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 2009  dicembre 12 Sabato calendario

LA SINDROME DI STENDHAL SI AGGIRA PER LA REGGIA


Bella e maestosa, fino a sconvolgere le menti più sensibili: è l’effetto che la Galleria Grande della Reggia di Venaria ha creato in alcune persone che non sopportano forti emozioni. C’è chi si sente smarrire dinanzi alla vastità e alla bellezza dell’ambiente, come capitò allo scrittore Stendhal, a fronte dei capolavori della Galleria degli Uffizi di Firenze.
Mentre le cucine sotterranee della residenza, che il regista Peter Greenaway ha rianimato con grida e le fantomatiche immagini degli antichi cuochi, hanno fatto gridare qualche bambino che fatica a distinguere la realtà dalla sua rappresentazione virtuale. Persino gli immensi giardini, quelli che sembrano avere confini solo con le montagne e il cielo, hanno suscitato qualche vertigine a chi è a disagio in spazi grandiosi.
«Sono effetti collaterali - dice Alberto Vanelli, direttore della reggia - di una magnificenza di forte impatto, ma che non vuole creare disagi. La nostra dimora deve essere per tutti, deve dare piacere a tutti, anche a chi ha problema, non solo uditivo, visivo o di mobilità, ma anche a chi ha disabilità mentali. Così abbiamo deciso di organizzarci per accogliere bene anche chi ha problemi psichici. Siamo il primo museo al mondo a farlo». All’approccio collabora il dipartimento di salute mentale della Asl 3, diretto dal dottor Enrico Zanalda: «Abbiamo formato - dice - guide museali in grado di porsi in relazione con questi particolari visitatori, per i quali si sono allestiti percorsi calibrati in base alle loro sensibilità».
Anche dinanzi alla sindrome di Stendhal sono in grado d’intervenire? «Non è proprio una sindrome clinica - spiega Zanalda - è piuttosto un disagio fugace, che colpisce persone colte come Stendhal dinanzi a opere di particolare bellezza. I disagi avuti nella Galleria Grande o nei giardini sono più attribuibili all’agorafobia, al disagio causato da grandi spazi».
In concreto che cosa prevede il vostro servizio? «Chi vuole vedere la Reggia in compagnia di un disabile mentale deve telefonare al numero 011/4992333. Sarà assistito da una guida formata apposta per aiutare i visitatori con particolari problemi». Quali? «Quelli riguardanti l’autismo, la dislessia, la difficoltà ad interpretare gli scritti e l’agorafobia». Zanalda sottolinea che il percorso ordinario «verrà adeguato con appositi segnali, che indicheranno a famiglie e accompagnatori gli eventuali disagi che un luogo può provocare».
Non sono però stati dimenticati gli altri disabili. La Reggia ha scelto di abolire ogni barriera che ostacoli l’accesso a carrozzine. Ha inoltre predisposto un plastico che permette ai non vedenti di «vedere con il tatto» i suoi volumi, al quale si aggiungono reperti che è possibile toccare. Sono ha disposizione anche particolari video-guide, che permettono ai non udenti di visitare le sale con un filmato commentato con il linguaggio dei segni. «Nei abbiamo dovuti inventare dei nuovi» ricorda Vanelli. Ad esempio? «Per dire corona di delizie il traduttore mima una corona attorno alla testa. Poi chiude le mani a mazzetto dinanzi alla bocca e le riapre come un fiore, sorridendo».