Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Per la prima volta in 71 anni uno stato americano abbassa il salario minimo, introdotto nel 1938 in pieno New Deal. La decisione è stata presa dal Dipartimento del lavoro e dell’impiego dello stato del Colorado, uno dei 10 che calcolano il salario minimo in base all’inflazione. In questo caso, alla deflazione. La paga minima passa, da gennaio, da 7,28 a 7,24 dollari l’ora ed è calcolata sull’indice dei prezzi delle aree Denver-Boulder-Greeley, dove tra il primo semestre 2008 e il primo semestre 2009 i prezzi hanno registrato un meno 0,6 per cento. La limatura è minima, ma è comunque una prima volta dal significato storico e conferma che è la deflazione e non l’inflazione il grosso rischio. Le norme del Colorado, e di altri stati, consentono revisioni al ribasso finora mai verificatesi.
La deflazione è ritenuta particolarmente rischiosa in presenza di forte indebitamento, come è il caso americano, dove famiglie, imprese e banche hanno in totale 41.500 miliardi di debiti, un livello eccezionalmente alto pari al 300% del pil, da riportare a livelli fisiologici. Con la deflazione diminuiscono le entrate nominali e aumenta il peso del debito.
Secondo il Nobel Joe Stiglitz lo stimolo da 787 miliardi varato a febbraio - il più grosso nella storia americana - non è sufficiente. Per un terzo si tratta di riduzioni fiscali che non spingono la domanda perché la gente risparmia e non spende. Solo 200 miliardi sono spesi nel 2009. Vanno a riequilibrare i 200 miliardi di tagli fatti dagli stati che hanno clausole automatiche per l’equilibrio fra entrate e uscite, e quindi lo stimolo alla fine è zero.