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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "AGAMBEN

GIORGIO"

2003
Giorgio Agamben ha appena pubblicato un saggio sul tema (non l’ho ancora visto): sullo svuotamento di ogni democrazia contemporanea e sullo stato d’eccezione come connotato di fondo, se non fraintendo, dell’’impero” (Adriano Sofri la Repubblica, 02/08/2003)

2006
Giorgio Agamben ha scritto alcuni anni fa un libro intelligente, Cosa resta di Auschwitz (Bollati Boringhieri), in cui tuttavia sostiene che gli unici testimoni veri dello sterminio nazista sarebbero i "mussulmani", ovvero gli uomini che nel Lager hanno perso ogni volontà di vivere e come larve in procinto di scomparire vagano occhi verso terra nel campo. I testimoni veri sono coloro che sono scomparsi nel gorgo della storia (Marco Belpoliti, La Stampa 08/06/2005).

2009
C’è un’affascinante lezione che Giorgio Agamben tenne all’Università di Venezia nel 2006, pubblicata in un «Sasso» Nottetempo e ora inserita nella raccolta Nudità (Nottetempo). Che cos’è il contemporaneo?, chiede Agamben. Il tentativo di riposta è complesso e affascinante, ma un nocciolo della questione emerge: il contemporaneo è colui o ciò che non si fa accecare dalle luci del presente e riesce a guardare nel buio del presente come fosse una luce che è diretta verso di noi ma non può raggiungerci, come una stella che si allontana velocissimamente dalla Terra ma la cui luce viaggia verso di noi. Il contemporaneo è anacronismo e ha una speciale relazione del passato perché sta negli interstizi. Per questo riesce a vedere quello che la moltitudine non è in grado di vedere (Stefania Scateni, l’Unità, 26/2/2009)

Il filosofo Giorgio Agamben, curando insieme con Emanuele Coccia per Neri Pozza la mo­numentale antologia Angeli (pp. 2012, euro 70), che proclama di occuparsi di Michele e soci dal punto di vista interreligioso di «ebraismo, cristianesimo, islam». Infatti fin dall’introduzione Agamben traccia il suggestivo legame tra angelologia e politica: «Angeli e burocrati tendono a confon­dersi », azzarda per esempio il teorico veneziano. E sostiene che sotto le penne dei cit­tadini paradisiaci si cela una duplicità fun­zionale e teorica basilare: azione e contemplazione, lode (di Dio) e governo (del mon­do), appunto. Gli angeli sarebbero il trait­d’union tra la visione gnostica di un Onnipotente che ha orrore della materia e quel­la aristotelica del Padreterno motore di infiniti ingranaggi storici; persino il male – impossibile a Dio! – viene risolto con un intervento angelico: di Lucifero, il decaduto (Roberto Beretta, l’Avvenire 27/11/2009).