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 2009  ottobre 15 Giovedì calendario

JPMorgan macina 3,6 mld di utili - La banca americana scaccia la crisi e registra conti trimestrali superiori alle attese - Risultati trainati dall’investment banking (profitti per 1,9 mld), dove è in arrivo una valanga di super bonus

JPMorgan macina 3,6 mld di utili - La banca americana scaccia la crisi e registra conti trimestrali superiori alle attese - Risultati trainati dall’investment banking (profitti per 1,9 mld), dove è in arrivo una valanga di super bonus. In perdita le carte di credito. Il ceo Dimon ancora cauto. Il titolo guadagna il 3% - JPMorgan Chase ieri ha dato il via alle trimestrali delle banche americane, dimostrandosi in gran forma. Il ceo Jamie Dimon, pur sottolineando la crescita di tutte le attività del gruppo, è stato relativamente cauto e ha sostenuto di «non essere sicuro che il trend positivo sul fronte del credito al consumo possa proseguire» e che «se l’economia si indebolirà ulteriormente saranno necessarie nuove azioni sul fronte delle riserve». Una banca capace di chiudere il trimestre con profitti per 3,6 miliardi di dollari, pari a un utile per azione di 82 centesimi rispetto ai 52 previsti dagli analisti, ha colpito positivamente Wall Street (vedere articolo a pag. 5), che ha anche apprezzato i ricavi per 26,62 miliardi, superiori ai 24,96 previsti. Il titolo, tornato ai livelli dell’ottobre 2008, ha guadagnato oltre il 3%. A partire dall’odierna trimestrale di Goldman Sachs, toccherà alle banche rivali ripetere una simile performance. I risultati di JPMorgan riflettono soprattutto l’ottima performance sul fronte della divisione di investment banking, con utili pari a 1,9 miliardi di dollari, più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo 2008, grazie all’attività di trading obbligazionario (5 miliardi di dollari di ricavi solo su questo fronte) e all’intensa attività di M&A. Questi risultati hanno più che annullato l’effetto negativo delle perdite riportate sul fronte delle carte di credito e dei mutui immobiliari, pari a 700 milioni di dollari, che riflettono le difficoltà delle famiglie americane. La banca, che vanta asset per 2.000 miliardi di dollari, ha riportato la prima trimestrale in un anno in cui non sono calati né i depositi né gli asset, mentre i ricavi sono cresciuti in sei delle sette aree operative. La trimestrale della banca guidata da Jamie Dimon è all’insegna della stabilizzazione, più che della svolta, e anche nei commenti dei suoi più alti dirigenti non sono mancati segnali di cautela. Per esempio, la banca ha riportato accantonamenti per 2 miliardi di dollari nel corso del trimestre per perdite presenti e future sul fronte del credito al consumo, portando a 31,5 miliardi (il 5,3% dei prestiti) il totale delle riserve stesse. Lo stesso Dimon ha dichiarato che per «il futuro prossimo» rimarrà alto il costo della copertura relativa ai crediti inesigibili sia con i consumatori che sul fronte delle carte di credito. Dimon ha parlato di «segnali iniziali» di stabilizzazione sul fronte del credito, ma nella conference call con gli analisti ha accennato a possibili perdite fino a 1 miliardo di dollari sul fronte delle carte di credito nel primo trimestre. Sul fronte dell’investment bank la banca ha accantonato 8,79 miliardi di dollari per i compensi dei dipendenti e dirigenti, ovvero il 38% dei ricavi, mentre l’anno scorso ne era stato messo da parte il 25%. La banca retail ha riportato un utile netto di 7 milioni di dollari rispetto ai 64 milioni dello stesso periodo nel 2008, mentre sul fronte dell’asset management i ricavi sono cresciuti del 23% a 430 milioni di dollari.