si continua a parlare. Il problema non è questo: se prendo 50 lire a partita e sbaglio nei confronti di una grande, mi segano per almeno tre mesi e ci rimetto di tasca mia. Se viceversa penalizzo una piccola, non succede nulla o succede poco, a meno che il risultato non sia andato di traverso a un’altra grande. La carriera è la carriera, e gli arbitri non sono marziani». (La Stampa, 31/01/2002)

Lui [Franco Sensi] , invece, sibillino non è mai. Quando gli chiesero come intendesse pagare la liquidazione di Gigi Agnolin, direttore generale durato poco perché inflessibile ai sillogismi del capo (assumo un ex arbitro, un ex dirigente arbitrale così non avrò più problemi con la categoria), in tutto quasi mezzo miliardo di vecchie lire, rispose: ”Io Agnolin lo liquido con una scureggia”. (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 5/9/2002).

Quando Maradona formula un giudizio, si ha l’impressione di star assistendo a uno dei suoi dribbling.
«Quel bastardo di Luigi Agnolin, l’arbitro italiano, mi ha annullato un gol... quell’Agnolin, è un figlio di puttana. Abbiamo cercato di far pressione su di lui dall’inizio, ma l’italiano non era un tipo che si lasciava intimidire... Agnolin mi piaceva...» (Martin Amis la Repubblica, 02/10/2004)

 stato abilissimo Luigi Agnolin, nuovo commissario del settore, chiamato dal professor Guido Rossi a gestire l’emergenza. Ha chiesto e ottenuto di limitare i fulmini sul proprio esercito per garantire un servizio adeguato nel prossimo campionato. Lasciato al suo destino il più indifendibile di tutti, Massimo De Santis, centrato con il massimo della pena. Chi ha voglia di fare pulizia non può accanirsi contro società, tesserati comuni, volti notissimi del potere calcistico esercitato negli anni, e invece risultare indulgente con chi ha il dovere di rispettare le regole e farle rispettare. Se un magistrato pecca e pecca nell’esercizio delle proprie funzioni è più riprovevole di un comune cittadino. Gli arbitri, nel calcio, sono come i magistrati» (Franco Ordine, Il Giornale 15/7).

«Stiamo organizzando un seminario permanente sull’etica e sui valori dell’arbitro, che si terrà durante la stagione ad Assisi. I docenti saranno psicologi e intellettuali di diversa provenienza. In questo modo, ai fischietti verranno continuamente insegnati e ricordati non solo i loro doveri, ma anche i modi per essere più forti, per resistere alle pressioni» (Luigi Agnolin, commissario straordinario dell’Aia e forse pure designatore) (Alessandro Gilioli, ”L’espresso” 27/7/2006)

[ Marcello Nicchi] Ha messo sotto accusa Luigi Agnolin nel corso della gestione commissariale chiedendo a gran voce la celebrazione del rito elettorale, al quale partecipò con scarsa fortuna visto che Gussoni riuscì a batterlo. (a.m., ”Corriere dello Sport” 7/3/2009).