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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

TUTANKHAMON, LA PAROLA AL DNA


Ancora pochi giorni e dovrebbe essere svelato l’arcano su Tutankhamon, il più affascinante dei faraoni d’Egitto, salito al trono all’età di nove anni e morto con ogni probabilità intorno a 20 anni. La domanda, cui sta per essere data una risposta, riguarda l’identità della sua famiglia. E per farlo, dopo decenni di supposizioni e teorie, talvolta bizzarre, si è fatto ricorso alla prova del Dna effettuata sulla mummia. La data da segnare sul calendario è mercoledì 17 febbraio, quando in Egitto saranno resi noti i risultati degli esami: potrebbe essere un momento storico.

La curiosità è davvero alle stelle: non soltanto tra gli addetti ai lavori, tra gli storici e gli egittologi di tutto il mondo, ma anche tra i semplici appassionati. Molte persone, visitando il museo del Cairo, hanno potuto ammirare la maschera d’oro di Tutankhamon, raccontando di esserne rimaste ipnotizzate. Chi si celava davvero dietro quella maschera? Dalla scoperta della tomba del faraone, avvenuta nel 1922 da parte di Howard Carter (si veda box), si sono succeduti test radiologici, misure del cranio, comparazioni di gruppi sanguigni e tentativi di scoprire malattie congenite. Tutti esperimenti che, in realtà, non sono riusciti a fornire risposte convincenti.

Nel 2001 il ministero della cultura egiziano non aveva concesso il permesso di analizzare i campioni di capelli, ossa e unghie della mummia, in quanto gli esami sarebbero stati gestiti da un’équipe giapponese. In seguito è stato trovato un mecenate che potesse pagare i lavori in loco. Discovery channel ha finanziato un laboratorio da 5 milioni di dollari (3,6 mln di euro) al museo del Cairo, con l’obiettivo di stabilire, attraverso la prova del Dna, identità e discendenza di centinaia di mummie.

I primi studi, avviati nel 2008, si sono concentrati su due feti ritrovati nella tomba di Tutankhamon. Gli esperti hanno cercato di capire se si trattasse di due bambini morti, nati dal re e da sua moglie Ankhésenpaamon, oppure se fossero stati messi nel sepolcro con una funzione simbolica: far apparire il defunto come un nuovo nato nell’aldilà. Studiando il sangue è stata avallata la prima ipotesi, ma dati più precisi si sapranno tra pochi giorni grazie al Dna.

La questione centrale, comunque, è relativa alla genealogia del faraone. Non avendo quest’ultimo avuto figli, se si dimostrasse che il suo Dna è condiviso con una o più mummie, queste sarebbero facilmente collegate a fratelli o sorelle, oppure alla sua ascendenza. Finora, su tale aspetto, si sono susseguite le teorie più svariate.

PARLANO I GEROGLIFICI. Tutankhamon è uno dei vicini successori di Akhenaton. Che si tratti, dunque, di suo figlio? Poco più di un anno fa è stato ricostruito un blocco calcareo che riuniva la rappresentazione di Tutankhamon e quella di sua moglie, menzionando che sono figlio e figlia del re. Il faraone potrebbe, dunque, essersi unito a sua sorella o a una delle sorellastre. Cosa non impossibile, visto che all’epoca l’incesto non era tabù.

UN’ALTRA IPOTESI. La mummia di Akhenaton, scoperta all’inizio del ventesimo secolo, è in pessimo stato. Nel corso delle epoche è stata spostata e nuovamente interrata. Potrebbero essere, in realtà, i resti di Smenkhkare, genero e successore di Akhenaton. La comparazione può nondimeno essere tentata con il nonno putativo Amenophis, la cui spoglia, più sana, è conservata al Cairo. I risultati potrebbero tuttavia approdare non a una filiazione ma a una fratellanza: Tutankhamon fratello più giovane di Akhenaton. Se così fosse, bisognerebbe rivedere la cronologia, con il potere di faraone condiviso per una decina d’anni.

ALTRE PISTE. Tutankhamon potrebbe essere figlio di Smenkhkare o del gran sacerdote Ay, che sarebbe stato il suo successore.

NEFERTITI MADRE. Ecco un’altra ipotesi suggestiva, avvalorata dalla sua famosa bellezza. Ma non è possibile avere riscontri al riguardo, visto che non ne è stata trovata la mummia.

ALLA RICERCA DI MAMMA. Abbondano altre possibili madri di Tutankhamon, poiché i faraoni di quell’epoca (diciottesima dinastia) avevano un harem con una donna favorita, una decina di concubine e un centinaio di altre donne. Una teoria, ritenuta però non molto credibile, vuole che la madre sia una semplice sposa: si tratterebbe di Kiya. Oppure si cita Tiyi, la grande vedova reale di Amenophis.

Dubbi, idee, domande senza risposta: chissà se il Dna riuscirà a dissipare tutte le nebbie in maniera definitiva.