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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

TEHERAN, L’IRA DEI MILIZIANI:

MORTE ALL’ITALIA E A BERLUSCONI- «Morte a Berlusconi! Morte all’Italia!». La rabbia degli estremisti di Teheran si è riversata sul Presidente del Consiglio e sul nostro Paese ieri pomeriggio, quando un centinaio di appartenenti ai rami studenteschi del movimento basiji hanno dato vita a una breve ma intensa manifestazione di protesta all’esterno dell’ambasciata italiana, sita in Via Neuphle-Le-Chateau, nel cuore del centro storico della capitale iraniana. Secondo l’agenzia di stampa Fars, vicina ai basiji e ai Pasdaran, la folla si è fermata dinanzi alla sede diplomatica francese, separata da quella italiana dallo stretto vicolo ”Roma”, prima di urlare il proprio astio nei confronti del premier italiano a causa delle affermazioni effettuate da Berlusconi contro il governo Ahmadinejad nel corso del recente viaggio in Israele. La manifestazione si è conclusa dopo qualche decina di minuti e in seguito al lancio di uova e pomodori contro ambedue le ambasciate e una breve sassaiola contro il portone d’ingresso e l’imponente muro di cinta che separa la sede ottocentesca italiana dall’esterno. I manifestanti hanno pure tentato di staccare l’insegna stradale riportante il nome della capitale italiana dal muro di cinta dell’ambasciata, prima di venir respinti dai reparti anti-sommossa delle forze dell’ordine. Prima di andarsene, gli studenti hanno letto un comunicato, riportato dalla Fars, in cui viene chiesto al Parlamento iraniano di promulgare un decreto che porti alla riduzione dei rapporti con ambedue i Paesi e hanno accusato l’ambasciata italiana di fornire rifugio all’opposizione riformista. I basiji hanno anche fatto intendere che la manifestazione di ieri costituirà la prima di ”una lunga serie” qualora il governo italiano non modificherà il proprio atteggiamento a riguardo dell’Iran. Fonti diplomatiche a Teheran hanno minimizzato la portata dell’evento, pur facendo notare che tali manifestazioni avvengono quasi sempre con il tacito assenso delle autorità.
La precedente manifestazione di protesta dinanzi all’ambasciata italiana risale all’autunno del 2005, quando un gruppo di basiji accusò forze ”sioniste” per la morte di Edoardo Agnelli, il figlio del presidente della Fiat che si era convertito all’Islam sciita.
L’iniziativa degli studenti basiji, che si sono pure soffermati dinanzi alle sedi diplomatiche di Francia, Germania e Olanda, tacciate insieme all’Italia di aver sostenuto la ”sedizione” dell’opposizione riformista, fa da preludio alla grande manifestazione di domani, quando una vasta folla parteciperà al rituale corteo per l’anniversario della vittoria della Rivoluzione del 1979. I partecipanti saranno però divisi tra coloro i quali difenderanno la Guida Suprema Ali Khamenei e il presidente Ahmadinejad e i simpatizzanti dell’Onda verde, che scenderanno in piazza dopo numerosi inviti in tal senso da parte dei propri leader e nonostante le avvertenze dai toni forti delle forze di sicurezza, che hanno intimato a tutti i partecipanti di astenersi da qualsiasi protesta contro le autorità.