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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

VOLARE LOW COST


Le cento compagnie aeree più grandi del mondo nel 2009 hanno perso 11 miliardi di dollari. Una bufera economica che non ha toccato i vettori low cost. L’irlandese Ryanair, l’in­glese easyJet, la tedesca AirBerlin restano lonta­ne dai vecchi colossi del cielo, sembrano volare in un’altra dimensione, dove gli utili e i passeggeri aumentano ancora e la crisi non si è quasi vista. Merito di un modello industriale completamen­te diverso, spiega Thomas Meister, responsabile del marketing italiano di easyJet. Meister parla dell’idea di fare le cose ’ semplici’, dell’elimina­zione di ogni lusso, di un intenso ritmo di voli, di sedili più fitti, di tassi di riempimento altissimi. Il modello low cost non sempre funziona – i falli­menti tra i vettori economici più piccoli hanno u­na preoccupante frequenza – ma quando ingra­na non si ferma più. per questo che Alitalia, og­gi, lancerà da Malpensa la nuova Air One come suo vettore economico in grado di combattere contro questi nuovi e agguerriti rivali.
In Europa, e in Italia, le low cost stanno divoran­do le quote di mercato delle compagnie tradizio­nali. Nel 2009 si sono prese il 37% dei passeggeri europei, in Italia hanno portato la loro quota dal 26% del 2008 a oltre il 30%. Quella delle compa­gnie economiche, comun­que, non è solo una ri­voluzione dei cieli. An­che la terra, e in que­sto caso la terra sono le piste degli aero­porti, sta cambiando. E con lei le città in cui atterrano le compa­gnie economiche, dove spuntano mi­gliaia di nuovi turisti e i lo­cali si sco­prono grandi viaggia­tori.
Mentre il traffico generale negli scali italiani nel 2009 è diminuito del 2,7% ci sono aeroporti che crescono a ritmi forsennati. Trapani, che nel 1999 faceva volare 53mila persone all’anno, nel 2009 è stata attraversata da un milione di passeggeri (+100,5%). Tutte (o quasi) persone portate da Rya­nair, che nel maggio 2009 ha fatto dello scalo ’Vin­cenzo Florio’ la sua base siciliana. Altra isola, stes­sa storia. In Sardegna Ryanair è attraccata ad Al­ghero (+ 9,2% il traffico 2009) e Cagliari (+ 13,8%). Mentre Bergamo adesso è il quinto scalo d’Italia, con 7,1 milioni di passeg­geri.
Merito, anche qui di Ryanair, che ha fatto la for­tuna pure degli scali pu­gliesi di Bari (+13%) e Brin­disi (+ 8,9%). EasyJet, inve­ce, ha risollevato Malpen­sa dopo l’abbandono di A­litalia, diventando la com­pagnia di riferimento del­lo scalo milanese ( forte di 5 milioni di passeggeri nel 2009).
Ryanair ed easyJet lavorano in maniera diversa. Mentre il gruppo inglese applica il modello low co­st al mercato aereo tradizionale, seguendo le di­namiche di domanda e offerta e volando dai gran­di aeroporti, Ryanair stringe accordi con gli scali minori: l’aeroporto paga la compagnia per por­targli più passeggeri. Vito Riggio, il presidente del­l’Enac, ha definito questo sistema un « corteggia­mento più o meno consentito » . I contratti sono riservati, ma alcune cifre sono saltate fuori, anche perché gli scali sono gestiti da società pubbliche. La Sardegna, ha detto l’assessore regionale ai Tra­sporti Liliana Lorettu, spende circa 20 milioni al­l’anno per mantenere le low cost nell’isola. La So­geaal, che gestisce lo scalo di Alghero, paga a Rya­nair 6,5 euro a passeggero, e tra il 2007 e il 2008 ha dato al vettore 4 milioni di euro. Sono aiuti di Stato? Chissà, l’Unione europea ha aperto un’in­chiesta sulla Sogeaal dal 2005, e dovrebbe decidere nelle prossime settimane. I conti dell’azienda ( controllata da Regione, Comune e Camera di commercio) sono dissestati: c’è un buco da 5,8 milioni di euro in attesa di essere ripianato con soldi pubblici.
L’Airgest, che gestisce l’ae­roporto di Trapani vive u­na situazione simile. An­che qui le voci parlano di contributi versati a Ryanair attorno ai 6 euro a passeg­gero e di bilanci sempre in rosso. Stesso discorso per la Aeroporti di Puglia. Ta­riffe di handling scontatis­sime, contributi compresi tra i 3 e i 5 euro a pas­seggero portato in Puglia da Ryanair, perdita d’e­sercizio di 7,6 milioni di euro nel 2008. Rocco Sa­belli, l’amministratore delegato di Alitalia, a di­cembre, ha detto che l’Aea, l’associazione delle compagnie tradizionali europee, sta per conse­gnare all’Ue un dossier dove scrive che gli aero­porti europei hanno dato a Ryanair « contributi notificati » per un totale di 190 milioni di euro. I passeggeri low cost, almeno per gli scali, non han­no poi prezzi così bassi.