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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

I SITI SU BERTOLASO L’11/2/2010, GIOVEDI’


www.repubblica.it
1.
ROMA - L’imprenditore romano Diego Anemone, finito in manette per essere ritenuto il presunto corruttore del sottosegretario Guido Bertolaso e altri pubblici ufficiali per favoritismi negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, si sarebbe dato da fare per "organizzare una ’cosa megagalattica a base di sesso’ in favore del Bertolaso". Anemone si sarebbe attivato per "raccogliere denaro contante anche attraverso canali insospettabili, quali tale don Evaldo Biasini che, dal contenuto delle conversazioni intercettate, risulta occuparsi di opere di beneficenza in Africa". Lo scrive il gip di Firenze nella sua ordinanza, sulla base dei testi di alcune intercettazioni. Emergono così nuovi particolari sull’inchiesta che ha travolto i vertici della Protezione civile e le persone coinvolte negli appalti della Maddalena. Una "storia di ordinaria corruzione", come l’ha ribattezzata il gip Rosario Lupo, "gravissima per la sistematicità delle condotte e dei rapporti illeciti". Per l’avvocato Filippo Dinacci, difensore appena nominato da Guido Bertolaso, "siamo in presenza di un grande equivoco che sarà quanto prima chiarito".
Le "prestazioni sessuali" al centro benessere. Secondo quanto ricostruito dal gip, il capo della Protezione civile avrebbe goduto di "prestazioni sessuali" presso il "centro benessere riconducibile all’Anemone". "Il tenore delle conversazioni intercettate non consente interpretazioni diverse", si legge nel provvedimento: a Bertolaso erano state messe a disposizione "prestazioni sessuali presso il suddetto centro". La "festa megagalattica" - risulta dalle intercettazioni - è poi saltata a causa di un impegno del capo della Protezione civile. "Un’occasione, peraltro, che verrà sfruttata dal Bertolaso solo in un momento successivo", precisa il gip.
Nell’ordinanza si ribadisce che nel "centro benessere Salaria sport village, riconducibile alla stessa famiglia Anemone", Bertolaso usufruì "non solo di ’massaggi’, ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali", come proverebbero diverse conversazioni intercettate.
Interrogatori per i quattro arrestati. E proprio Diego Anemone verrà interrogato domani insieme ad Angelo Balducci, Mauro della Giovampaola e Fabio De Santis, tutti arrestati ieri nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze. De Santis, arrestato a Milano e assistito dall’avvocato Remo Pannan, sarà sentito per rogatoria nel capoluogo lombardo; Balducci (assistito da Franco Coppi e Gabriele Zanobini), della Giovampaola (assistito da Antonio Albano) e Anemone (assistito da Adriana Boscagli e Gianluca Riitana) saranno invece interrogati nel carcere di Regina Coeli a Roma dal gip fiorentino Rosario Lupo, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Per l’autorità giudiziaria fiorentina, il provvedimento dell’arresto è stato reso necessario "dall’insidiosità delle condotte degli indagati", che avrebbero potuto "reiterare i reati, inquinare le prove e fuggire". Dalle indagini, infatti, è emerso che "sia Balducci che Anemone avevano in programma una partenza, il che rende concreto e attuale il pericolo di fuga".
Malinconico: "Sempre pagato per i soggiorni al Pellicano". "Ho sempre pagato per i miei soggiorni e non ho mai avuto rapporti con Anemone". Così l’attuale presidente della Fieg, Carlo Malinconico, risponde alle indiscrezioni riportate oggi da Repubblica rispetto ai suoi rapporti con Balducci e Anemone e ai suoi soggiorni nell’Hotel il Pellicano. "Sono stato presentato all’Hotel in questione dall’ingegner Balducci, che ricopriva carica istituzionale. Non conosco, invece, né ho avuto rapporti con l’imprenditore Anemone. Ricordo comunque di aver pagato per i miei soggiorni a Il Pellicano, pagamenti di cui sono in grado di recuperare le ricevute fiscali". All’epoca dei fatti Malinconico era segretatrio generale alla presidenza del Consiglio.
Toro: "Non avevo segreti da rivelare". Nel frattempo il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, iscritto nel registro degli indagati, fa sapere di essere tentato dal lasciare la magistratura, ma non se la sente "perché c’è di mezzo il figlio". "Non avevo segreti da rivelare - ha detto - io e mio figlio non abbiamo mai conosciuto Angelo Balducci e Diego Anemone, tantomeno abbiamo avuto contatti con loro tramite altre persone. Bertolaso l’ho visto solo una volta in una occasione ufficiale. I colleghi di Firenze saranno stati scrupolosi, ma il dolore adesso è tanto". "Posso dire - ha aggiunto - che la sola persona che conosce mio figlio è l’avvocato Edgardo Azzopardi (il cui colloquio con uno degli indagati ha determinato il coinvolgimento di Toro e del figlio Camillo nell’inchiesta di Firenze, ndr) sul quale non voglio dire nulla". Il magistrato romano e il figlio sono indagati per rivelazione del segreto d’ufficio. A Camillo Toro è contestato anche il favoreggiamento personale. Intanto entrambi hanno nominato i difensori: Achille Toro sarà assistito dall’avvocato Roberto Rampioni, il figlio Camillo da Salvatore Sciullo.
L’intercettazione: l’organizzazione della festa. Secondo la ricostruzione del gip di Firenze, Anemone avrebbe deciso di organizzare una "mega festa" per Bertolaso subito dopo averlo incontrato nel settembre del 2008 per comunicargli un aumento dei costi previsti per l’esecuzione delle opere del G8. Dal testo dell’intercettazione emerge che la festa, alla fine, era stata rimandata "ad altra occasione".
Bertolaso al telefono con Rossetti. Il 21 novembre del 2008 Bertolaso è al telefono con Rossetti, gestore del centro benessere Salaria sport village. Bertolaso chiede a Rossetti di avere "il solito", "quella brava". "Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... Io verrei volentieri, una ripassatina". "Perfetto", risponde Rossetti. "Perché so che è sempre molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo tra un quarto d’ora".
Il gip: "Storia di ordinaria corruzione". Così il gip di Firenze ha definito l’inchiesta che ruota attorno al sottosegretario Bertolaso. Per spiegare "l’ordinaria corruzione" il magistrato ricostruisce le tangenti pagate con denaro, ville, auto di lusso ed escort in cambio di appalti milionari per il lavori del G8 alla Maddalena e la realizzazione o ristrutturazione di imponenti impianti sportivi in occasione dei mondiali di nuoto del 2009 a Roma. "I fatti sono gravissimi - scrive il gip - proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti di cointeressenza tra gli indagati e le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello Stato". Ripercussioni, prosegue il gip, rese possibili "da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici".
A rischio l’indagine di Roma. Intanto l’inchiesta capitolina sugli appalti per le Grandi Opere rischia di essere trasferita per competenza a Perugia. La presenza nell’incartamento della procura di Firenze del procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, tra gli indagati ha determinato la decisione del gip di Firenze Rosario Lupo di dichiararsi incompetente e ordinare la trasmissione delle carte a Perugia, 40 fascicoli. In ambienti giudiziari si sottolinea comunque come il coinvolgimento di Toro nell’indagine di Firenze sia altra cosa rispetto all’intero procedimento dei magistrati capitolini. Per dirimere comunque la questione bisognerà attendere che l’incartamento toscano arrivi a Perugia. In attesa di tale accertamento il lavoro dei pm di Roma rimane congelato, benché fossero in procinto di svolgere sequestri e perquisizioni.

2.
ROMA - Lo difende senza incertezze. Attaccando i magistrati e schierandosi con uno degli uomini a lui più vicini. "I Pm si vergognino, Bertolaso non si tocca" dice Silvio Berlusconi, conversando con i cronisti per le vie di Bruxelles. Liquidando così l’inchiesta che vede coinvolto il capo della Protezione civile, comprese le intercettazioni sulle sue presunte frequentazioni di alcune escort. ’Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza eta’ che, tra l’altro, oggi è in ospedale per farsi operare per un problema alla spina dorsale - spiega il presidente del Consiglio - Quindi tutte queste cose qui sono assolutamente non accertate, non vere e infondate". Al punto che, ’le persone di buon senso la pensano come me e di questa cosa ne sono convinto". Secca la replica dell’Associazione nazionale dei magistrati: "Non scendiamo sul terreno degli insulti, ma facciamo quello che la Costituzione ci impone" dice il presidente Luca Palamara.
Quanto all’Idv che incalza il sottosegretario con la richiesta di dimissioni ( e probabilmente anche a chi nellla maggioranza vede con favore questa soluzione) il premier osserva: "E’ uno sport che mi trova assolutamente contrario, più volte si ricorre a questi atti. Sono persone che più volte ricorrono a questo per invidia". Secondo Berlusconi Bertolaso "deve resistere ancora con più forza". Con la sua offerta di dimissioni "ha dimostrato una grande serietà, se poi decide di mandare tutti al diavolo...".
Nessuna esitazione nelle parole del premier. Che conferma che l’inchiesta non fermerà l’iter parlamentare della riforma della protezione civile con la nascita della cosiddetta "Protezione civile spa". D’altronde Berlusconi ha fatto di Bertolaso e del suo agire un motivo di orgoglio per il governo. E se irregolarità ci sono state, giura, si tratta di cose minime. "Anche una azienda piccola può fare benissimo i lavori, e li ha fatti benissimo. Non vedo dove sia lo scandalo, non capisco questi pm - continua il premier - Se una persona opera bene al 100% e poi c’è l’1% discutibile, quell’1% deve essere messo da parte. Mi sembra una cosa di buon senso che è difficile non capire". Una tesi che il Cavaliere rafforza con una certezza: "Se uno mette il telefono sotto controllo per due anni si alzi in piedi chi pensa che non possa uscire qualcosa di scandaloso". E comunque, "non si tratta di reati ma di qualcosa inerente alla sfera privata". Infine il risottolineare un concetto più volte ribadito. Quello su un clima politico "imbarbarito" e "difficile da sopportare".

3.
ROMA - Secondo la ricostruzione del gip di Firenze, Anemone avrebbe deciso di organizzare una "mega festa" per Bertolaso subito dopo averlo incontrato nel settembre del 2008 per comunicargli i maggiori costi previsti per l’esecuzione delle opere del G8. Dal testo dell’intercettazione emerge che la festa, alla fine, è stata rimandata "ad altra occasione".
Il 21 settembre, a incontro avvenuto, il giovane imprenditore si attiva per l’organizzazione della "cosa megagalattica". Di seguito alcuni passi delle intercettazioni tra Anemone e Rossetti, gestore di Salaria sport village, ora indagato.

ROSSETTI: ...capo
ANEMONE: ...eccomi
R.:...allora domenica prossima alle 8
A.:...di quello che parlavamo prima...?
R.:... si si... cosa megagalattica
A.:...ma li da voi?
R....chiudo il circolo due ore prima...festa al Centro Benessere
A.:...benissimo okay
R.:... (inc)... con lui
A.:...eh?
R.:...tre persone con lui (...)
A.:...grazie... quindi l’ora a che ora è?
R.:...io direi per le 8 così ci organizziamo.. un pò di frutta prima... champagne... frutta ... un pò di colori fuori... cose

Il 23 settembre altra conversazione intercettata tra i due:
ANEMONE: ...2 cose... la prima al 99% domenica va bene
ROSSETTI: ...okay... perfetto
A.:...me lo conferma sabato... però m’ha detto che al 99%... si
R.:... okay... sicuramente ci costerà qualche soldino
A.: non mi frega un c. Simò
R.:...no, no, io ’ste cose
A.:...si’, sì, però mi raccomando...la riservatezza tua e basta... Simò
R.:... ah...Diè...tranquillo proprio...

I due parlano ancora della festa il 25 settembre:
ROSSETTI:...senti quante situazioni devo creare?...una...due
ANEMONE:....io penso due... lui si diverte... due
R.:...tre?...che ne so!
A.:...eh la Madonna!
R.:...(ride) va bene... a posto
A.:...di qualità!
R.:...assolutamente

Bertolaso, in una telefonata ad Anemone del 27 settembre, spiega però di non poter essere a Roma la sera dopo, domenica.
ANEMONE.: ...quindi non ci sei domani sera
BERTOLASO: ...no domani sera... ahimè non ci sono
A.:... ho capito...
B.: ...però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione (...)
A.:...come no! come no!...grazie...ci sentiamo in settimana.

4.
ROMA - "L’accusa è infamante, drammatica. Io non c’entro con questa vicenda, penso che si sia trattato di un grosso equivoco". Il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, intervistato dal Tg2 sull’inchiesta di Firenze, si difende e rimanda al mittente le accuse. "Il timore è che gli italiani si possano sentire traditi da me, per questo sono disposto a dare la vita per dimostrare loro che non li ho mai ingannati". Poi ha aggiunto: "Da quello che ho letto, dalle carte che ho ricevuto dalla magistratura si parla di compensi in denaro e anche di favori sessuali. Sono cose che assolutamente non esistono, io non c’entro con questa vicenda. Si è trattato di un grosso equivoco: appena avrò la possibilità di confrontarmi con i magistrati sarò in grado di chiarire".
"Quale sesso: solo fisioterapia". Quanto al fatto che al Salaria Sport village sia stato organizzato un incontro a sfondo sessuale, Bertolaso ha così replicato: ’’Il Salaria Sport Village - ha detto - è uno dei centri sportivi piu’ grossi di Roma, lo frequentano oltre 6mila persone. All’interno c’è una struttura per la fisioterapia’’. Francesca, la donna nominata nelle intercettazioni, ha aggiunto Bertolaso, ’’è una persona perbene, molto brava, alla quale ricorrevo per lo stress che ogni tanto mi colpisce per il lavoro che faccio’’.
Berlusconi: "Bertolaso non si tocca". Parole che convincono Berlusconi: "I magistrati si devono vergognare: Bertolaso non si tocca". Ma l’Idv tuona: "Bertolaso si deve dimettere". Mentre il Pd, per bocca di Pierluigi Bersani, fa appello "alla sensibilità individuale" del capo della Protezione civile, puntando il dito contro la trasformazione in Spa.
Bersani: "Il G8 e i Mondiali di nuoto sono emergenze?". Scuote il mondo politico il presunto scandalo che vede coinvolti i vertici della Protezione civile. Con l’Idv che arriva a chiedere che Bertolaso si faccia da parte: "Lui e Berlusconi sono una nuova loggia, la B2". Facendo fronte con il Pd nel chiedere che sia bloccata la legge che istituisce la "Protezione civile Spa". "Capisco che nell’era del berlusconismo, l’immediatizza dell’immagine viene prima di tutto, ma così si creano mostri giuridici di cui poi è il Paese a pagare il prezzo - dice Bersani - Dobbiamo continuare a chiamare il G8 o i Mondiali di nuoto un’emergenza e in nome di questo far venir meno ogni procedura di trasparenza? Su questo il centrodestra deve riflettere". Berlusconi, però, taglia corto: "La legge andrà avanti e mi risulta che le imprese sotto inchiesta hanno operato regolarmente. Se poi c’è qualche mela marcia vedremo.."
Le altre reazioni. "In un Paese non anomalo una persona in quella situazione, anche per difendersi meglio, rassegna le dimissioni. Noi abbiamo apprezzato la sensibilità mostrata ieri da Bertolaso. Sta ora a lui stesso confermare quella sensibilità istituzionale". Dario Franceschini - ospite di Repubblica Tv - chiede al sottosegretario alla Protezione civile di ribadire la sua volontà di dimettersi, nonostante il presidente del Consiglio abbia già respinto la sua decisione. Maurizio Gasparri del Pdl, nota, invece, "singolare la tempistica" e chiede un accertamento rapido, "che sia compatibile anche con le necessità della nostra Protezione civile, che non può rimanere sulla graticola a lungo. Si farebbe un danno alla sicurezza del Paese." Per il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi la vicenda "spinge a una riflessione sulla possibilità di agire o meno in regime di emergenza". Mentre il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli rilancia: "Bertolaso lasci e stop alla spa".

5.
ROMA - Una "cricca dei banditi". Il gip di Firenze racconta la corruzione che ha governato gli appalti della Maddalena e la ricostruzione a L’Aquila. Le escort di Bertolaso e gli imprenditori che la notte del 6 aprile ridono pensando agli appalti.
Il sistema, scrive il gip Rosario Lupo, funzionava così: "Angelo Balducci e Fabio De Santis, pubblici ufficiali presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, incaricati della gestione dei "grandi eventi" (Mondiali di nuoto di Roma 2009, G8 della Maddalena, 150° anniversario dell’Unità d’Italia) insieme a Mauro Della Giovanpaola, pubblico ufficiale della struttura di missione per il G8 della Maddalena, hanno asservito la loro funzione pubblica (alquanto delicata, attesi gli enormi poteri a loro concessi e i rilevantissimi importi di denaro e risorse a carico della collettività) in modo totale e incondizionato agli interessi dell’imprenditore Diego Anemone (e non solo). Tale asservimento veniva ben retribuito con vari benefit di carattere economico e non, anche di grande rilevanza patrimoniale: utilità indirizzate o direttamente ai tre pubblici ufficiali o a loro parenti o a soggetti a loro amici (in particolare Anemone e i suoi collaboratori si mettevano a disposizione dei tre, in particolare di Balducci per risolvere loro qualsiasi tipo di esigenza, anche la più banale)".
E il sistema, scrive ancora il gip, aveva un nome: "Gelatinoso". "Il caso in questione che ben potrebbe essere definito "storia di ordinaria corruzione" viene qui definito "gelatinoso". E non dagli investigatori ma dagli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaffare in una delle tante conversazioni telefoniche intercettate: "Il mio ragionamento è questo... Loro evidentemente stanno immersi in un liquido gelatinoso che è al limite dello scandalo" (...). Ma "sistema gelatinoso" non è l’unica definizione del Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Infatti la struttura cosiddetta della Ferratella (luogo dove ha sede il Dipartimento e di cui fanno parte Balducci, De Santis e Della Giovanpaola) viene definito - senza mezzi termini - dalle molto istruttive conversazioni telefoniche intercettate: "Cricca di banditi", "Banda di banditi", "Task force unita e compatta", "squadra collaudatissima", "combriccola", e i suoi componenti "bulldozer", "veri banditi", "gente che ruba tutto il rubabile", "persone da carcerare"".
Anche l’imprenditore Diego Anemone, del resto, a giudizio del gip, si dimostrava all’altezza della qualità della corruzione assicurata dal sistema in ragione del suo network di rapporti, a cominciare da quello con il Capo della Protezione civile e sottosegretario Guido Bertolaso: " alquanto inquietante - si legge - che sussistano rapporti di collusione (che definire sospetti è mero eufemismo retorico) tra l’introdottissimo (nonostante la giovane età) Diego Anemone e il potente sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso (coinvolto nella gestione economica degli appalti aggiudicati con la normativa cosiddetta dei "grandi eventi") che, come risulta inequivocabilmente dalle intercettazioni telefoniche, frequenta spesso e volentieri Anemone e le sue strutture, per così dire, di "relax"".
Gli appalti e il prezzo della corruzione. Nell’elenco che ne fa il gip, sono almeno cinque gli appalti pilotati da Balducci e la sua "combriccola" della Protezione civile: "Lo stadio centrale del tennis del Foro Italico (Mondiali di nuoto Roma 2009); il Nuovo museo dello sport italiano di Tor Vergata (Mondiali di nuoto); il completamento dell’Aeroporto internazionale dell’Umbria Sant’Egidio di Perugia (Celebrazioni 150 anni Unità d’Italia); la realizzazione Palazzo della conferenza e area delegati (G8 Maddalena); la residenza dell’Arsenale (G8 Maddalena)". Il prezzo della corruzione sono ristrutturazioni di immobili, auto di lusso a sbafo, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali con pagamento di escort a domicilio.
Balducci e i suoi amici, la cricca degli appalti Ville, escort, assunzioni e auto di lusso
Scrive il gip: "Angelo Balducci: utilizzo di due utenze cellulari; personale di servizio nella proprietà di Montepulciano; uso di autovettura Bmw serie 5; messa a disposizione di Rosanna Thau (moglie di Balducci) di una Fiat 500; fornitura di mobili (un divano e due poltrone) per la proprietà di Montepulciano; esecuzione di lavori di manutenzione e riparazione negli immobili di Roma e Montepulciano; assunzione di Filippo Balducci (figlio di Angelo e della sua compagna Elena Petronela Buchila); messa a disposizione di Filippo Balducci di autovettura Bmw del valore di 71mila euro; lavori di ristrutturazione per l’appartamento di Filippo Balducci in via Latina a Roma con fornitura di materiali di arredo in legno e tessuti; viaggi a bordo di aerei privati; numerosi soggiorni su sua richiesta all’hotel Pellicano di Porto Santo Stefano; assunzione, su sua richiesta, di Anthony Smith e messa a disposizione di un’abitazione.
"Fabio De Santis: affidamento di lavori pubblici in subappalto a Marco De Santis; utilizzo di un’utenza cellulare; fornitura di mobili destinati alla sua abitazione; prestazioni sessuali a pagamento a Venezia (17 ottobre e 28 agosto 2008) e Roma (13 novembre 2008).
"Mauro della Giovanpaola: prestazioni sessuali a pagamento a Venezia tra il 17 e il 18 ottobre 2008; uso di un immobile con personale di servizio all’isola della Maddalena; messa a disposizione di tre autovetture Bmw; fornitura di mobili per la sua abitazione".
Bertolaso, il giovane Anemone, i contanti e i favori sessuali. L’iscrizione di Guido Bertolaso al registro degli indagati per concorso in corruzione ha - a giudizio del gip - un fondamento probatorio evidente. "Sono emerse dalle intercettazioni telefoniche conversazioni nelle quali il Bertolaso viene menzionato o è uno degli interlocutori (...) emerso che lo stesso Bertolaso intrattiene rapporti diretti con l’imprenditore Diego Anemone con il quale si incontra spesso di persona e in previsione dei quali Anemone si attiva di persona alla ricerca di denaro contante, tanto che gli investigatori ritengono abbia una certa fondatezza supporre che detti incontri siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a Bertolaso".
Il 23 settembre 2008 Anemone si sbatte per cercare 50mila euro in contanti in vista dell’incontro con il capo della Protezione civile, previsto per quella stessa sera. l’unica traccia dell’ordinanza su un possibile passaggio di denaro. Ma non è chiaro, o quantomeno, gli investigatori non sono riusciti ad accertarlo, se effettivamente i due si vedano e se ci sia o meno consegna di contanti.
 certo al contrario che Guido Bertolaso goda dei favori sessuali messi a disposizione da Anemone. Il 21 novembre 2008 Bertolaso è al telefono con Simone Rossetti (il lenone di Anemone): ""Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in quest’istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... io verrei volentieri... una ripassata". "Perfetto". "Perché so che è sempre molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d’ora"". L’appuntamento viene fissato per le 16.
Una seconda prestazione sessuale è del 14 dicembre 2008 e ha luogo nel centro sportivo che è riconducibile ad Anemone ed è stato aggiudicatario della fetta più importante degli appalti per i Mondiali di nuoto 2009. "Tale prestazione - scrive il gip - è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village".
Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora allo Sport Village, per "fare terapia con Francesca", "per riprendermi un pochettino", "per uno dei soliti massaggi". Anemone lo aspetta fuori dalla cabina e al telefono si lamenta con il suo lenone perché il capo della Protezione civile tarda a congedarsi dalla massaggiatrice: "Mannaggia sto a morì de freddo".
Anemone, Balducci e la ricostruzione dell’Aquila. Le indagini - documenta l’ordinanza - accertano che Anemone "è di casa all’interno della Ferratella, dove oltre a Balducci, De Santis e Della Giovanpaola, ha rapporti con altri funzionari di rango minore che pure hanno piena consapevolezza dell’esistenza del "sistema gelatinoso": Maria Pia Forleo, Francesco Pintus e Fabrizio Ciotti. Fino al punto di alimentare una sorta di "cassa comune" per le piccole spese di rappresentanza". Naturalmente c’è dell’altro. A cominciare - scrive il gip - dai rapporti che si intrecciano tra Anemone e Balducci nella Erretifilm srl, società di produzione cinematografica che - come aveva scoperto un’inchiesta firmata da Fabrizio Gatti sull’Espresso del gennaio 2009 - vede come soci la moglie di Balducci (Rossana Thau) e la moglie di Anemone (Vanessa Pascucci).
L’11 aprile 2009, a pochi giorni dal sisma che ha devastato L’Aquila, Balducci, in una lunga conversazione con Anemone "fa pesare il fatto che si è fatto promotore per l’inserimento delle imprese di Anemone nei lavori post terremoto ("Ti rendi conto? Chi oggi al posto mio si sarebbe mosso?") ed esce allo scoperto pretendendo in cambio che il figlio Filippo goda di qualche ulteriore beneficio ("Tra qualche giorno compie 30 anni e io mi chiedo come padre: che ho fatto per lui? Un cazzo")". Filippo troverà una sistemazione.
D’altro canto, già il 6 aprile, in una conversazione tra gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi si capisce che c’è attesa per le mosse di Balducci sugli appalti: "Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno". "Lo so", e ride. "Per carità, poveracci". "Va buò". "Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto".
Le pressioni sulla stampa e il procuratore Toro
Nelle intercettazioni della primavera 2009 Anemone e Balducci discutono con grande preoccupazione delle inchieste di Fabrizio Gatti e dell’interesse di Annozero e di Milena Gabanelli (Report). Per provare a contenerle - si legge nell’ordinanza - muovono tale "Patrizio La Bella, amico del giornalista Gatti", che a sua insaputa li informa di quello che il cronista ha in animo di fare. Ma "i contatti tra gli indagati si fanno frenetici e fitti il 28 gennaio 2010, quando il quotidiano "La Repubblica" pubblica un’inchiesta a firma di Paolo Berizzi e Fabio Tonacci".
Gli indagati si muovono anche con Camillo Toro, commercialista e figlio del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, responsabile del pool dei reati contro la pubblica amministrazione (entrambi sono indagati). Il contatto con il magistrato e suo figlio è l’avvocato Edgardo Azzopardi ("Devo parlare con lui", dice a Camillo, che risponde: "Lascialo perdere che ce la vediamo noi"). Azzopardi il 17 dicembre 2009 parla con Toro e fissa un incontro di persona. Il 10 gennaio scorso parla con il figlio Camillo e lo esorta: "Assumi informazioni". Il 30 gennaio l’avvocato, al telefono, sembra aver avuto le informazioni: "Ci sono grossi problemi giudiziari in arrivo".
Malinconico e Masi
Il giovane Anemone rendeva felice anche Carlo Malinconico, in quel momento segretario generale alla presidenza del Consiglio e poi presidente della Fieg. "Su richiesta di Angelo Balducci l’imprenditore contribuiva all’organizzazione e pagamento di più soggiorni vacanza presso l’hotel "Il Pellicano" di Porto Santo Stefano". Naturalmente Malinconico non deve pagare un euro: "Mi raccomando, non è che si distraggono e gli fanno il conto". Anemone asseconda anche le richieste di Balducci perché assuma tale Anthony Smith, un tipo di Anacapri che Mauro Masi, direttore generale della Rai, gli aveva chiesto di sistemare.


www.corriere.it
1.
MILANO - Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni. «Serate disco» in alcuni padiglioni del Salaria Sport Village di Roma, massaggiatrici «blindate» e club gradualmente svuotato, dopo l’assalto dei giornalisti e il tam tam sui rapporti del capo della Protezione civile Guido Bertolaso e alcuni imprenditori legati al club nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze.
LE SEI RAGAZZE - Al centro benessere del Salaria Sport Village, già implicato nell’inchiesta sui presunti abusi commessi per la costruzione di strutture per i Mondiali di Nuoto, lavorano sei ragazze che hanno tra i 20 e i 30 anni. E tra queste c’è «Francesca del beauty», una ragazza mora - riferiscono - ma oggi blindata come le sue altre colleghe del centro benessere. A scatenare la curiosità su «Francesca» è stata proprio un’intercettazione in cui questo nome è associato da Bertolaso a «una ripassatina». Al club sono state spesso organizzate «serate disco» con la partecipazione di diversi vip. La prossima festa in programma al club, in cui per l’occasione verrà regalata una maschera a ogni partecipante, è quella prevista sabato prossimo per il carnevale ed è aperta a tutti. (Fonte: Ansa)

2.
ROMA - in quel «sistema gelatinoso» messo in piedi per gestire le opere dei «Grandi Eventi» che i magistrati fiorentini evidenziano le accuse contro il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. E indicano in «soldi contanti e prestazioni sessuali» la contropartita che il potente sottosegretario avrebbe ottenuto per l’assegnazione degli appalti al gruppo imprenditoriale di Diego Anemone, 39 anni. In un paio d’anni Anemone è riuscito ad aggiudicarsi «il quarto, il quinto e il sesto lotto del G8 a La Maddalena», i lavori al Foro Italico in vista dei Mondiali di nuoto, l’aeroporto di Perugia per le celebrazioni dell’anniversario dell’Unità d’Italia. Anche Angelo Balducci, delegato alla gestione dei «Grandi Eventi», sarebbe stato ricompensato dall’imprenditore con l’assunzione del figlio e della nuora, telefonini, autovetture di lusso, ristrutturazioni degli appartamenti e addirittura i domestici per la casa di campagna che lo stesso Anemone gli aveva messo a disposizione.
I soldi del prete
Scrive il giudice: «Dalle operazioni di monitoraggio telefonico è emerso che Guido Bertolaso risulta essersi incontrato assai frequentemente con Diego Anemone e almeno uno di questi incontri è stato preceduto da frenetici dialoghi telefonici dell’Anemone tesi, con ogni evidenza, al rapido procacciamento di una consistente somma di denaro. Inoltre Anemone in varie occasioni si è premurato di informare preventivamente di questi incontri Angelo Balducci e Mauro Della Giovampaola contattandoli al termine degli incontri medesimi per riferirne cripticamente l’esito a conferma della loro attinenza con le cointeressenze di natura illecita che il gruppo Anemone coltiva con i pubblici ufficiali». L’episodio risale al 21 settembre 2008: alle 10.30 Anemone deve incontrare Bertolaso. Un’ora prima telefona a don Evaldo, sacerdote per conto del quale sta eseguendo lavori edili. Anemone: Senti don Eva’, scusa se ti scoccio... stamattina devo vedere una persona verso le 10.30-11.00, tu come stai messo? Don Evaldo: Di soldi? Qui ad Albano ce n’ho 10 soltanto. Giù a Roma potrei darteli... Debbo poi portarli in Africa... mercoledì vediamo un po’... Secondo gli inquirenti «i due si accordano per l’indomani». Anemone: Eh ma oggi non ce la facciamo eh? Domani... domani. mattina faccio un salto caso mai In una telefonata di due giorni dopo, sottolinea il giudice, «Anemone sembra quantificare in 50.000 euro la somma di denaro richiesta e ottenuta da don Evaldo». Ed è proprio questo episodio che così viene commentato nell’ordinanza: «Guido Bertolaso intrattiene rapporti diretti con l’imprenditore Diego Anemone con il quale spesso si incontra di persona. In previsione di taluni incontri Anemone si è attivato alla ricerca di denaro contante, tanto che gli investigatori ritengono abbia una certa fondatezza ritenere che detti incontri siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a Bertolaso».
Donne e relax
Sono le intercettazioni telefoniche a rivelare come Anemone si preoccupasse di compiacere Bertolaso anche nei momenti liberi. Sottolinea il giudice: «In molteplici occasioni Bertolaso, talora in concomitanza con gli incontri con l’Anemone, ha usufruito di prestazioni presso il centro benessere del Salaria Sport Village gestito da Simone Rossetti, sotto le direttive di Diego Anemone. In almeno in una di queste occasioni il tenore dei dialoghi intercettati induce a ritenere che Bertolaso abbia usufruito presso il centro, all’uopo chiuso al pubblico, di prestazioni di natura sessuale e che a tale specifico fine il Rossetti abbia ingaggiato una donna che si è intrattenuta con Bertolaso». In particolare nel documento viene citato un episodio che risale al 14 dicembre 2008 quando «viene fatta giungere una donna di nazionalità brasiliana, di nome Monica (con ogni verosimiglianza una prostituta gestita da tale Regina), che intratterrà Bertolaso». E poi si sottolinea come il capo della Protezione civile «si è recato più volte presso il centro usufruendo delle prestazioni di tale Francesca» almeno dodici volte tra il 2008 e il 2009, che sono state annotate nelle loro informative dai carabinieri del Ros.
 il 21 novembre 2008.
Bertolaso: Sono Guido buongiorno.
Rossetti: Buongiorno, tutto bene?
Bertolaso: Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti... se oggi pomeriggio Francesca potesse... io verrei volentieri... una ripassata.
Sei mesi dopo, l’11 marzo 2009, Bertolaso chiama Rossetti e lo avverte che «stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo».
«Ve mando carcerati»
Secondo il giudice «appare comprensibile che Anemone abbia un occhio di riguardo nei confronti dell’illustre conoscente, soggetto con un importante e decisivo ruolo istituzionale che gli permette di gestire e decidere la spesa pubblica connessa alla realizzazione degli appalti del G8 di cui Anemone è aggiudicatario». Nell’ordinanza Bertolaso viene indicato come «colui che ha le chiavi della cassaforte» e i suoi metodi vengono evidenziati attraverso la trascrizione di una telefonata con Balducci, che - come sottolinea un imprenditore - «è il regista di tutto».
 il 14 gennaio 2009. Bertolaso si lamenta perché una funzionaria sta chiedendo chiarimenti sui bandi di gara.
Bertolaso: Dovresti parlare con la Forleo...
Balducci: Sì sta qui da me.
Bertolaso: Non spetta a lei decidere se dobbiamo fare una sola gara per i due alberghi e per l’arsenale... io ho bisogno di questo benedetto bando nelle prossime ore... ovvio che io voglio sfruttare questi giorni di campagna elettorale dove Soru pensa ad altre cose per chiudere un qualche cosa altrimenti se ci mettiamo a fare la concertazione fra due anni stiamo ancora a discutere.
Tre mesi prima era stato Fabio De Santis, anche lui delegato dalla presidenza del Consiglio alla gestione dei «Grandi Eventi», a informare Anemone di aver ottenuto i fondi per pagare i lavori del G8.
De Santis: Dammi un bacio in fronte.
Anemone: Dove vuoi sul culo pure se mi dai una buona notizia
De Santis: Preparati... C’ho i soldi in cassa.
Secondo l’accusa anche De Santis avrebbe ottenuto una contropartita: «Un telefono cellulare, una fornitura di mobili, prestazioni sessuali a pagamento a Venezia». Al fratello Marco, imprenditore che voleva coinvolgere nei subappalti per il G8 de La Maddalena, assicurava: «C’abbiamo la patente per uccidere... cioè possiamo piglià tutto quello che ci pare». Ma poi è lo stesso fratello a scagliarsi contro di lui per la gestione dei lavori e per i criteri di assegnazione: «Voi siete una banda di banditi e vi credete che gli altri sono tutti scemi... c’ho davanti gente che ruba tutto il rubabile... ma fatela finita che prima o poi uno scemo che vi crea qualche problema lo trovate. Ma tanto io Diego ... fosse l’ultima cosa che faccio, lo mando carcerato. Te lo dico chiaro e tondo... Io a Diego e tutta la combriccola la mando carcerata».
Fiorenza Sarzanini