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 2009  ottobre 14 Mercoledì calendario

CHIRURGIA ESTETICA PER VOCE ARANCIO


VACCA «Non voglio diventare una vecchia vacca» (Scarlett Johansson, gran sostenitrice della chirurgia plastica).

CALCE I primi chirurghi estetici furono i monaci benedettini, specializzati in infiltrazioni di calce viva per la fronte, zolfo per schiarire le chiome, pece per epilarsi. L’italiano Gaspare Tagliacozzi, alla fine del Cinquecento, era pronto a por mano a bisturi e scalpello per ricostruire nasi scorticati dalla sifilide, trinciati dai fendenti, amputati ai rei di adulterio: prima una purga, poi seghetto e «tanaglia» per strappare la pelle e ricucirla sul «labro della bocca» per coprire un naso di metallo.

PIPISTRELLO Negli Anni Venti del Novecento, a New York, si stendevano sul lettino del chirurgo le italiane per ridimensionare l’ampio «seno proletario», le irlandesi per le «orecchie a pipistrello», le donne di colore in base al principio «The less you look like a Negro, the less you have to fight» («Meno sembri un negro, meno dovrai combattere»).

VIP Secondo un sondaggio dell’Isaps (Società internazionale di chirurgia plastica ed estetica), sono sempre più numerosi i pazienti che si presentano dai medici con le foto dei vip a cui vorrebbero assomigliare. Le donne chiedono le labbra di Angelina Jolie, il fondoschiena di Jennifer Lopez, il naso di Nicole Kidman, la pancia e il seno di Gisele Bundchen. Gli uomini, il 40% dei clienti dei chirurghi della bellezza, vogliono l’addome a tartaruga di Brad Pitt e il naso di George Clooney.

SOLDI Giro d’affari della chirurgia estetica nel mondo: 20 miliardi di dollari (solo negli Stati Uniti il fatturato è di 15 miliardi).

NUMERI Dal 2006, in Italia, gli interventi di chirurgia estetica sono aumentati dell’11,2%, arrivando a 600mila l’anno. I più richiesti: ritocchi alle palpebre (45mila nel 2008), liposuzione (60mila), rinoplastica (44mila), mastoplastica additiva (50mila) e riduttiva (26mila), trapianto dei capelli (12mila) (dati della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica).

SOLDI 1 Prezzi medi degli interventi di chirurgia estetica più richiesti (compresa la sala operatoria). Liposuzione: da 6mila a 7.500 euro; rinoplastica: da 7mila a 9mila; mastoplastica additiva: da 7.500 a 10mila euro: mastoplastica riduttiva: da 8.500 a 11mila euro; lifting: da 11 a 15mila euro; blefaroplastica: da 6 a 7mila euro; addominoplastica: da 9 a 12mila euro; filler: 450-500 euro; botulino: 500-700 euro; ingrossamento del pene: da 2 a 3mila euro; allungamento del pene: da 5.500 a 7mila euro.

SOLDI 2 Al Sud gli interventi di chirurgia estetica costano dal 20 al 30 per cento in meno che al Nord. Giuseppe Sito, chirurgo estetico a Napoli e Milano, in una recente ricerca della Banca d’Italia spiega: «La differenza di spesa non comporta tagli sulla qualità. Al Nord, dove tutto è più caro – dal cibo alle case - è maggiore anche il costo della sala operatoria. E siccome girano più soldi, sono più alte le parcelle dei chirurghi».

DANNI Poiché l’attività dei chirurghi estetici è rischiosa, le società assicuratrici che accettano di coprirla pretendono polizze molto costose: ad esempio, con circa 15mila euro l’anno, il chirurgo ha una copertura di 5mila euro per ogni danno estetico o fisionomico procurato alla paziente. In questa garanzia, però, sono inclusi solo i danni da errore tecnico (protesi mammarie asimmetriche, cicatrici deturpanti, nasi storti, ecc). La garanzia esclude i casi in cui l’intervento non soddisfa le aspettative della paziente: ad esempio se una donna si opera con l’idea di diventare identica a Angelina Jolie e dopo l’intervento ritiene di non assomigliarle abbastanza, la formula assicurativa non entra in funzione.

JOLIE L’americana Nadia Suleman, 14 figli e nessun lavoro stabile, spende tutto quello che guadagna per somigliare ad Angelina Jolie.

VIP 2 Secondo le banche britanniche in pochi anni le giovani donne sono diventate i soggetti «più facili alla bancarotta». La maggior parte dei tracolli finanziari, soprattutto entro i 24 anni di età, è causato dalle spese fatte per emulare le fattezze e lo stile di vita delle star.

INTIMITA’ Di moda gli interventi alle parti intime femminili: liposuzione del pube per esaltare il "monte di Venere”, ridimensionamento delle grandi labbra se troppo scese, rinfoltimento dei peli, iniezioni di acido ialuronico sulla clitoride, ecc. Giuseppe Sito, chirurgo plastico: «Sono più che altro donne dai 35 ai 55 anni a chiederlo. Donne che, magari dopo aver fatto un lifting del viso, decidono di ringiovanire nelle parti intime che, col passar del tempo, hanno perso tono». Costo degli interventi: da 1.500 a 5.000 euro.

PIEDI Per un intervento di chirurgia estetica ai piedi, Suzanne Levine, un ambulatorio a Park Avenue, New York, si fa pagare 5mila dollari (il più richiesto, l’eliminazione dell’alluce valgo).

RITOCCHI In Italia una donna su venti è ritoccata (stima Scei, Società italiana di chirurgia estetica).

IDENTIKIT Secondo una ricerca dell’Università dell’Aquila, chi ricorre al chirurgo estetico è giovane (36 anni di media), benestante (il 30 per cento si definisce di classe abbiente, il 60 di classe media), colto (30 per cento laurea, 44 maturità) e fa lavori gratificanti (il 50 per cento è un professionista, un imprenditore o un dirigente; le casalinghe sono solo il 10 per cento). Motivi per cui ci si opera: migliorare la vita sociale (90 per cento donne e 90 uomini), stare bene con se stessi (80 per cento donne, 82 uomini). In percentuale minore (57 per cento le donne, 51 gli uomini) chi entra in camera operatoria lo fa per migliorare la propria vita sentimentale. Solo il 28 per cento delle donne e il 35 degli uomini pensano di risolvere in questo modo i propri problemi sessuali.

COPPIA Guy Stofman dell’Università di Pittsburgh, autore della prima ricerca al mondo sul rapporto tra chirurgia estetica e attività sessuale, dice che un ritocco al seno, una limatina ai glutei o una gonfiatina alle labbra «rendono molto più soddisfacente la relazione intima della coppia».

NATURE Un uomo su tre considera più attraente una donna (ben) ritoccata di una «al naturale» (dato sondaggio Swg per ”Donna moderna”)

CHER Cher, soprannominata Silicon Valley in virtù del diluvio di operazioni: dalla prima nel 1965, con cui si è rifatta per la prima volta il naso, sino alle ultime per ridurre le cosce di 5 centimetri. Spesa complessiva, botox e filler esclusi: attorno ai 90 milioni di euro.

ESTERO 1 Sempre più numerosi gli europei che vanno a rifarsi in Tunisia, Marocco, Croazia, Thailandia ecc. L’obiettivo è risparmiare, con spese per gli interventi che scendono dal 50% al 70%: l’India è la più economica, con proposte ”total body” (più interventi insieme) da 5mila dollari in su. Nel 2008 solo in Tunisia, secondo un’indagine della Camera nazionale delle cliniche private del Paese nordafricano, sono stati 5mila i pazienti europei che si sono sottoposti a interventi di chirurgia plastica: il 20% in più rispetto al 2007.

ESTERO 2 Secondo Giuseppe Sito, chirurgo estetico e presidente della tredicesima edizione dello Stage di Medicina Estetica (a Torino il 7 e 8 novembre) la vacanza con ritocco in paesi esotici nasconde parecchie insidie: «Non si possono avere sicurezze né nella scelta del chirurgo, la cui professionalità è difficile da controllare a distanza, né sui materiali e le norme igieniche seguite. C’è poi il problema dei punti, del controllo della cicatrice e la necessità di seguire la paziente nel periodo post-operatorio. Una volta tornata in Italia, la paziente non ha punti di riferimento. Se l’intervento è andato bene, nessun problema. Ma se è andato male a chi si rivolge?». La chirurgia estetica è cara, spiega Sito, perché va fatta in ambienti qualificati e con materiali di qualità: «Un lifting può costare 10mila euro in Italia e 3.500 in Tunisia albergo compreso: un prezzo così basso da essere sospetto. Non si coprono nemmeno le spese delle protesi. Una protesi al seno di qualità costa 1.500 euro. Se l’intervento più l’albergo costa 2.500 euro vuol dire che sono state usate protesi giapponesi da 300 euro, di pessima qualità».

UNDO Sempre più numerosi i vip che, dopo essersi sottoposti a interventi di chirurgia estetica, ricorrono alla «undo-plasty» (letteralmente «demolizione delle plastiche precedenti») che promette a chi è rimasto insoddisfatto di un’operazione o un lifting di recuperare l’aspetto originario. Ad esempio Courtney Love, cantante e attrice americana, ha ridotto la grandezza delle labbra confessando poi sul suo blog: «Rivolevo le labbra che Dio mi aveva dato». Anche tanta gente comune torna sui propri passi: secondo un sondaggio della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons il 33% dei chirurghi plastici ha fatto lavori di riparazione su persone insoddisfatte da precedenti interventi estetici.

CERBIATTI Giorgio Armani «esterrefatto» dalla quantità di facce stravolte da ritocchi estetici: «Un giorno vedi una donna e il giorno dopo ti ritrovi a parlare con una creatura mostruosa: sembrano tutte dei cerbiatti impagliati».

ASCELLA Come mai in giro si vedono tante facce che sembrano imbalsamate? «La colpa non sempre è del chirurgo. Tante pazienti pretendono tutto e subito, rischiando effetti esagerati. Pensiamo ad esempio al filler per rimpolpare le labbra: all’inizio bisogna iniettarne poco, perché gli effetti si stabilizzano dopo qualche giorno. Ma certe donne ne pretendono quantità esagerate, col risultato che poi si ritrovano le labbra a canotto. Oggi per labbra e zigomi si usa l’acido ialuronico, che dopo sei mesi si riassorbe. Un tempo invece si usava il silicone, e i risultati di quegli interventi sono irreversibili: dopo anni il silicone è inglobato dai tessuti. Ci sono sistemi per asportare fettine di labbra fino a ridurne i volumi, ma sono laboriosi. E non è detto che i risultati siano esaltanti». Le è mai capitato di rimettere le mani su interventi sbagliati di altri colleghi? «Sì. Ad esempio lifting asimmetrici o liposuzioni che hanno lasciato buchi o avvallamenti nelle cosce oppure protesi mammarie inserite male. Una volta mi è arrivata in studio una signora che aveva una protesi sotto l’ascella». Ci sono pazienti che non può accontentare? «Dico no alle donne che mi chiedono le protesi per ingrossare i glutei: i risultati sono pessimi. E una volta ho mandato via un uomo che pretendeva un pene gigantesco: gli ho spiegato che con le iniezioni di macrolane il chirurgo può regalare tre-quattro centimetri di circonferenza in più. Ma i miracoli non li facciamo». Qual è l’ultima novità in fatto di chirurgia estetica? «Il lipofiller. Si tratta di iniezioni di grasso, prelevato da fianchi o addome della paziente, che rigenera i tessuti dall’interno, ringiovanendo l’aspetto del volto. A differenza dei normali filler, circa il 50 per cento del grasso iniettato non si riassorbe più, dando risultati piuttosto stabili nel tempo».

POLITICI Nel libro Che faccio, mi rifaccio? il chirurgo plastico Marco Gasparotti racconta che i suoi migliori clienti sono i politici: «Prima del voto una scappata da chirurgo è sempre più frequente». Quelli del centrodestra puntano soprattutto su addominoplastiche e liposuzione per fianchi e doppio mento, nessuno gli ha mai chiesto lifting: «Solo un politico di un collegio del Nord mi ha chiesto un lifting molto "padano", con mento volitivo. La sinistra, invece, essendo rappresentata in genere da uomini più magri ed emaciati mi chiede la correzione delle borse palpebrali, che danno un’aria stanca».

CANI Ultima mania delle ricche brasiliane: farsi ritoccare il cane dal chirurgo plastico Edgar Brito in modo che poi vinca i concorsi di bellezza. Brito racconta che gli chiedono soprattutto l’aggiustatina alla coda malfatta oppure di tirar su un’orecchia pendula o di far sparire col bisturi l’eccesso di pelle intorno agli occhi. «Una matta mi ha chiesto di fare qualcosa per le rughe del suo rottweiler. Ho cercato di farla desistere ma si sa come sono i padroni degli animali...».