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 2009  dicembre 14 Lunedì calendario

DA GAZA ALLE FONTANE DI ROMA ECCO LE MAPPE WEB DELLA GEOGRAFIA ALTERNATIVA - ROMA

Nulla come una mappa satellitare, con i suoi reticolati nitidi e precisi, può dare la rassicurante sensazione di qualcosa di assolutamente oggettivo. Eppure si tratta di una certezza illusoria. Anche le carte geografiche sono soggettive. La scelta di cosa rappresentare e come rappresentarlo è spesso dettata dalle esigenze della politica o del denaro. Un campo così delicato e strategico come la cartografia non poteva quindi sfuggire al grande movimento per la liberalizzazione del sapere che anima internet, dai software opensource a Wikipedia.
Open Street Map, una fondazione no profit britannica con oltre 200 mila associati in tutto il mondo, si propone esattamente questo obiettivo: rendere anche le mappe un bene collettivo, frutto della collaborazione dal basso. «Che le carte fossero un fondamentale strumento di potere lo sapevano anche gli antichi romani, che disegnavano le proporzioni del Globo in base alle loro esigenze strategiche», spiega Simone Cortesi, membro del consiglio di amministrazione dell´associazione in rappresentanza dei circa 2000 volontari italiani. «Ci sono zone del mondo che non sono disponibili sui navigatori satellitari perché manca un tornaconto economico a realizzare i programmi», precisa. Uno dei casi più emblematici, e fiore all´occhiello di Open Street Map, è il lavoro svolto a Gaza, dove finalmente le ambulanze possono correre in soccorso dei malati seguendo le istruzioni di un navigatore. «I colossi come Teleatlas o Navteq naturalmente non avevano nessun interesse commerciale a produrlo».
Per rendere possibile questo servizio (stessa cosa è stata fatta con Bagdad) gli associati della fondazione hanno acquistato delle generiche immagini satellitari, elaborandole sia dal punto di vista informatico che "geografico" con le indicazioni dei nomi delle vie e dei sensi di circolazione raccolte sul posto. Un lavoro che viene svolto dai volontari per molti progetti simili, ma non necessariamente così "estremi". «Le mappe tradizionali - sottolinea Cortesi - omettono spesso informazioni su modi di viaggiare considerati di nicchia come le piste ciclabili o gli itinerari pedonali». Tra i contributi di Osm alla cartografia italiana ci sono quindi i sentieri alpini del Cai, il posizionamento delle fontanelle nei centri storici delle città o la dislocazione delle campane per la raccolta differenziata, mentre è ancora in corso di perfezionamento il dettaglio dei servizi e delle insidie per i disabili.
Mappe specializzate che possono essere consultate sul Web, stampate o scaricate sotto forma di software per navigatori satellitari. Il punto di partenza sono sempre carte "base" acquistate a poco prezzo o disponibili gratuitamente. Ai volontari spetta il compito di integrarle un po´ alla volta con le informazioni raccolte durante i loro viaggi o le loro escursioni. Il principio è molto simile a quello usato da Wikipedia per arricchire le sue voci enciclopediche, anche se il livello di contributo che si può dare cresce mano a mano che si acquista dimestichezza con la procedura. Una pratica dalle potenzialità talmente vaste che anche un gigante come Google ha da tempo aperto il suo database online al contributo esterno, in particolare attraverso il sistema Panoramio per la visualizzazione dei luoghi attraverso le foto scattate dagli utenti.
In alcuni casi particolari per raccogliere ulteriori elementi di integrazione gli associati di Osm organizzano anche delle apposite spedizioni sul campo. «Il problema - spiega ancora Cortesi - è che la normativa italiana è particolarmente ambigua in materia. Tutte le amministrazioni locali sono tenute a realizzare delle mappe del loro territorio, ma i termini dei diritti d´uso non sono affatto chiari. Il Friuli Venezia Giulia è uno dei pochi enti che ha messo il suo materiale a disposizione con il risultato che oggi disponiamo di carte dei centri urbani talmente ben fatte e dettagliate che sono un riferimento per gli stessi dipendenti».