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 2009  ottobre 12 Lunedì calendario

Anno VI - Duecentonovantaduesima settimanaDal 5 al 12 ottobre 2009Kamikaze Il libico di 35 anni che lunedì 12 ottobre ha fatto esplodere un ordigno davanti alla caserma di via Perrucchetti a Milano (siamo in zona San Siro) potrebbe essere addirittura uno shahid, cioè un martire di Maometto che ha tentato di immolarsi e di portarsi in Paradiso quelli che gli stavano vicino

Anno VI - Duecentonovantaduesima settimana
Dal 5 al 12 ottobre 2009

Kamikaze Il libico di 35 anni che lunedì 12 ottobre ha fatto esplodere un ordigno davanti alla caserma di via Perrucchetti a Milano (siamo in zona San Siro) potrebbe essere addirittura uno shahid, cioè un martire di Maometto che ha tentato di immolarsi e di portarsi in Paradiso quelli che gli stavano vicino. Gli è andata male: non s’è affatto immolato, perderà una mano e dovrebbe sopravvivere; e l’unico italiano colpito è un militare, ferito di striscio a una mano da un sasso schizzato via a causa dello scoppio. Il maldestro attentatore aveva in tasca un biglietto ferroviario comprato a Napoli il giorno prima. Siccome è impensabile che abbia attraversato l’Italia con una bomba nella valigia, deve aver avuto un punto d’appoggio in città. Questo rende l’attentato particolarmente significativo e allarmante: c’è gente in mezzo a noi pronta a farsi saltare in aria e ha dietro di sé una struttura che la sostiene? L’ancora sconosciuto di via Perrucchetti, prima dell’esplosione, ha gridato: «Via dall’Afghanistan». Rutelli, che presiede il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza, sempre in mano all’opposizione), dice che si tratta di un caso isolato e che da certe intercettazioni s’era capito che la caserma di via Perrucchetti era nel mirino. Nel momento in cui scriviamo non ci sono rivendicazioni (il fatto è successo da poche ore).

Lodo Alfano La settimana è stata dominata dalla bocciatura del Lodo Alfano, che la Consulta ha ritenuto del tutto contrario alla nostra Carta: lede il principio di uguaglianza (articolo 3) e andava fatto con la procedura prevista per le leggi costituzionali (articolo 138). Si ricorderà che il Lodo sospendeva qualunque iniziativa giudiziaria che riguardasse le prime quattro cariche dello Stato ed era stato varato in fretta e furia l’anno scorso per arginare gli effetti della sentenza Mills, che avrebbe molto probabilmente portato alla condanna del presidente del Consiglio per corruzione. La bocciatura del Lodo da parte della Corte costituzionale lascia perciò il Cavaliere inerme davanti ai giudici e per ora ci sono due processi pendenti, quello per la corruzione di Mills e quello relativo al mercato dei diritti televisivi (vedi più avanti). Quando gli è arrivata la notizia, perciò, Berlusconi si è scatenato. Prima contro la Corte costituzionale, in cui «undici giudici sono di sinistra», poi contro Napolitano, reo di non aver orientato «nel modo giusto» l’alta corte: «Il ca¬po dello Stato sapete voi da che parte sta. Abbiamo giudici della Corte costituzionale eletti da tre capi dello Stato di sinistra (sarebbero Scalfaro, Ciampi e Napolitano- ndr), che fanno della Corte non un orga¬no di garanzia ma politico». Il Quirinale ha subito replicato: «Tutti sanno da che parte sta il presi¬dente della Repubblica. Sta dal¬la parte della Costituzione, eser¬citando le sue funzioni con asso¬luta imparzialità e in uno spiri¬to di leale collaborazione istitu¬zionale». A queste parole Berlusconi ha risposto: «Quello che dice Napolitano non mi interessa». Anche se nei giorni successivi gli attacchi del presidente del Consiglio al capo dello Stato sono cessati, la frattura istituzionale non è affatto ricomposta, al punto che l’assenza del presidente della Repubblica ai funerali di Messina (le vittime dell’alluvione si stanno ancora contando e potrebbero essere addirittura 36) è stata interpretata da Vittorio Feltri come uno sgarbo al capo del governo, a cui Napolitano non vorrebbe a questo punto stringere la mano.

Processi Sul piano processuale, all’indomani della sentenza tutti si sono affrettati a spiegare che i due processi in cui è coinvolto Berlusconi dovrebbero andare in prescrizione, e dunque per il presidente del Consiglio non ci sarebbero problemi. Senonché calcoli successivi fatti dai legali di Palazzo Chigi mostrerebbero che il Cavaliere non dovrebbe correre rischi con Mills, mentre per la questione dei diritti televisivi la prescrizione arriverà probabilmente dopo una sentenza di primo grado. Trattandosi di evasione fiscale, se questa sentenza fosse di condanna il capo del governo sarebbe interdetto dai pubblici uffici e Napolitano non potrebbe che convocarlo e intimargli di dimettersi. Berlusconi invece non intende dimettersi e prepara una controffensiva in Parlamento: leggi che accorcino il tempo della prescrizione in modo da sterilizzare anche il processo sui diritti tv e, subito dopo, una grande riforma costituzionale che preveda l’elezione diretta del presidente del Consiglio, la riforma del Csm, la riforma o addirittura l’abolizione della Corte costituzionale, la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti. In teoria, i voti per approvare la nuova Costituzione con la maggioranza assoluta ci sono. E quanto al referendum abrogativo (senza quorum) che l’opposizione indirebbe subito dopo, Berlusconi s’è detto pronto ad affrontarlo.

Democratici Intanto, domenica scorsa, il Partito democratico ha tenuto il suo strano congresso. Poche ore di assemblea all’hotel Marriot di Roma e tre solo interventi, quelli dei candidati alla segreteria del partito: Bersani, Franceschini e Ignazio Marino. I mille delegati espressi dai 7000 mini-congressi tenuti in tutt’Italia dovevano solo ratificare le candidature. A questo congresso in sordina (chiamato in realtà ”convenzione”) non hanno neanche partecipato Veltroni e Rutelli. Il segretario sarà scelto il 25 ottobre, con le primarie. Ma mentre i tre candidati sono stati selezionati dagli iscritti, il segretario sarà eletto anche dai simpatizzanti (previo versamento di due euro). Franceschini, nettamente battuto da Bersani al primo giro (55,1 contro 36,9), pensa che sia possibile rifarsi con questi simpatizzanti. Ma dovrà prendere il 50% + 1, altrimenti si torna all’assemblea degli iscritti. Programmi: Marino insiste sulla laicità del partito (e ha avuto soltanto il 7,9% dei voti), Bersani vuole aprire all’Udc, Franceschini invece vorrebbe far asse con le piccole formazioni della sinistra oggi fuori dal Parlamento.

Pace Obama ha avuto il premio Nobel per la Pace, un riconoscimento che ha suscitato sorpresa perché negli ultimi dieci mesi il presidente americano ha fatto soprattutto discorsi, ma di concreto ha mostrato inevitabilmente poco. I cinesi hanno commentato: « come dare l’Oscar a un film per i suoi trailers». In ogni caso, i membri della giuria di Oslo si sono detti colpiti «dalla visione e dagli sforzi di Obama per un mondo senza armi nucleari» e dal fatto che in poco tempo ha dato una speranza al Pianeta. Alla notizia, il presidente, svegliato nel cuor della notte, ha esclamato: «Non sono sicuro di meritare questo premio. Ma lo accetto come un incitamento ad agire».

Olimpiadi L’Italia s’è messa in corsa per le Olimpiadi del 2020, però con due candidature concorrenti, quelle di Venezia e di Roma. Brunetta vorrebbe che le due città si mettessero d’accordo prima, ma c’è poca speranza. Oltre tutto, sarà difficile dir di no alla candidatura in coppia di Hiroshima e Nagasaki, le due città giapponesi su cui gli americani sganciarono la bomba atomica alla fine della II guerra mondiale.

Lippi Pareggiando 2-2 con l’Irlanda allenata da Trapattoni, Marcello Lippi ha ottenuto con una giornata d’anticipo la qualificazione ai campionati mondiali che si svolgeranno in Sud Africa il prossimo giugno. Se ai successivi spareggi l’Irlanda dovesse farcela, avremo un mondiale con tre commissari tecnici italiani: a Lippi e al Trap bisogna infatti aggiungere Fabio Capello, che ha portato l’Inghilterra al torneo finale senza perdere neanche una partita.