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 2009  ottobre 14 Mercoledì calendario

Nel terzo polo dei libri entra anche Elido Fazi: Mauri-Spagnol più forte - Sono giorni di cambiamenti nell’editoria italiana

Nel terzo polo dei libri entra anche Elido Fazi: Mauri-Spagnol più forte - Sono giorni di cambiamenti nell’editoria italiana. La settimana scorsa, la sentenza sul Lodo Mondadori, che condanna in primo grado la Fininvest (holding della famiglia Berlusconi) a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti la clamorosa cifra di 750 milioni di euro. Ha seguito la discesa in campo di Marina Berlusconi, che starebbe per requisire il quartier generale romano della Mondadori di Via Sicilia per stare più vicino al padre e difenderlo dagli «attacchi concentrici» del doppio Lodo. E intanto, un ulteriore tassello nel risiko dell’editoria italiana è arrivato proprio da Roma, precisamente da via Isonzo (a pochi isolati da via Piemonte). Con una nota, il gruppo romano Fazi Editore ha annunciato di aver raggiunto un accordo per cedere un 35 per cento di azioni al superconcentrato Mauri-Spagnol. Una notizia che arriva proprio nel momento in cui tutta l’intelighenzia editoriale romana e milanese è in trasferta a Francoforte, dove oggi inizia la tradizionale Fiera del libro. Un’operazione strategica innanzitutto per la stessa Mauri-Spagnol, che in questo 2009 non sembra avere limiti alla sua volontà di shopping. Solo nello scorso luglio, infatti, era arrivato l’annuncio dell’acquisizione di un nome sacro per l’editoria italiana: quella Bollati Boringhieri che con il celebre logo del "coelum stellatum" aveva introdotto in Italia Freud e Jung e le copertine di Bruno Munari. Adesso, a tre mesi di distanza, Mauri-Spagnol, il terzo polo dell’editoria italiana, che oltre a Bollati Boringhieri controlla alcuni dei nomi più importanti del panorama libresco (14 marchi tra cui Longanesi, Guanda, Salani, Tea, Corbaccio, Garzanti, Nord, Superpocket in joint venture con Rcs Libri, Ponte alle Grazie e Vallardi), ed è inoltre impegnato in una serie di partecipazioni strategiche (dalla start-up spagnola Duomo Ediciones alla Chiarelettere di Lorenzo Fazio, ex direttore Bur, che oggi sforna i libri-inchiesta di Travaglio & soci ed è a sua volta impegnata nell’avventura giornalistica del Fatto quotidiano) mette a segno un altro colpo. Mauri-Spagnol ha venduto nel 2008 oltre 10 milioni di copie per un fatturato complessivo di 130 milioni di euro, ed è guidato da Stefano Mauri in qualità di presidente e amministratore delegato insieme a Luigi Spagnol amministratore delegato, mentre la proprietà appartiene per il 73,77 per cento a Messaggerie Musicali, per il 23 per cento alla famiglia Spagnol e ad Andrea Micheli per il 3,23 per cento. Negli anni, la società (fondata nel 2005) si è imposta sul mercato ponendosi direttamente alle spalle dei due colossi Mondadori (primo) ed Rcs (secondo), con una quota di mercato in crescita e che oggi sfiora il 12 per cento. Per quanto riguarda Fazi Editore, come già Chiarelettere, secondo l’accordo raggiunto ieri avrà piena autonomia nelle scelte editoriali. «Sono davvero orgoglioso, oltre che felice, di entrare a far parte di quello che è oggi il gruppo editoriale più dinamico in Italia» dice da Francoforte, dove si trova per la Fiera, Elido Fazi, patron della piccola casa editrice romana. Fazi ha da anni operato su una duplice direttrice: da una parte con la ricerca di bestseller commerciali come Melissa P, che con il suo «Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire» ha venduto oltre tre milioni di copie e si è imposto come la maggior tiratura italiana degli anni Duemila. O ancora, più recentemente, con la saga «young adult» di Twilight. Dall’altra, ha riproposto al pubblico italiano autori raffinati e di culto come Gore Vidal e John Fante, che hanno avuto ugualmente successo. Così, adesso, l’alleanza tra Harry Potter e Melissa P. può dare nuova linfa a entrambi i contendenti: sia al colosso Mauri-Spagnol, che edita tramite la controllata Salani il maghetto del bestseller, e che potrà conquistare un posto al sole nell’editoria romana, e sia al più piccolo Fazi, che entrando nel terzo polo avrà maggiori possibilità finanziarie e di distribuzione nazionale, in un mercato che rimane difficile come quello italiano. «Ma saremo terzo polo ancora per poco - dice Fazi al Riformista, che continua - il distacco di Mauri-Spagnol da Rcs si sta infatti assottigliando sempre di più. Potremmo presto diventare il numero due».